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Il senso del tempo

Davanti ad un letto di un ospedale guardavo una ragazza di trenta anni malata terminale di cancro. La pelle del suo corpo quasi trasparente poggiava sulle sue ossa, in testa aveva un ciuffetto di capelli da cui non si voleva separare. Faceva parlare gli occhi, perché la sua bocca insieme alla sua voce non le permettevano più di comunicare. Quello sguardo mi parlò, mi disse: "Il mio tempo è finito... il tuo ancora no!" Disperata nei giorni successivi cercavo tante risposte a tanti perché, a volte sembrava non bastarmi l’aria che respiravo. Quella ragazza aveva la mia età, un marito come me e tanti sogni da realizzare... perché? Perché nascere senza volerlo e poi morire così? Chi poteva rispondere alle mie domande? Me ne andai a fare una passeggiata sul lungo lago, lì l’aria sembrava penetrarmi meglio nei polmoni , mi dava quell’ossigeno di cui avevo bisogno. Camminando sul prato, guardavo il lago calmo e avvolto nella sua solita aria misteriosa. La mia testa era piena di brutti pensieri. Vidi un vecchio seduto su una panchina, con aria tranquilla se ne stava lì, a godersi il leggero muoversi dell’acqua. Mi fermai a guardarlo. Rimasi alle sue spalle senza che lui se ne accorgesse per un po’. Mi chiedevo cosa guardasse o pensasse, come poteva stare così tranquillo e non avere paura di sprecare il tempo? Mio padre mi ha sempre detto:"Se non sai una cosa, chiedila a chi la sa. Domandare è lecito, rispondere è cortesia!" Mi avvicinai e mi sedetti accanto a quell’uomo:
"Mi scusi, posso farle una domanda?"
" Certo signorina, che succede..."
" Mi dice a cosa pensa?"
Sorrise e mi prese la mano " Non penso, aspetto che passi un altro giorno".
"...Cosi però spreca il suo tempo!"
"Lo sa signorina, domani compirò ottantatré anni e nella mia vita ho fatto tutto ciò che potevo. Ho amato, ho lavorato, ho combattuto la guerra, ho fatto figli, ho mangiato e bevuto con loro, ho viaggiato, ho firmato le cambiali, ho pure tradito mia moglie e mantenuto un’amante. Ora sono qui ed aspetto, perché la sa una cosa? Nella mia vita ho dato sempre un senso alle mie giornate, a volte anche sbagliando, ora è il tempo che da un senso a me!"
Subito non capii quelle parole, ma ora so!
Io so che non ho chiesto di nascere, ma sono nata. Non chiederò di morire, ma morirò. L’unica cosa che posso fare è dare un senso al mio tempo. Prima indossavo l’orologio tutto il giorno, guardavo le lancette per essere sicura che fossero scorsi solo quei minuti e non di più, certa che ciò che contava era tenere tutta la giornata impegnata ,anche facendo cose futili. Adesso ho capito. Devo donare sorrisi alla gente che ne ha bisogno, dare i miei occhi per leggere a chi occhi non ha, gridare al posto di coloro che non hanno voce per farlo. Tutto il mio tempo ha un senso... il senso dell’amore. Aspetto per festeggiare il mio compleanno, perché avrò vissuto un anno di gioie e di dolori e comunque sia andata, non avrò sprecato un solo giorno. E quando non potrò più fare nulla di buono, mi siederò su una panchina ad aspettare che sia il tempo a darmi il senso che merito.



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Racconto scritto il 17/11/2014 - 11:58
Da Cristina Mecucci
Letta n.1401 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


IL tempo non va sprecato ma vissuto intensamente dando un senso a tutto ciò che facciamo o pensiamo,il tuo racconto è molto bello e scorrevole,fa tanto riflettere,piaciuto,brava CRISTINA

genoveffa 2 frau 17/11/2014 - 22:10

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