BAMBINI
Che fine ha fatto l’infanzia?
Se osserviamo attentamente i bambini di oggi, scopriamo in loro i sintomi inquietanti di un’allucinante trasformazione. Più che bambini, sembrano veri e propri mutanti. Stanno assumendo nuovi connotati e stanno perdendo alcuni di quegli attributi che da sempre hanno caratterizzato il periodo della verdissima età.
Hanno ormai perso la capacità di stupirsi. Se quando ero bambino mi fosse capitato di vedere Babbo Natale all’angolo della strada, il mento mi sarebbe caduto a terra con un grande tonfo. Un bambino di oggi, davanti allo spettacolino natalizio in piazza, ha scrollato le spalle e ha detto: - Uffa, la solita menata. Ho visto alla televisione che a New York Babbo Natale è sceso dal cielo con una slitta d’oro, trainata da dodici renne. - L’evento era ovviamente virtuale.
Un giorno, mentre posteggiavo l’automobile accanto a un caseggiato, mi si avvicinò un bimbetto di circa sei anni. Mi disse, testualmente: - Non puoi lasciare qui la macchina. Il mio papà, che è l’amministratore del condominio, te la può far rimuovere con il carro attrezzi. Perciò, smamma!
Si sa che i bambini a volte sono cattivi e spietati. Ma mi capita di vedere piccoli individui che assomigliano sempre di più a yuppies in miniatura, a veri e propri arrampicatori in erba (non più degli alberi, come eravamo noi un tempo), plagiati dal consumismo, iperprotetti da madri isteriche. Se in una classe c’è un compagno in difficoltà (cioè non è adeguatamente saccente, ipercapace, iperstimolato, iperattivo, ipernutrito, iperequipaggiato, ipervestito) i piccoli terribili mutanti si comportano con lui come farebbe un branco di piranha con la carcassa di un bue.
Di chi è la colpa? Certo non dei bambini.
Facciamoci un po’ l’esame di coscienza: se non sappiamo più cosa dare ai piccoli, se assecondiamo tutti i loro capricci, se li portiamo a scuola in automobile quando compare in cielo la prima nuvoletta, se li facciamo giocare solo con il computer, se togliamo loro ogni fatica e ogni disagio, se li equipaggiamo addirittura con il telefonino ( qualcuno penserà di introdurlo perfino all’asilo, naturalmente a forma di ochetta) non possiamo stupirci di tanto sfacelo.
In uno dei suoi spassosi ma caustici monologhi, un famoso comico ha raccontato: - Mi avvicinai al passeggino per fare i complimenti a una graziosa bambina che vi stava seduta. Lei mi guardò con espressione diffidente, alquanto torva. Indossava un civettuolo vestitino attillato, in due pezzi, con l’ombelico scoperto. Aveva un anellino nel naso e le unghie laccate d’azzurro. Il padre, una specie di fagiolone dinoccolato che spingeva il passeggino, leccava beatamente un gelato, esibendo una maglietta con l’immagine di Pluto.
Che fine ha fatto l’infanzia?
Se osserviamo attentamente i bambini di oggi, scopriamo in loro i sintomi inquietanti di un’allucinante trasformazione. Più che bambini, sembrano veri e propri mutanti. Stanno assumendo nuovi connotati e stanno perdendo alcuni di quegli attributi che da sempre hanno caratterizzato il periodo della verdissima età.
Hanno ormai perso la capacità di stupirsi. Se quando ero bambino mi fosse capitato di vedere Babbo Natale all’angolo della strada, il mento mi sarebbe caduto a terra con un grande tonfo. Un bambino di oggi, davanti allo spettacolino natalizio in piazza, ha scrollato le spalle e ha detto: - Uffa, la solita menata. Ho visto alla televisione che a New York Babbo Natale è sceso dal cielo con una slitta d’oro, trainata da dodici renne. - L’evento era ovviamente virtuale.
Un giorno, mentre posteggiavo l’automobile accanto a un caseggiato, mi si avvicinò un bimbetto di circa sei anni. Mi disse, testualmente: - Non puoi lasciare qui la macchina. Il mio papà, che è l’amministratore del condominio, te la può far rimuovere con il carro attrezzi. Perciò, smamma!
Si sa che i bambini a volte sono cattivi e spietati. Ma mi capita di vedere piccoli individui che assomigliano sempre di più a yuppies in miniatura, a veri e propri arrampicatori in erba (non più degli alberi, come eravamo noi un tempo), plagiati dal consumismo, iperprotetti da madri isteriche. Se in una classe c’è un compagno in difficoltà (cioè non è adeguatamente saccente, ipercapace, iperstimolato, iperattivo, ipernutrito, iperequipaggiato, ipervestito) i piccoli terribili mutanti si comportano con lui come farebbe un branco di piranha con la carcassa di un bue.
Di chi è la colpa? Certo non dei bambini.
Facciamoci un po’ l’esame di coscienza: se non sappiamo più cosa dare ai piccoli, se assecondiamo tutti i loro capricci, se li portiamo a scuola in automobile quando compare in cielo la prima nuvoletta, se li facciamo giocare solo con il computer, se togliamo loro ogni fatica e ogni disagio, se li equipaggiamo addirittura con il telefonino ( qualcuno penserà di introdurlo perfino all’asilo, naturalmente a forma di ochetta) non possiamo stupirci di tanto sfacelo.
In uno dei suoi spassosi ma caustici monologhi, un famoso comico ha raccontato: - Mi avvicinai al passeggino per fare i complimenti a una graziosa bambina che vi stava seduta. Lei mi guardò con espressione diffidente, alquanto torva. Indossava un civettuolo vestitino attillato, in due pezzi, con l’ombelico scoperto. Aveva un anellino nel naso e le unghie laccate d’azzurro. Il padre, una specie di fagiolone dinoccolato che spingeva il passeggino, leccava beatamente un gelato, esibendo una maglietta con l’immagine di Pluto.
Racconto scritto il 30/11/2016 - 11:01
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Commenti
Concordo col tuo punto di vista: i bambini stanno diventando lo specchio degli adulti in generale e della realtà che li circonda. Quando io avevo 6-7 ero molto "bambina", ingenua...mentre ora sono molto molto svegli!! 5*, buona serata!
Chiara B. 30/11/2016 - 18:44
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Un dolce e commovente racconto.bravo.
antonio girardi 30/11/2016 - 17:11
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