Era una casa piccolissima la nostra :una sola grande stanza e qualche mobile trasandato. Noi, che eravamo abituati ai grandi spazi della nostra casa di periferia, con vasto orizzonte di alberi e terra rossa... La lunga strada bianca, libera da automobili, su cui facevamo grandi corse in bicicletta e gare di velocità coi nostri amici.
Poi tutto ciò era finito e ci ritrovammo a vivere in quella casa senza identità, uguale a tante altre case di povera gente.
Avevamo però l'acqua corrente e un terrazzo spazioso, che dovette sostituire, nel nostro immaginario, la lunga strada bianca e gli ampi spazi verdi.
Tutto era nuovo, anche i compagni cambiarono e ci ritrovammo a giocare con bambini sconosciuti: Carlo, Rosario, Marcello, Antonella, Rosanna, Olga...
La strada asfaltata, nera come la pece ed i giochi molti calmi:Madama Dore', nascondino, le belle statuine...
Ma eravamo piccole, ci adattammo facilmente alla nuova vita, che prendemmo come un gioco.
La nostra vita era cambiata!
Passarono alcuni anni ed andammo ad abitare in case più grandi...
Io ero diventata una bella ragazza bruna... tu una bambina bionda tutta pepe ed il piccolino un bambolotto, che si faceva battere puntualmente da te.
Ormai andavamo alle scuole superiori..... Ma ricordi quante calze a rete mi hai rubato? Tu andavi a Lecce , io invece alla scuola del paese... Tante volte, alzandomi, non trovavo più le calze, che tu mettevi con tanta civetteria.... Ovviamente tornavi a casa con le calze smagliate ed io, per ripiego, dovevo indossare i calzettoni, sotto la gonna.
Avevamo un gran rispetto per la gerarchia, per cui i piccoli dovevano ubbidire sempre a ciò che dicevano i grandi... Persino Uccio, il più grande dei fratelli, aveva un ruolo di secondo piano rispetto a Palmina, , la più grande di noi.
Quando tutti i nostri fratelli andarono a lavorare fuori, rimanemmo solo noi tre con la mamma.. Il ruolo più importante lo ebbi io, che eri la più grande, ma tu eri una ribelle e dovetti fare fatica a domarti.
Avevi le idee chiare e combattevi per ottenere ciò che volevi. Spesso ti identifico con mia figlia Lucia, che combatte strenuamente per ottenere ciò che ritiene importante.
Quando rimanevamo soli , tu, Giovanni ed io, organizzavamo la nostra vita con metodo e non ti ribellavi mai, forse perché avevi un ruolo ben definito e tutto andava bene. Cucinavamo piatti nuovi e inuziammo a preparare anche i dolci... Diciamo che la cuoca ero io, ma tu eri una valida aiutante.
Avevamo la propensione per il disegno ed il nostro tempo libero era creativo. Quanti quadri preparati col gesso di presa abbiamo appesi al muro... Scoprimmo che un nostro conoscente dipingeva ad olio. Convincemmo la mamma a comprare due tele, i pennelli ed i colori e ci avviammo con lei a vedere come dipingeva questo signore. Fu l'unica lezione che seguimmo, ma fummo così entusuaste, che iniziammo a dipingere pure noi.
In seguito tu hai perfezionato con lo studio, quella che era un'inclinazione naturale e sei diventata bravissima. Io ho continuato a coltivare , a modo mio, il mio hobby, che non abbandono neanche adesso che ho difficoltà visive.
Dipingere fa parte della nostra vita... Forse è la parte migliore di noi... Forse è ciò che rimarrà quando non ci saremo più e i nostri figli guarderanno orgogliosi ciò abbiamo saputo creare.
Quello che ci distingue , però è l'affetto che, nonostante le distanze, continua ad albergare nei nostri cuori. Allora la sofferenza o la gioia che colpisce uno di noi, si irradia nel cuore di tutti.
Allora, nella gioia e nel dolore, siamo noi:siamo
sorelle per la vita!di
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Cari saluti
Un racconto di vita vissuta con tanto cuore dentro!
E, quando è così forte, niente e nessuno potrà mai interrompere il legame tra fratelli.