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| LISTA DELLE SCRITTURE CREATIVE PER GRADIMENTO Cosa posso dire all’amore irrazionale ora che vivi d’un racconto lontano e senza metrica dalla mia sfera. Che la dannazione t’appartenga, nei momenti di quiete. Come festeggiano i tuoi occhi senza luce lo san solo le carezze violate. Le ricchezze della terra appaiono mute e in sordina se ne vanno via da ogni logica. L’amore chiama amore non è reale. L’amore si parla all’orecchio nudo e i corpi altrettanti saettano fra lenzuola scalciate se così fosse un vero amore. Negli occhi lessi la violenza e il rancore e se davvero sei tu, non ti vedrò, ti scorderò e punterò in alto, fra i margini di due parallele che han voglia d’incontrarsi. Non saprò camminare più fra gli errori e navigherò lo Spazio ed il suo Tempo per portare Pace alla mia corte, che ora si, crede nel piacere di Vivere come una Vita. Limpido mare in maree di paure. Altro non è che groviglio di attesa quello che so e come potrei aver voglia di scendere fino al tuo attendere se non so cosa vuoi? Quegli occhi, quei du... (continua)  Vincenzo Furfaro  15/09/2022 - 08:12  commenti 1 - Numero letture:629 Argomento: la Nostalgia 
 La casa davanti al luna park La casa di papà di fronte al luna park ha l’erba alta e l’intonaco che si stacca dai muri, e gli occhi tristi delle finestre con le luci spente. Edo ricorda quando la mamma gli strinse la mano e senza guardarlo gli disse del divorzio, portandolo via.   Simone M. Mastro  25/09/2022 - 07:34  commenti 3 - Numero letture:591 Argomento: la Nostalgia 
 Confessioni di uno scrittore Nella mia penna ci sono ancora quelle sensazioni che son ali, come d’angeli, di gabbiani. E storie. In questi campi di soia, da cui vieni anche tu amico mio che mi aiuti ogni mattina ad iniziare la giornata, mi fu raccontato che di notte lungo le rive dei fossi gli elfi alati raccolgono il nettare dai cappelli del vescovo per farne un elisir di vita eterna. Prima dell'alba, stanchi del lavoro, riposano nei fiori e se ci stai attento puoi vedere solo le loro ali. Gli fan compagnia le lucciole. Mi dicevano fossero le fate alla ricerca degli uomini e delle donne che potevano mostrare loro un vaso di epimèdi come segno che era trascorso un altro inverno nonostante i mali del mondo. Forse per questo nella nostra veranda da bambino ce ne è sempre stato uno… L’uomo appoggia la tazza del cappuccino accanto al vaso, e ai suoi ricordi. Quando la piccola brezza corre come te nei campi accanto ai fiori degli elfi e come te inciampa, mi dicevano ancora, sembra che falene svolazzanti bianc... (continua)  Mirko D. Mastro  29/09/2022 - 08:19  commenti 7 - Numero letture:581 Argomento: la Nostalgia 
 RICORDI Seduto sul dondolo, ammiro il mio grande giardino.  Ho appena tagliato l' erba, fa caldo, anche se siamo a metà ottobre. I miei vicini sono a passeggio con il cane, mentre io sono qui a perdermi nei ricordi. Sono un pezzo di vita da raccontare, tra le pagine di questo autunno con il sole che mi avvolge. Le mie rughe sulla guancia, mi portano indietro con un leggero solletico, ai ricordi che tengo dentro al cuore. Quando ero giovane, quando per la prima volta conobbi lei, l' amore. Avevamo poco più di vent' anni, il sorriso sempre pronto e le mani che si cercavano, si sfioravano. Il desiderio di baciarla, lo sento ancora dopo novant' anni sulle labbra. Le sue risate, sono ancora musica per le mie orecchie. Il suo fare timido e dolce, mi hanno fatto innamorare. Giocavamo a nascondino, io ero moro e non bianco come adesso. Lei bionda, con gli occhi azzurri come il mare. Dopo tanti baci, camminate mano nella mano, promesse guardando le stelle, ecco il primo vagito. ... (continua)  Mary L  15/10/2022 - 23:53  commenti 11 - Numero letture:635 Argomento: la Serenità 
 Io, Sergio Detesto il dialetto fiorentino. Nel 1943, mentre con la famiglia ero sfollato sulla montagna pistoiese, arrivarono in paese dei fascisti per un rastrellamento. Parlavano un dialetto con una fortissima accentuazione fiorentina. Il nero delle divise e le grida disperate di quel giorno mi sono rimaste, come marchio d’infamia che per me ha avuto quel linguaggio scurrile e sanguinoso. La polvere, il sangue, le mosche, l’odore e quell’orribile parlata. Il fiorentino non è mai stato, per me, la lingua di Dante, ma le orrende grida di quella gentaglia! Me l’hanno sporcato per sempre! Mi hanno fatto odiare una parte di me e ora che sono cieco, li odio ancora di più.... (continua)  Glauco Ballantini  27/10/2022 - 18:11  commenti 2 - Numero letture:633 Argomento: la Serenità 
 
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