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Le istruzioni sono:

Descrivi un personaggio che si accinge ad andare al supermercato per fare delle compere. E' allegro e felice perchè è innamorato.
Descrivi lo stesso personaggio nella stessa scena in un momento successivo quando sta vivendo la dolorosa rottura della sua relazione.


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la Bibbia secondo zia Concettina

Tutto cominciò da quel giorno… quando portammo zia Concettina (napoletana “verace”) a Milano dalla sorella Maria (sposata con un milanese) per le feste di Natale… l'anno scorso.
Eravamo arrivati, appena il giorno prima, a casa di zia Maria quando vennero a farle visita, come ogni venerdì, due anziani signori "Testimoni di Geova" per il loro consueto studio biblico.
Dopo il classico thè pomeridiano che era solito offrire zia Maria, uno dei due “Testimoni di Geova” tira fuori la Bibbia dalla borsa per cominciare lo studio.
Avevano appena cominciati a parlare del Signore quando zia Concettina, per far sapere che anche lei era aggiornata sull'argomento fece un intervento a casaccio che del resto non era nemmeno legato al discorso che i due signori avevano iniziato a fare. Da quel momento, come si suol dire: "Apriti cielo!"; Non lasciava più parlare nessuno, cominciando a spiegare la Bibbia, con il suo discreto italiano (spesso però misto al napoletano) e con le sue versioni, a dir poco, personali (come faceva, del resto col suo Parroco con il quale aveva dei lunghi “litigi”) Pensate che cominciò nel raccontare:
Il Signore all'improvviso, sfasteriuso di stare a far niente, tra ‘nu ditto e ‘nu fatto pensò di crearsi una compagnia.
Pensava, pensava e tra una grattatina in testa e una lisciatina alla barba prese una manciata di terra e soffiandoci sopra, fece apparire un bel giovanotto.
Ancora stanco e assonnato per colpa della notte insonne passata a pensare a cosa si dovesse mettere a creare, dimenticò che doveva dare un nome a questo tizio e così in tutta fretta lo chiamò “A” come la prima vocale dell’alfabeto (si, perché il Signore aveva già inventato l’alfabeto con le parole - altrimenti come avrebbe fatto a parlare? -) ma poi il nome diventò Adamo perché il Signore gli diceva sempre: “A”, da mò in avanti… chiagnatello tu, io il mio l’ho fatto e così gli restò il diminutivo: “A-da-mo”.
Vedendolo, però, sempre solo soletto ed in grazia di Dio (mò 'ce vò) il Signore diventò un po’, come dire “geloso” - diciamo così - della sua tranquillità e ricominciò a pensare: “Ma perché, da quando l’ho creato, quest’essere sta così tranquillo e beato, forse sarà perché mangia e beve a sbafo e sta senza far niente dalla mattina alla sera (perché nel frattempo aveva creato pure i giorni dividendo la sera e la mattina; il giorno e la notte per farlo dormire; il cielo e le stelle; e tutto il cibo possibile per saziarlo); insomma vedeva che se la passava proprio bene anche perchè quest’uomo non aveva mai sentito parlare di lavoro, di stress, di sudore. Così pensò bene di creargli dei problemi e decise anche di creargli qualcuno che gli facesse compagnia.
Un giorno, mentre Adamo dormiva, di nascosto, gli tolse una costola e da lì ne fece uscire un altro essere umano (anche se a dire la verità su quest’argomento ne tenesse 'a dicere ‘nu sacco; dico io: “Ma con tanti animali che c'erano e con tutto il potere che aveva, proprio da vicino Adamo doveva togliere la costola”. Per prima cosa voglio dire: perché proprio una costola, e poi se proprio la costola, perché non l’ha presa da un porco, una vacca, un asino o qualsiasi altro animale che aveva creato?! Anche da questo fatto penso che è stato solo un gesto di gelosia nei confronti del povero Adamo!. Ma comunque va bbuono, dicimme che accussì aveva ‘a j’ …nun fa niente…, vuol dire che gli uomini si arrangiano anche con una costola in meno tanto dicene ca so’ cchiù ffort’.
Poi un’altra idea che mi sono fatto è che all’inizio, per compagnia, il Signore gli aveva creato un altro maschio, ma poi vedendo che insieme i due non andavano d’accordo su niente - perchè Adamo essendo il primo arrivato voleva comandare lui come fosse il fratello maggiore - il Signore decise di togliergli l’altro uomo e creargli una donna con l’idea di farlo tacere un po’, in modo che Adamo avesse “pane per i suoi denti” creandogli un essere che era assai cchiù chiacchiaressa 'e isso e soprattutto che nunn ce ‘a desse ‘a vvencere; così che ogni volta che Adamo apriva bocca, chella "so magnava vivo, vivo; gliela fece proprio così terribile, ma così terribile che sembrava fatta proprio di proposito contro di lui, come a dirgli: “Tieni, t’ho fatto proprio una “bella” compagnia, fammi vedere un po’ se adesso hai ancora tanta voglia di fare il “comandante” e se hai ancora tanta voglia di farti vedere così felice!”
Quando poi a questa donna doveva dargli un nome, per fare in fretta, e sempre pensando alla seconda vocale dell’alfabeto, la chiamò: "E", e siccome il Signore gli ripeteva sempre “E va va’ voglio proprio vedere comme ‘a mitte nomme, vide 'nu poco chi tiene pe' cumpàgna?! Quel nome piano, piano accorciandolo negli anni diventò E-va.
Ma dopo un po’ di tempo, visto che questi due, sia Adamo che Eva, facevano i padroni di tutto, facenne ‘e scostumate magnanne e bevenne tutto chello ca truvavano, senza curarsi di nessuno e soprattutto avevano perso il rispetto nei suoi confronti, il Signore li volle mettere alla prova proponendogli un patto… dicenne 'nfaccia a tutte e duje: li vedete questi due alberi di mele che sono in questo giardino? da uno mangiate tutto quello che volete, ma da quest’altro non toccate niente perché queste mele mi serviranno a me p' 'o ricotto 'e mele perché ho il mal di gola (che po’ se sapeva che ‘o facette apposta pe’ vedè se ‘o purtavano rispetto). Disse: “Non rubate niente da quest’albero che ‘o veramente ce pigliamme collera …mangiate dovunque ma non da quest’albero vuje m’avite capito bbuono?” Anche se io… anche qui avrei tanto da ridire e penso proprio che questa è stata 'nata fibbia 'e sgarro in piena regola, perché sapeva bene che la donna essendo curiosa, prima o poi, appena Lui avesse girato le spalle… sarebbe andata a mangiare proprio da quell’albero, non curandosi nemmeno dei consigli di Adamo (perché Adamo ce ‘o diceva: “Nun da retta… lasse stà …chiste se ‘ncazza”). Volete sapere perché questa storia delle mele il Signore l’aveva creata apposta per farli sbagliare? Primo perché il Signore, che si presume sapesse tutto in anticipo, sapeva già, quindi, che questi due avrebbero sbagliato; e secondo perché sapeva bene che Adamo era impotente di fronte alla supremazia femminile (o’sinò Eva nunne ‘o faceva fa’ niente cchiù… e isso po’ addò ijeva… visto che era l’unica femmena… capite a mme!); e poi perché Eva, con la sua insistenza, ricoprendo il povero Adamo di bugie, raccontava: “Sai, è meglio che mangio una mela da quest’albero: chisto magari s’ha stipato ‘e mmele cchiù bbone e ‘i fracete me vulesse fa’ magnà a me? E se po’ ij fosse prena tutte ‘a schifezza ce ‘a vulesse fa’ magnà a figlieme; guarda che potrebbe capitare qualcosa di spiacevole al bambino, e ancora peggio… potrebbero uscirmi delle voglie sul corpo e se poi divento brutta, povero te… se me succere è meglio che te ne vaje ‘a nanze all’uocchie mij”. Così anche Adamo acconsentì e disse: “Vabbuò… fa’ tu… che t’aggia dicere… tanto facimme sempe comme dice tu”! Però, questa volta, nell’insistere con l’intenzione di mangiarsi quelle mele, non fu tutta colpa di Eva, ma fu mal consigliata da un Angelo amico suo – pare ca se trattavano comme a duje frate - ed invece quest'Angelo geloso, forse, di Adamo e del loro amore; le disse: “Eva, ma nun da' retta a nisciuno, cca chi rice ca te vo' cchiù bbene ‘e me t' 'nganna… tu ‘o ssaje che t’aggio vuluto sempe bbene; e a te, Adamo, ti dico che ha ragione tua moglie… vorresti forse farla abortire? e poi vi voglio dire ancora un'altra cosa: volete vedere che con tutta questa frutta che ha a disposizione, il Signore, ci vogliono proprio le mele di quest’albero per farsi qualche mela cotta ogni tanto; e poi mica se le va a contare; per una mela poi... mica se ne accorge…a vvota piglia certi nziere ca nunn ‘o capisco proprio a “Chill’ato”…!
Quindi penso proprio che questa volta non fu proprio tutta colpa di Eva… mo ce vò, mo ve ‘o putesse dicere… quanne ave raggione, ave raggione.
Così il Signore, Dio o Geova – comme ‘o chiammate vuje - se ‘ncazzaje, ma se ‘ncazzaje ‘e malamente… me pareva ‘nu "riaule"… dicette ‘nfaccia a tutt’ e duje: “Eppure ve l'avevo detto che servivano tutte a me le mele per fare le mele cotte!!. Adamo si voleva giustificare dicendo: Io veramente l’ho detto a Eva ma lei non mi è stata a sentire… vince sempre lei… voi lo sapete com’è fatta!, me l'avete data voi così! la conoscete bene… 'o ssapite comme è 'nzista… ij nun ce azzecco niente… a me manco me piacene ‘e mmele! Voi lo sapete che comanda sempre lei!”. Ma il Signore si arrabbiava ancora di più e gridava: “Non avete avuto nemmeno un po' di rispetto delle persone più anziane!! Voi non state a sentire i consigli di nessuno!! Ma nessuno vi ha mai insegnato l'educazione?! ma pigliateve scuorno!!” E così cominciarono a capire cos'era la vergogna… cominciarono a coprirsi con le foglie; a fare i bisogni ognuno per conto proprio; quanno s’avevano ‘a spuglià pe’ se lavà ognuno se ne ieve pe’ fatte suoje; insomma niente era più come prima; prima mò ce vò… se ciatavano mmocca, entrambi camminavano nudi e spensierati anche davanti agli altri Angeli che li guardavano… prima non pensavano assolutamente che ci potessero essere i uarduni o cocche maniaco assessuato; dicevano vabbuò… ccà so’ tutte Angiulille… so bbrava ggente; mentre po’ invece accumminciaje a capì a ggente quant’era faveza e fetente.
Mentre zia Concettina esponeva, accanitamente, la sua tesi sulla Bibbia i due signori "Testimoni di Geova" sbigottiti da quella strana versione della Bibbia ribadivano sbalorditi: “Ma signora… ma che dite? chi vi ha insegnato queste cose? ma la Bibbia non è di certo andata così!!”
“Ma che ne sapete voi! - Rispose zia Concettina - vi sentite più sicuri di me sulla verità... di come sono andate le cose? io che seguo la Bibbia da quando ho fatto la prima Comunione ne tenco ‘na panza chena ‘e ‘sti ccose. Me n’accurgiette subbeto comme stevano ‘e fatte, peccato sulo… che tra tanti ccose che aggio letto… cocche ccosa nunn mò ricordo bbuono.
Come pure un’altra cosa che mi dovete spiegare è questa – disse zia Concettina - questi due poi alla fine facettene pace marito e mugliera e’ avettene duje figlie… giusto? Caino e Abele… due uomini… o no? Allora, con tutta la buona volontà, mi spiegate come fecero a fare i figli? E poi un’altra cosa… ancora peggio… quanno chillo disgraziato ‘e Caino accerette ‘o fràte rimanette isso sulo ‘ncoppe ‘a faccia da terra… ‘e figlie cu chi ‘a fatto… pe’ opera ‘e Spiritussanto pur’ isso? e poi… ancora un’altra cosa… che lo vogliamo chiamare disgraziato e fetente a Caino …chiamiamolo pure, ma poi tanto torto manco ce l’ha… ‘o revano sempe tuorto a chillo pover’ommo; secondo voi Abele poi era un Santo e faceva sempre tutto esatto, mentre tutto quello che faceva Caino era sbagliato? Ij penzo che Abele annaze ‘o Signore facev’ “a mattonella” facennese ‘a bella faccia… e Caino che ‘o stuorto nun se firava do verè, pecchè devene sempe raggione ‘o frate, pigliaje e ‘o ccerette. Nun dico facette bbuono… pecchè nun se fa… però… Pure qui, secondo me, il Signore ha le sue colpe dando ragione sempre ad Abele… non vi pare?”
“Ma che dite signora… ma è pur sempre un omicidio tra fratelli… disse uno dei due “Testimoni di Geova”.”
“Scusate, perché io cosa ho detto? - rispose zia Concettina – mica aggio ditto che ‘a fatto bbuono… aggio sulo ditto che ce avevano fatto perdere ‘a pacienza…”
“Visto che la pensiamo in modo diverso… mi dite come la pensate a proposito dell'arca di Noè - disse uno dei due predicanti - nemmeno il fatto che il Signore abbia voluto salvare solo le persone degne di Lui, dal Diluvio Universale, è vero?”
“Certo che è vero, ma la verità di com'è andata la vicenda è un'altra!” Rispose un po’ stizzita zia Concettina.
“E' vero che il Signore disse a Noè di provvedere a salvare una coppia di animali per ogni specie ma, secondo me, certamente non fu fatto; secondo voi che faceva Noè, se li guardava uno ad uno… se veramente salivano tutte le specie… se li metteva a contare (ci sarebbero voluti anni e anni); sicuramente qualcuno l'ha fatto fesso …sai quanti animali fecero i furbi facendo entrare figli, nipoti e fratelli aumma aumma ; e poi… con quegli animaletti piccoli, piccoli mi spiegate come faceva ad accorgersene; e onestamente… voi al loro posto che avreste fatto? i vostri figli l'avreste lasciati fuori a morire annegati o li avreste fatti salire?
Come pure... il signore disse a Noè di portare con sè tutta la sua famiglia; allora 'sti ppovere bbestie pensavano… certamente: "e che… chisto fosse meglio ‘e nuje... ca se po purtà 'e figlie, ‘e i nepute!" o’ me sbaglij? e poi, parlammoce chiaro, sapete quante persone si saranno intrufolate abusivamente nella barca penzanne a chillo ‘uaje c'aveva succedere vi pare che ognuno non si fosse lamentato… onestamente si er'ij me facevo venì 'e mmosse… cchiù priesto me facevo accirere… tanto pure avevo ‘a muri… e che ce ‘a revo vinciuto a isso? allora a me nunn’ me cunuscite! Ma sapite quanta muorze ‘n capo ce devo a’ isso e a’ mugliera?
“Certo che voi avete un modo tutto vostro di vedere le cose - disse uno dei "Testimoni di Geova" a zia Concettina - e divertiti da questo suo modo di vedere la Bibbia continuarono… e che ne pensate della Torre di Babele? nemmeno questa storia è andata come sappiamo?”
“Certo che no! - rispose zia Concettina - certo che no!!”
“Voglio dire io… al Signore che cosa importava che quelli costruivano la Torre o oppure no. Perchè secondo voi ce aveva ammisccà 'e llengue per non far costruire questa torre? Che cosa importava... effettivamente dove potevano arrivare di quei tempi? Al massimo arrivavano fino al terzo piano... mica veramente arrivavano 'n cielo… e po’ abbastava ca quanno avevano fernuta ce ‘a vuttava ‘nterra e levava subbeto ‘o ‘mbruoglio ‘a miezzo?! O no? Sarebbe stata una vera scemità mischiare le lingue per questo fatto... vi pare?” – disse, rivolgendosi all’anziano che gli aveva fatto la domanda.
Le lingue, certamente, si saranno mischiate dopo… quando: 'o taliano s'ha pigliato ‘a marruchina"; 'O francise s'ha spusat’ ‘a tedesca… e 'stì cinise ca stanno pe' tutte parte… nunn ‘e vedite? mica si sono mischiate per colpa del Signore che non voleva far fare questa torretta di pochi piani. Questa volta, secondo me, si sono inventati tutto quelli che hanno scritto la Bibbia, proprio perché dovevano dare la colpa a qualcuno; e, come si sa, quando non sanno trovare il colpevole dicono sempre che la colpa viene dall’alto perché come si dice da noi… “’O pesce fete da’ capa”.
“E su Mosè… avete qualcosa da dire anche su di lui? Lui che è stato davvero un brav’uomo? - Disse uno dei “Testimoni di Geova” – lui sì che ha fatto tante cose buone per noi… ha fatto tanti sacrifici per farci conoscere i dieci comandamenti…”.
“No, su di lui ci sono poche cose da dire, anche se devo aggiungere che tanto Santo non era, visto che pure lui ha ammazzato un uomo; ma visto che poi era stato scelto dal Signore per portarci un messaggio di pace non capisco poi perché il Signore Dio l’ha fatto morire. Allora non è vero che lo riteneva un privilegiato? Prima l’ha fatto patire sin dalla nascita… abbandonato dai genitori in balia di un fiume (forse per fargli togliere i peccati); poi l’ha fatto diventare un eroe facendogli fare anche le magie – facendogli dividere le acque del mare – (anche se qualcuno dice che non è stato lui ma è stato un forte vento mandato dal Signore a far aprire il mare); poi lo ha illuso dicendogli che era stato scelto per salvare tutto il popolo ebreo; poi l’ha fatto restare ben quaranta giorni sul monte per dargli i dieci comandamenti (ma quanto ce vuleva pe’ penzà. L’ha fatto “murì” ‘e friddo a ‘stu “puvuriello”. Manco steve a scrìvere ‘nu rumanzo… e menumale che erano sulo diece ‘e cumandamente o se no mo stevano ancora a scrivere) poi quando non gli serviva più gli ha detto che poteva anche morire, che ormai aveva già centoventi anni e che i suoi giorni di vita sulla terra erano finiti. Secondo voi è normale… s’aveva fatto primma tutt’ ‘e fatte suoje e po’ ce ‘a ritto mo te ne puo’ ghì… se er’ij pigliavo ‘e doje prete co’ ‘e cumandamente – pesente e bbone – e ce ghittavo appriesso.”
Vedendo che zia Concettina rispondeva per le rime alle loro domande... le chiesero… divertiti:
“E sul fatto della nascita di Gesù, lì com'è andata?”
“Ah, qui poi se ne potrebbero fare dei romanzi, peggio ‘e “Biutifull”! – rispose, subito, zia Concettina –.”
“Secondo voi Maria – ‘a Maronna - è veramente ‘a mamma do’ Criaturo e Giuseppe è ‘o pate? chillo… “‘o povero Ddio” nun sapeva proprio niente . Maria gli disse che era incinta e facennolo fesso e cuntento dicette: Giusè chisto è figlio a tte… è stato ‘nu miraculo… “bello e buono” (cu chella faccella ‘e Angiulella comme fanno ‘e femmene quanno t’hanno ‘a cuntà cocche fessaria) anch’io me lo sono trovato davanti senza sapere - dicette chella furbacchiona ‘e Marì - ‘o ssaccio che tu nunn saje niente ma crireme; e Giuseppe che s’ammuccava tutt’ cosa, pecchè era ‘nu buon ommo, dicette: “vabbuò mitte cca mo… nun facimme parlà ‘a ggente; anzi mò saje ca facimme? primma ca partorisce ce ne iammo ‘a ‘stu paese …ce ne iammo a Betlemme… lla nisciuno ce cunosce… o primmo bbuco annascuso ca truvamme ce fermamme” e così se lo tenne anche se un dubbio gli veniva: “ma comm’è… ma co’ tanta femmene proprio a’ essa aveva succerere ‘stu miraculo?” e cammenanne cammenanne ‘nguorpo a’ isso faceva: boh, ij nunn me trovo…
E poi voglio dire un'altra cosa: questo bambino da quando è nato fino a trentatrè anni dove stava? Ma che… l’avevano dato in adozione? O se l’era annascuso Giuseppe pe’ nunn ‘o fa verè a nisciuno e po’ ‘o cacciaje già gruosso? Oppure se n’era andato in Paradiso e poi era ricomparso per miracolo perché poi doveva venire solo a comandare? – ammo visto comme



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Scrittura creativa scritta il 02/04/2013 - 09:23
Da Luigi Bellotta
Letta n.1866 volte.
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Commenti



Luigi Bellotta 22/09/2018 - 12:59

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