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GLORIA

Era in una stanza buia, gocce d'acqua precipitavano dal soffitto. Rumori strani e molesti continuavano a tormentarlo e ovunque tentasse di andare, ritornava sempre al punto di partenza. Era un circolo vizioso, un via e vai di tentativi destinati a fallire, non aveva speranza. Il fuoco bruciante nei suoi occhi, uniche lanterne nel buio della stanza, cominciava ad esaurirsi. Solo ed in preda alla disperazione più totale, contemplava l'unica via di fuga, la più difficile e facile allo stesso tempo, dedicata ai codardi, ai miseri perdenti. Cominciò a ridere in maniera ritmica, il suono delle sue risate colpiva violentemente le pareti della sua prigione creando un eco di alti livelli che nessuno voleva udire. Il suo egoismo era l'unica presenza in grado di superare le mura della stanza, ma non trasportava con sé la richiesta di aiuto. Era destinato a spegnersi, portandosi dietro tutta la gloria repressa che aveva sognato.



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Opera scritta il 25/02/2017 - 00:47
Da Silviu Gabriel Costin
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