delle immagini riflettono
un passato lontano
non vissuto da protagonista.
Esiliato dalla vigente razionalità
precipito nel pieno del XIII secolo,
un’ambiente caotico
in cui tutto si amplifica
e qualcosa di speciale s’innalza
sotto forma di lirica, la mia.
Nel mio mondo gotico
fitte masse murarie svaniscono
ed il peso esorbitante
dei miei occhi
trova appoggio nelle tue braccia ingannevoli:
soffici ed innocenti,
contengono forza necessaria
per reggere tale peso.
Da guance intimorite e meravigliate
archetti rampanti si propagano
con sinuosità fra espressioni
e lineamenti graziosi.
Una fantasiosa struttura gotica
si erge diretta verso l’alto
come i nostri sguardi
quando ci cerchiamo.
Il fulcro dell’architettura ogivale
sta nella luce;
anche nel mio mondo felice
un fiume lucente
irrompe immense vetrate colorate
e con effetti irragionevoli
una miracolosa visione s’infonde.
Un imprevisto balzo
conduce mente e corpo
in un luogo familiare
dai pensieri grigi
e da gesta oramai remote.
Sono a Parigi
guidato dall’armonia
di un sorriso radiante
talmente prestigioso
da vedere in te
la Sainte-Chapelle.
Ciascuna parete radicata
nel timore del tuo essere
ultima il proprio crollo
lasciando spazio
a copiosissime lastre di vetro,
voce del tuo cuore,
affinché raggi di luce
possano filtrare tenacemente
e illuminare i nostri movimenti
prossimi alla verità.
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