UOMO, SCHIAVO, GLADIATORE E INCUBO DI ROMA...
Ecco, è l'Alba…
Il nostro Padrone ci sveglia a calci e pugni…
Secchiate di acqua gelata della Notte, si vengono a scontrare senza pietà sulla nostra pelle viva…
Ci caricano su dei carri, dentro a delle Gabbie trainate da cavalli neri, come la Morte che ci attende…
Nessuno dei nostri simili è mai tornato indietro per raccontare l'accaduto, una volta partito…
La libertà ci è stata tolta, il giorno in cui ci hanno marchiati a fuoco il braccio destro, col simbolo del nostro padrone…
Ammassati come cadaveri viaggiamo, non so dove né perché, non ci e dato sapere, Viaggiamo…
Il Sole è alto in cielo e Finalmente ci fermiamo…
Sguardo a terra… vedo un enorme ombra che ci sovrasta dall'Alto…
Alzo la testa, e scorgo sopra di me, qualcosa di grande come un montagna…
Sembra un Titano, mai visto nulla di eguale…
Con la forza, ci fanno scendere a terra…
Soldati dell’ Impero ci scortano, ammanettati con pesanti catene e ci conducono al suo interno…
Le Frustate schioccano a Terra, come se volessero farci correre…
Entriamo in fila, scortati fra odore di Morte e Metallo…
Un cancello si eleva alla fine del percorso…
Ci ritroviamo tutti al centro di una strana e rotonda struttura…
La Luce ci acceca la vista...
Il Boato della folla ci Assorda i timpani...
Le Armature odorano di Carne e Sangue…
La Sabbia ci soffoca i polmoni...
Il Caldo estremo ci taglia la gola...
Un Uomo dall'Alto, circondato da altri come lui, ci osserva, vestito di Rosso e placcato con Oro e Argento, acclamato a gran voce dalla folla, fa gesto di Ringraziare, il tono del Popolo…
Tutto d'un Tratto…
Un Urlo di un mio compagno, Schiavo anche lui, Attira fulmineo i miei sensi...
Seguo il suo sguardo Terrorizzato...
E mi accorgo della presenza di enormi bestie, che dall'oscurità delle loro gabbie, ci osservano con occhi assassini e fauci spalancate...
Emettendo ruggiti di fuoco, ci mostrano le loro Lunghe Zanne, Affilate come spade...
Mai visti mostri simili, neanche nei più orrendi incubi di quando ero solo un infante…
A confronto dei loro denti, le nostre armi sembrano inutili utensili senza senso…
D’un tratto si apre un altro cancello di fronte noi…
La folla esplode in un unico enorme urlo acclamato e ripetuto…
Un Coro si eleva sulle nostre teste, così potente che potrebbe decapitarci all'istante se solo volesse…
“Maximo!!! Maximo!!! Maximo!!!” Ancora… Ancora… e Ancora…echeggiando ovunque…
Il Suono delle loro voci quasi ci stordisce, non capiamo cosa succede, ne il motivo…
Siamo solo Impietriti dalla Paura…
Urlano a squarcia gola, invocando quello che sembra Marte, Dio della Guerra…
Circondato da altri soldati, in alta uniforme…
Cammina su di un letto di Fiori…
Piovono Rose Rosse…
Gli vengono lanciate da migliaia di Persone, solo per lui, come se non volessero che i suoi calzari, sfiorassero la sabbia del suolo…
Neanche fosse Venere, la Dea Proibita che tutti noi uomini, vorremmo nel nostro letto…
Si gira, guarda l'uomo più importante fra tutti, in alto dietro di lui…
Alza la mano destra, e in una lingua che non conosco, porge a possente voce i suoi saluti, a quello che sembra L’Imperatore Assoluto…
“…Ave Cesare, Morituri Te Salutant…”
Il popolo tace e ascolta mentre il loro Re prende parola…
In un linguaggio di cui noi ignoriamo il significato, pronuncia il suo discorso a tutti i presenti…
E alla fine con la mano destra, fa cenno di Iniziare…
Il Cancello alle nostre spalle si serra di colpo…
Le gabbie con le orrende creature, si aprono…
Sono legate con catene come le nostre, ma ciò con le ferma dal tentare di aggredirci con infernale ferocia…
Dobbiamo stare lontani dai loro artigli, per questo ci spostiamo uniti verso il centro della struttura…
Un grido di morte, riempie l'aria che si gela…
Uno dei soldati, ha trapassato il petto di un mio compagno, con una Lancia…uccidendolo quasi all' istante…
Mi giro tutto intorno e vedo i miei compagni cadere uno ad uno…alcuni ribellandosi, altri tentando di scappare…
Nel panico più totale, ci disperdiamo correndo…
Pessima decisione…
Le Belve, li prendono uno ad uno, sbranandoli vivi senza pietà alcuna…
Li dilaniano con l' anima ancora in corpo, fra grida di dolore soffocate dal sangue nelle gole e il suono delle loro carni che si lacerano, sotto i loro artigli affilati come rasoi…
Mentre le loro ossa si infrangono fra le loro mascelle impietose e affamate delle nostre vite…
Non ci lasciano scampo alcuno…
Li vedo cadere tutti, poco a poco, uno ad uno…
Chi per Lance e Spade…Chi per Zanne e Artigli…
Eravamo già Cadaveri Viventi, dovevano solo decidere come Ucciderci, oppure noi…
Come Suicidarci…
Fra Urla di Dolore…Ruggiti…e Altri Suoni di Guerra…
In quel Massacro…
Avverto in tutto ciò, una presenza alle mie spalle, mi volto e…
Nel caos più totale, colgo la sua figura…
Cammina inesorabile verso di me, la sua vittima prescelta…
Mi osserva con gli occhi di un Demone, scrutando i punti deboli del mio corpo…
Con passo lento ma letale si avvicina…mi guarda, dritto negli occhi…
È così vicino, che potrei ucciderlo con un solo singolo fendente, ma il mio corpo non risponde ai miei comandi…
È come se Medusa la Gorgone, mi avesse trasformato in pietra…
Non riuscivo più, neanche a pensare…
Con un solo unico glaciale sguardo, ha perforato ogni mia difesa…
Scudo, Spada, Armatura, Muscoli, Ossa…
È già arrivato a prendersi l’anima…
Fa male, fa tanto male…
È come se Ade, Dio dei Morti, fosse risalito dall'oltre tomba, per portami via con lui ancora in vita…
In un istante alza il suo braccio sinistro e con la spada cerca di portarmi via la testa…
Non so come o per quale grazia, riesco a schivare…
Mi abbasso verso terra e gattono, mi rialzo dietro di lui, ma ecco che mi fermo appena in tempo a poco meno di qualche passo dalla bocca della belva…che prova a divorarmi…
Mi getto sul fianco, in pieno istinto di pura sopravvivenza…
Ruzzolo su me stesso, sabbia e terra mi graffiano il viso, le sento scrocchiare in bocca sotto i denti…in un amaro e secco sapore…
Gli occhi non vedono bene…
Ma comunque mi mostrano la sua ombra sul lato sinistro…
Mi giro di scatto e vedo lui che tenta ancora…
Stavolta il fendente va a segno e mi colpisce sotto le costole…
Senza pietà affonda, ma non per uccidere, non come se volesse farla finita…
La sua gente, vuole uno spettacolo…il massacro, lo ha già visto…
Dolore!!! Infinito Dolore…mi scorre veloce e inesorabile lungo tutto il corpo…e come se non bastasse le folla né gode e lo incita a farlo ancora… e ancora… e ancora…
Neanche fossi Immortale e senza difese…
Lui alza le mani al cielo, in gesto di approvazione, come a voler preparare la sua platea per il prossimo fendente…
Io in ginocchio, provo ad alzarmi da terra ma nulla…un fiume di sangue, sgorga da sotto la mia armatura…
Riesco a mala pena, vederlo arrivare…
Mi guarda come si osserva un animale morente, durante la Caccia, decidendo quale sarà, il Colpo fatale ultimo…
Con un calcio al centro del petto, mi sdraia a terra, sulla schiena a qualche passo da lui…
Rinfila la spada nel fodero e ne prende un’altra dalla gamba sinistra…
La alza al cielo, brilla come l'Oro…
Mentre si avvicina a me, per il colpo di grazia a passo lento cerca di capire come uccidermi, chiedendo ai suoi simili che lo osservano come sarei dovuto morire…
Loro non lo fanno attendere e a gran voce, con tono secco e deciso, capisco che vogliono che la faccia finita…
Si ferma sopra di me, a cavallo del mio bacino, con la mano sinistra impugna la spada d'orata e con l'altra cerca il calore del pubblico, prima dell’esecuzione ultima…
Guarda con sguardo fiero si gira verso l’imperatore, attendendo la conferma reale per l’esecuzione…
Lui guarda il popolo e con un ultimo breve discorso, attende il già conosciuto esito verbale da parte loro…che riecheggia ancora e ancora nelle loro gole…
Morte!!! Morte!!! Morte!!!
Morte!!! Morte!!! Morte!!!
Morte!!! Morte!!! Morte!!!
Il sovrano, alza la mano destra e con il pollice, fa un cenno indicando il suolo, sicuro che quello fosse l'esito…
Non c’è bisogno che qualcuno traduca per me, so già che hanno chiesto la mia vita…
Guardo il mio carnefice, per quella che penso sia l'ultima cosa che i miei occhi vedranno, prima di vedere i Campi Elisi…
Sembra Zeus in persona, il Dio degli Dei, Signore dell'Olimpo…
Quella spada d'orata somiglia alla sua folgore divina…la stessa che ha ucciso i Titani ed imprigionato Ade, negli Inferi…
Si, mi arrendo… finalmente potrò rivedere la Donna che Amo, i miei Bambini, la mia Casa…
I miei campi di Grano Dorati, fra cui la mia famiglia ed io ci perdevamo a vista d'occhio…
Per poi ritrovarci nella nostra umile dimora….
Piena D’amore…
Eravamo poveri ma felici…
Non mancavano di nulla…
Mi vennero uccisi davanti agli occhi, il giorno che i soldati dell' Impero, mi vennero a prendere…
Mi accusarono di alto tradimento nei confronti dell'imperatore, ma come avrei potuto io, un umile pastore, coltivatore della terra…anche solo pensare una cosa simile…
Venni a sapere solo dopo, durante la prigionia, per aver reso un gran servigio al mio padrone, il motivo di tutto ciò…
Menzogna e Calunnia erano stati gettati contro di me e la mia famiglia, il tutto per avere le mie terre e la mia casa, con il resto dei miei averi…
Loro uccisi ed io reso schiavo a vita e per cosa… valeva davvero il prezzo di quattro innocenti sulla coscienza?...
Per qualcuno Si, mi fu fatto Nome suo e della sua Famiglia, Alta società di quell' Impero chiamato ROMA…nato sotto il nome del fondatore Romolo, Primo Imperatore Assoluto…
Neanche sapevo chi fossero, prima di allora… ne loro altrettanto di Noi…era stato solo un atto di puro egoismo…
Il tempo si fermò per un attimo, volsi lo sguardo alla mia destra, dopo aver udito quella che sembrava la voce di mia Moglie, Jiulia…
“Dolce Jiulia, Moglie Mia…
Sei proprio tu? Sei venuta a prendermi…
Lei Rispose…
“ Eccomi Amore Mio sono qui, sono qui… accanto a Te, ma sappi che non è ancora l’ora tua ultima…
Hai ancora molto da dare…in questo Mondo…
Ma ora, guarda…
Vicino ai piedi del tuo nemico…
Fa’ ciò che devi, compiendo il tuo destino…
Noi ti aspetteremo qui, non avere timore, noi siamo qui…
Nei campi di grano in cui vivevamo…
Nella nostra dimora ancor riposiamo…
E aspettando Te…
Noi ci Rallegriamo…
Perché Noi, Ti Amiamo…
Adesso Vai, Vai non c’è più tempo…
Vai…”
In quel frangente, vedo una lancia sul mio fianco destro…
Tendo la mano, per afferrarla e con le ultime forze…
Mentre il mio carnefice era impegnato a Lodarsi con la sua gente, un attimo prima del colpo di grazia…conficco quella punta di freddo metallo al di sotto del suo Elmo…
Con un solo ultimo disperato attacco…Lo trafiggo al centro della Gola…
Lui indietreggia sconvolto di un passo o due…
Incredulo di cosa era appena successo, con la spada cerca di uccidermi trafiggendomi il petto…
Schivo, Lui cade a terra, Zampillando Sangue dal collo…
Io afferro il mio pugnale e guardandolo negli occhi, lo accoltello diretto al Cuore…senza lasciargli scampo…lo strappo definitivamente alla Vita…
Non gli concedo neanche il tempo di Morire…
La platea impietrita e silente non crede ai propri occhi…
L' Imperatore e i suoi soldati stessi rimangono ad osservare…Me Vivo, su di Lui Morto…
Cerco di alzarmi, ma ho perso troppo sangue, rimango in ginocchio…
Un Centurione si avvicina a passo svelto verso di me, estrae la spada, so che sta per uccidermi ma forse sono morto anche io e sto solo aspettando il trapasso…
Non intendo opporre resistenza…
Mentre attendo il mortale fendente però, si ode una voce fra i tanti che urla…
“Grazia, Grazia… e Ancora Grazia”, sempre più veloce…
Seguono anche altre voci, in egual maniera, ancora e ancora, fino a diventare un unico coro echeggiante…
Il Centurione si arresta, guarda L’Imperatore, attendendo ordini…
L’imperatore guardandosi intorno, confuso e incredulo per l’accaduto, non può che alzarsi in piedi, guardare il suo popolo…e ancora incredulo, alza la mano destra e facendo cenno verso l'alto col pollice, concede a me…
La Grazia…
Esplode un Eco, da tutto l'Anfiteatro, migliaia di persone entusiaste mi applaudono e urlando, chiedono a gran voce il mio nome…
Due soldati mi aiutano ad alzarmi e mi sorreggono, uno dei due mi chiede come mi chiamo…
Io Rispondo, Altacus…
Ma ovviamente con la voce rotta dal dolore in punto di morte, da lui venne percepito un altro nome…
L’Imperatore ferma con un gesto la folla e chiede al Soldato…
“Centurione, qual' è il nome di quest' uomo…”
Lui risponde: “…Mio Re, dice di chiamarsi SPARTACUS…”
L’Imperatore Cesare allora risponde: E sia SPARTACUS, Io Caio Giulio Cesare, Imperatore di Roma, ti concedo la Grazia…
La folle esplode nuovamente in un coro assordante, ma stavolta, Urlano quello che pensano sia il mio nome…
“… SPARTACUS, SPARTACUS, SPARTACUS IL GLADIATORE, SPARTACUS DIO DELLA MORTE, SPARTACUS… IL TITANO…SPARTACUS…”
È assordante ed incredibile, Io povero pastore, divenuto schiavo per opera di Menzogna e Calunnia…per puro egoismo di estranei…
Ero diventato, un Gladiatore del Colosseo…
Ero il Dio dell’Arena, Signore incontrastato dell’Anfiteatro Maximo, del Sacro Impero di Roma…
Unico vincitore sulla Morte…
Cammino abbracciato a quelli che dovevano essere i miei carnefici, su un letto di Cadaveri e Rose Rosse…
La vista mi si offusca, l'udito mi si affievolisce, i sensi mi abbandonano, poco a poco…
Vengo e preso e portato via negli alloggi dei Sapienti Curanti, per arrestare l'Emorragia…
Nel tentativo di salvarmi la vita…
Il mio padrone si congratula con me, mi dice che sono stato magnifico e che sarò trattato come un vero “Dio dell’Arena”…
Mi promette Soldi, Donne Vino e qualunque altra cosa io voglia, purché io mi riprenda in fretta…
A patto sempre che io combatta ancora nell' Arena come Spartacus, Dio della Morte…
Mi strappano via da tutti quei discorsi senza senso…
Mi portano di corsa, non so dove…
Perdo i sensi non so per quanto…
Al mio risveglio ero ancora vivo…
Appeso ad un filo tra la vita e la morte ma vivo per miracolo…
Sento voci, dal muro…
La porta si apre, è L’Imperatore Cesare in persona, vuole congratularsi con me e con il mio padrone…
Dicono che hanno grandi progetti per me…
L’ultima cosa che ricordo, è la voce di mia moglie che mi dice “ Ora sei SPARTACUS, compiendo il tuo destino, avrai la tua vendetta va' Amor Mio, Va'…
Perdo di nuovo i sensi…
Mi sveglio dopo giorni, di lungo sonno, sono ancora fragile, una Donna schiava anche lei…
Mi dice che è la mia nuova Curatrice, si chiama Lucilla e che ho dormito ininterrottamente per 3 Giorni di seguito…
Ero fuori pericolo ma molto debole…
Si apre una porta, si avvicina un uomo dalle ricche sembianze…
Mi dice di chiamarsi Bruto…
E che mi ha comprato, da quello che era il mio vecchio padrone…
Ora rispondo a lui…
Penserà lui a tutto…
È un dei membri più illustri di Roma, in linea di Sangue diretta con l'attuale Imperatore Cesare…
Una nuova dimora mi aspetta, con una scuola ufficiale per diventare Gladiatore e un Casato illustre ove vivere…
Mi spiega che se sarò, il migliore fra tutti i Gladiatori e saprò conquistare il pubblico…
L’Imperatore un giorno, mi concederà il Gladio D’oro, simbolo della mia ritrovata libertà da Gladiatore e uomo libero Finalmente…
La stessa spada, che possedeva l'uomo che io avevo ucciso…
Mi lascia riposare, fra le sapienti mani si Lucilla, la mia curatrice…
Chiedendo di tenerlo sempre aggiornato sul mio status di salute…
Uscendo, mi saluta e mi dice che ha progetti mai visti prima per me…
E che ero diventato una Leggenda, SPARTACUS il Dio della Morte…
Questo sarà il mio nome da oggi in poi…
Ma io avevo ben altri piani...
Vendetta, volevo solo quella e avrei fatto qualunque cosa per riuscirci…
Anche diventare qualcun’ altro che non ero mai stato prima…
Quindi accettai, il mio nuovo nome e il mio nuovo padrone…
Pronto a risorgere dalle mie Ceneri, a nuova vita con altre sembianze…
Promisi però a me stesso, che se da una parte fossi diventato il “Gladiatore, Dio della Morte Spartacus”, facendo ciò che loro più amavano…
Dall'altra sarei diventato, “Spartacus L’Incubo Del Sacro Romano Impero”…
E che avrei avuto il Sangue e le Ceneri di Roma fra le Mani, Un Giorno non troppo lontano...
Prima di ricongiungermi,con I miei cari, nei Campi Elisi ...
Marcvs, Sacro Romano Impero, (Roma) 23 A.C.
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TRATTO DAL MANOSCRITTO INTITOLATO:
LE OSCURE MEMORIE DELL'INFERRI TENEBRIS MESSOR...
LIBRO PRIMO:
LE PROIBITE ROSE NERE DEL GIARDINO DEGL'INFERI...
MARCVS
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