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Gracidano bufonidi

Gracidano bufonidi
nelle palustri macchie,
sui confine dei campi
briose gore borbogliano,
scalettano gradoni
declivi al sole
bugne e merli lesi
spiccano sul poggio
prima della punta
del brullo monte,
ripieno di cibo e vino
una bugnola oscilla
sul capo della donna
che dirige al podere
ove sudando si falcia
grano maturo e dorato.


Così un quadro agreste
del giorno estivo
se fossi dove ebbi natali
e non qui ora prigioniero
in una voliera urbana
cinta da artefatti chiusi
di cemento e vetri
che limitano vista e cuore.


Dove trovar oggi
la cupola di fogliame
che rende ombre
quando forte picchia il sole?


Oh persa sciupata fortuna
di aprir le ali e volare
fuggir tra placidi boschi
e sorgenti rivi gelati
affondar vista e sensi
nell'infinità azzurra
che non ha porte chiuse
e tapparelle abbassate!




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Opera scritta il 21/07/2014 - 15:06
Da Angelo Michele Cozza
Letta n.970 volte.
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Commenti


L'ho riletta e qualche parola mi è ancora oscura. Rileggo, ma è gradevole questa voce fuori dal solito coro melenso.

Stella Saint Just 23/07/2014 - 16:34

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