Nel mio bicchiere verso spesso un liquore,
un pregiato elisir che ha un nome solo,
che al cuore dà gioia e mai tanto duolo,
che alle menti depresse toglie il torpore.
Quand'io nacqui una bottiglia fu aperta
da mio padre,che con voce un po' incerta,
ma sorridente,con mia madre brindò
e con gli occhi al cielo tosto esclamò:
" Alla salute di questo piccolo fiore! ".
Allorchè crebbi e maggiorenne divenni,
così mi disse con mestizia nel cuore:
" Se la tua vita fosse avara e tentenni,
bevi,o figlio,di questo dolce liquore,
della stessa sarà più tenue l'agrore ".
Io non volevo gustare quel miele,
ma un triste giorno il dolor m'assalì
e con esso in bocca il disgusto del fiele.
Allor frugai e una bottiglia apparì
di liquido piena,ma solo a metà.
Tosto l'apersi e con cura versai,
indi le labbra al bicchiere appoggiai
e ne bevvi un poco con ansietà.
Attentamente gustai la bevanda:
divino quel nettare aveva il sapore.
Mi diede gioia e tanto fervore
quella sostanza di nobile pianta.
Bevvi d'un fiato e poi bevvi ancora
non più nel calice versando il liquore,
ma la bottiglia,tracannando,svuotai.
Or bevo spesso e non smetto mai.
Vivo da ebbro,ma non sento dolore
e nei miei giorni più avari,talora,
innalzo il mio calice con devozione
al vecchio elisir,che ha nome Illusione.
Gino Ragusa Di Romano
Dal mio libro ACCENTI D'AMORE E DI SDEGNO
Pellegrini Editore - Cosenza 2004
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MOLTO BRAVO! Ciao...
Serena notte. Vera