Sono
nel silenzio assorto
nel mare che più non sospende
quel senso d'angoscia
tra la terra e il cielo.
nel silenzio assorto
nel mare che più non sospende
quel senso d'angoscia
tra la terra e il cielo.
Sono
di morte avvolto
prigioniero di me stesso
una lettera in un cesto vuoto
senza verbo né coniugazione.
Si muovono ombre
in attesa di sentenza
e quell'abisso
così temuto
non lascia repliche alla notte.
Volteggio
nel limbo delle risate vuote
mentre al silenzio
voto il respiro
pregando l'Altissimo.
Foglia avvizzita
e un ramo che non sa più sorridere.
Poesia scritta il 23/07/2015 - 11:54
Da Enrico Danna
Letta n.1271 volte.
Voto: | su 23 votanti |
Commenti
Momenti intensi come quello descritto in questa lirica sono anche una grande forza d'ispirazione per esternare sensazioni e sentimenti di spessore come hai fatto tu.Complimenti e buona giornata.
Luciano Guidotti 24/07/2015 - 10:01
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non ce la posso fare.....
Enrico Danna 23/07/2015 - 15:50
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"sono il volteggio di una foglia avvizzita." Ho giocato con i primi versi di ogni gruppo. Sta a significare che dal primo verso all'ultimo esiste la coerenza di una amarezza sentita vissuta e riportata.Ho apprezzato
luciano rosario capaldo 23/07/2015 - 15:50
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Una sequela amaramente forgiata... Coraggio Enrico.
Rocco Michele LETTINI 23/07/2015 - 15:45
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