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Come concerto di rose

Sento
quel vacuo senso d'infinito
che alimenta la marea del nulla
come fiore di ciliegio in attesa
d'una primavera che più non rifiorisce.


E' l'apnea
il rifugio delle mie utopie
mentre il mondo scopre nuovi boia
ed i giorni
sono uteri feroci
che del mestruo han fatto il grido di battaglia.


Non ci sono rose
non ci sono giardini
solo le verdi lusinghe del petrolio
ad alimentare oasi di cemento
e tutto attorno
in astinenza d'ossigeno
lo sciamare di rifiuti animati
e cervelli inermi
in file disadorne
su propaggini di coscienze mute.


Sento
le tue mani su di me
mi accorgo d'esser vivo
in un contesto di paralisi
e
tutto attorno rinasce
l'euforia d'un canto nuovo
come concerto di rose
allo scoccar di mezzanotte.




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Poesia scritta il 27/12/2015 - 13:47
Da Enrico Danna
Letta n.1007 volte.
Voto:
su 2 votanti


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