promettendomi silenzio e circostanze…
ero solo …cosi solo in quelle stanze,
da sognare una realtà da lampadario.
Quell'inutile rintocco di campana,
reso sterile dai passi della vita,
confondeva in pochi istanti il mio pensiero,
mi portava dove il regno è senza l' Uomo...
Esco in giro... senza vincoli o pretese,
mi ritrovo nella piazza del paese,
ed osservo le parole della gente,
che sconfinano nel Mondo del suo Niente.
C’era li in un angolo... nascosto,
un bambino che giocava col suo IO…
lo chiamava con un nome misterioso,
gli chiedeva... come si chiamasse DIO...
domandava… se era logico capire,
perché l’uomo gli imponesse di soffrire,
gli chiedesse di nascondere l’infanzia,
per far finta di capire la sua essenza.
Il bambino salutato… quell'amico,
ritornava a casa propria, senza sogni,
quei suoi occhi offuscati da una MORTE
che ha rubato i suoi giochi e la sua SORTE…
Conoscevo quella storia di violenza…
che sfogava la sua rabbia in quella via,
era il peso da portare per quel bimbo,
era un pianto che perdeva la sua scia.
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