fulgente stella, di cui m'indoro,
mentre io miro le rose screziate
di voi sento il profumo dell’estate
e la melodia del fruscio sonoro
delle reste che fan le danze gighe.
Musica, spettacolo e natura
ossigenano la mente e il cuore;
m’ispirano la poesia più pura
mentre miro il sito incantatore,
che le affilate falci e rutilanti
presto deporranno al suolo 
a mannelle e poi a gran covoni,
che a breve equini ansimanti
dall’aurora al chiù dell’assiolo,
 scalpitanti e al villano proni,
priveranno le spighe del grano
e il contadino col favor del vento
della pula e della fulva paglia.
Così vien fuor il pane quotidiano
a fatica e con qualche tormento
di chi braccio e mente travaglia
per nutrire anche i malviventi.
Divina sei tu , bella natura,
sei la migliore banca della terra:
noi seminiamo con sudati stenti
e tu poi restituisci a dismisura
ciò che l’uomo pone sottoterra. 
Dal mio libro "BRIO E MALINCONIA"
Poesia scritta il 02/08/2016 - 11:28Voto:  |  su 4 votanti  | 
	
Gino Ragusa Di Romano  
 04/08/2016 - 10:13 
Sabry L.  
 03/08/2016 - 12:20 tua poesia, adoro il mare e la natura in genere, quindi condivido il tuo bel pensiero. Purtroppo hai ragione spesso si lavora anche per i fannulloni,
e i malviventi..
Ciao carissimo a te un'abbraccio.
Maria Cimino  
 02/08/2016 - 22:25 Lieto meriggio Gino.
*****
Rocco Michele LETTINI  
 02/08/2016 - 15:06 
  
POETA DELL'AMORE LUPO DELL'AMI  
 02/08/2016 - 14:25 
                        


