quella della ragazza della stanza 22, che sta proprio sopra la mia.
Io comincio a piangere e la sento camminare,
camminare scalza sulle assi del pavimento.
Per tutta questa notte solitaria e la sento anche piangere,
lacrime calde che scendono giù attraverso le fessure,
giù sul mio viso, le lascio scivolare nella mia bocca.
Cammina e piange, cammina e piange.
Sulle sue lenzuola lessi il suo diario,
esaminando ogni microscopico granello di polvere.
Strappai una pagina e me la infilai sotto la maglia.
Scappai dalla finestra e scesi attaccato a un rampicante.
Fuori dal suo incubo e nuovamente dentro il mio,
sì il mio, il mio incubo, sì.
Gioca a fare l’intellettuale ci scommetto
e stando così con l’orecchio rivolto al soffitto
posso sentire il suono più malinconico che abbia mai sentito,
cammina e piange, si inginocchia e piange.
Ditemi il perché, ditemi il perché, aspetto una vostra risposta,
perché il soffitto trema ancora, ditemi il perché non ditemi una menzogna.
Questo desiderio di possederla è un vero strazio e mi tormenta come una megera.
Ma io so bene che possederla significa non desiderarla.
O, o, o, adesso sapete questa ragazzina dovrebbe andarsene.
Via da qui! Via da qui!
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LIETA SETTIMANA
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Come sempre trovo nelle tue parole
un pezzetto del tuo cuore
Ciao caro un abbraccio