Mi tagli di traverso e di rovescio mi colpisci.
Trapassato. Da parte a parte, in punta d'acciaio
Con amore. Mi credi distante, mi sogni vicino.
Rido di filo, il filo del rasoio, in punta di piedi
l'impugnatura di seta e poi la cruda intenzione
strappo via le piume dalle ali del cuore,
Una a una; artigli di loto e una chioma di petali.
Al veleno dai seni digrigni, il vento rosso della veste
e poi sotto la pelle candida di pagine vuote,
da imbrattare con versi di malinconia e rancore.
Divorati. Rovesciati sotto-sopra, in una bara di sogni.
Divori il mio sguardo e come gli artigli lucenti,
le mani giunte, come coppa o fonte, mi stringi con forza:
un filo spinato di rose. I corpi si spezzano, come polvere
al vento dispersi. Per sempre legati e ciechi.
Siamo un attimo di pioggia, nel deserto di una vita.
Mi seguirai in notti di sdegni e ti penserò nei giorni perduti,
le ore sprecate, i minuti bevuti, i secondi strappati.
A un altro cielo azzurro e rovine, su lidi di lussuria
E campi di perdizione.

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Grande amore si’,se riesce ad essere un attimo di pioggia nel deserto della vita!



La forza dello scritto si condensa nella potente chiusa, un desiderare il continuum di quanto intensamente vissuto!
Bellissima!

