E fu così
che non volle aver vita
in questa nostra statica penombra
d’albe spurie e falsi tramonti
d’estro e di trovate
di cantori e menestrelli.
che non volle aver vita
in questa nostra statica penombra
d’albe spurie e falsi tramonti
d’estro e di trovate
di cantori e menestrelli.
Lasciò tutto:
progetti frivoli
e comode lusinghe
la macchina finita di pagare
le feste
i balli
e l’uzzolo d’amare.
Cercò aurore ineffabili
fasci di luce diafana
arcobaleni da scalare
flessi raggi colorati
che scorse solo lei
ed all’amante suo
addolorato
disse per similitudine:
certi sentieri vanno percorsi
in intiera solitudine.
Poesia scritta il 26/07/2023 - 19:12
Letta n.368 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Infondo gli arcobaleni si vivono dentro...senza fingimenti. Complimenti molto, molto bella!
Margherita Pisano 28/07/2023 - 18:00
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Va al contrario della monaca di Monza, o almeno così io interpreto!! Sempre intenso!!
Anna Cenni 27/07/2023 - 19:48
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Certi sentieri vanno percorsi in intiera solitudine" chiusa sorprendente e intensa che condivido.
Come sempre bravissimo! Ciao Francesco
Come sempre bravissimo! Ciao Francesco
Angela Bianco 27/07/2023 - 17:34
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Sentieri che si percorrono, nell'ombra di un tramonto. Molto intensa. Complimenti
MARIA ANGELA CAROSIA 27/07/2023 - 17:13
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i ringrazio per aver condiviso con tutti noi e con gli altri lettori le tue emozioni e le tue esperienze. Ti auguro di continuare a scrivere con la stessa passione e sensibilità.
Zio Frank Storie del gufo 27/07/2023 - 11:17
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