RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Lume di naso Non aveva mai superato i suoi abbandoni.
Eppure era stato un bambino come gli altri, un ragazzo comune. Un uomo normale. Ma in fondo, normale non significa niente. Spesse volte si sentiva soffiare addosso da presenze (le chiamava angoscia e ansia) che invertivano la direzione dei pensieri a seconda… di cosa non lo capiva. Come i venti monsonici della terra del poeta bengalese Rabindranath Tagore. ![]() ![]() ![]()
L\'alveo dimenticato C’è un piccolo fiume che nasce dallo spartiacque di una collina boscosa, sui rilievi dell’Appennino centro meridionale. “Reinello”, si chiama così il mio fiume.
Ora è solo un fiume dei ricordi, per quei tratti, dove appariva o si dileguava a seconda le stagioni, ma quando un fiume scompare… rimane pur sempre il suo alveo. Mi faceva un grande effetto, con l’avanzare dell’estate, vedere il letto del torrente mentre si prosciugava. Era come scoprire tutto un altro mondo. Non erano immagini statiche, come quelle di una fotografia, bensì la rappresentazione di un microcosmo in costante evoluzione. Da prima osservavo un rigagnolo, sempre più esiguo, che svaniva tra i ciottoli. Poi, dove c’era una cascatella, facevano bella mostra le rocce lisce e scavate, e in fondo restavano gli specchi d’acqua separati, talvolta profondi, che ospitano ancora la vita. Tutta quella vita brulicante, isolata, sembra quasi avere coscienza di se stessa e del proprio destino. Era istintivo calars... (continua) ![]() ![]() ![]()
L\'evasione Ei
Immoto rimase, nell'incessante corsa d'un mondo che non s'accorse del docile accasciarsi di gambe stanche dell'irruente serrarsi d'occhi diversi e lo sguardo altrove basso,l'abisso controvento ove il sole non sorse mai; Ove quel giorno, stanco m'accasciai; E seppi udire lancette correre e che docile quel vociare persone mai stanche di dirsi mai stanche, d'andare. Volli fermarmi e immobile, immota la terra sottomquelle gambe tremulanti, in mezzo alla mobilità d'un mondo ove il bujo più profondo è oscurato dalla luce d'una consuetudine, O sorgente una foce, ove la gente quando stanca può riposarsi e sotto lo sgorgar dell'acque quel viso stanco, con le lacrime sue sciaquarsi; Non seppi mai bene ove fu quella fonte, ed in che direzione andare. Seppi solo poi fermare un'assurdo giro immenso per le anime più scure, col blu,col cielo quell'azzuro denso e intenso e quante volte mi son perso aggrappato all'ali dell'uccello e alto in alto,vo... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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L\'ORA DI GINNASTICA Ho fatto quattordici anni di scuola e non sono quindi quello che si dice “su puthu ‘e sa sapientzia”, il pozzo della sapienza, ma mi piace ascoltare ed attingere dall’altrui cultura.
Cinque anni alle elementari, tre alle medie e sei al Tecnico Commerciale. Sì, sei perché il primo anno mi era piaciuto così tanto che decisi di ripeterlo. Venni rimandata in tre materie e quell’estate diventai ancora più abbronzata degli anni precedenti ed è in quell’anno che mi consacrai alla lettura. Ma non allo studio. ![]() ![]() ![]()
L\'uomo delle stagioni. L'uomo delle stagioni.
Era un autunno freddo; voleva forse fare uno sgarbo all'estate che sembrava già così lontana, o più semplicemente, si era innamorato dell'inverno. ![]() ![]() ![]()
L’aprimitili Quando ero un adolescente, in prevalenza nei mesi estivi dacché libero dagli impegni scolastici, da lunedì a sabato mi prodigavo come commesso magazziniere in un negozio di articoli casalinghi. Il lavoro non mi dispiaceva, ma c'erano vari aspetti negativi, tra cui la scarsa paga, che si attestava sulle duecentoquaranta euro al mese, e i clienti seccanti, impertinenti o comunque difficili da trattare. In proposito, la storia dell'aprimitili merita di essere raccontata.
Ricordo che in una vigilia di Ferragosto, a ridosso dell'orario di chiusura, entrò un'occhialuta avventrice di mezza età dall'espressione immodesta. Indossava un tailleur grigio che si addiceva ai suoi cortissimi capelli dal medesimo colore, e un paio di scarpe aperte decorate di perle. La etichettai una borghesotta anche per via della postura, come se tenesse un palo piantato nel culo. Cominciò a gironzolare per il negozio, finché tre espositori di utensili per cucina catturarono la sua attenzione. «Salve, cercavo un ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ma lo farò solo da morta Ma lo farò solo da morta...
Lotto per non dovermi vergognare. Lo faccio perchè è giusto. Lotto per chi non ha forza, nè fede. Lotto per chi ha smesso di lottare, per chi non ha più lacrime da piangere, per chi non ha più strade da percorrere. Combatto per potermi specchiare negli occhi di chi mi osserva. Istintivamente o con gracile incedere, talvolta con forza; sfido chi mi abusa, chi si crede onnipotente, chi parla a vanvera, chi mi loda con falsi complimenti, chi mi carezza e mi pugnala, chi recita fuori dal palcoscenico e chi non merita. Lotto per chi non combatte e per chi si è ferito combattendo. Le mie cicatrici pruriginose e ruvide al tatto, sono i miei trofei. Esibisco e mostro con fierezza le mie ferite di guerra che mi rammentano le mie sconfitte e tutto ciò che ferendomi ho imparato. Non si esce mai indenni dalle battaglie, ma ciò che conta è varcare la soglia della dignità con allori su di un capo mai chino. Orgogliosamente, seppur ferita non smetto; affilo le mie lame... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ma ne vale la pena? La razionalità è quell'abito che si indossa nelle grandi occasioni: ci aiuta a ragionare, ci fa prendere decisioni importanti. Poi c'è la parte emotiva; quella che solitamente viene definita "la parte scomoda." Quella un po' "scostumata" e che a volte ci procura problemi. Ci mette nudi, mostra le nostre "debolezze." Ci fa piangere, ci fa sorridere. Razionalità ed emotività camminano insieme; però quando la parte emotiva prende il sopravvento...allora iniziano i problemi. Cominci a dire cose che non dovresti dire e fai cose che non dovresti fare. Mandi qualcuno a quel paese, dici parolacce, ti opponi, ti infuri, ti arrabbi. In quel momento trovi sempre qualcuno che dice: 'o 'i' llocco, è asciuta pazza." Sì perché, se dici ciò che pensi e tiri fuori la parte più vera di te, allora sei fuori. Se invece ti profondi in convenevoli ed ipocrite esternazioni, allora sei socialmente contestualizzata e sei dentro. Ma dentro a cosa? Essere dentro; vuol dire esse... (continua)
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MACCHINA DI CORTESIA Dopo essere tornata da un giretto, la macchina inizia a dare uno strano segnale e vedo del fumo all' improvviso!
Chiamo con i miei il meccanico e dopo aver guardato attentamente tutto, dice che sembra un danno grosso! Così triste mi faccio portare i primi giorni a lavoro da mio padre, la mia macchina non si può muovere! Mio padre che faceva il camionista è contento, io di meno, perché così controlla ogni mio movimento e sequenza di shopping! Lui rimane nel parcheggio come un militare che ricerca una caserma, mentre io ho solo dieci minuti per provarmi due cose al volo. Così esco dal camerino, sconvolta e spettinata come un gallo, accaldata come se fosse luglio, ma riesco lo stesso a comprarmi qualcosina. Vada per un vestito nero estivo, incrociato nella schiena che mi rende la vita snella, come vitasnella! La commessa che mi conosce, mi dice che veloce, ti piace tanto se lo compri al volo! Direi che non ho tempo per camminare e volo verso mio padre! Dopo tre giorni di auti... (continua) ![]() ![]() ![]()
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