RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
L\'ORA DI GINNASTICA Ho fatto quattordici anni di scuola e non sono quindi quello che si dice “su puthu ‘e sa sapientzia”, il pozzo della sapienza, ma mi piace ascoltare ed attingere dall’altrui cultura.
Cinque anni alle elementari, tre alle medie e sei al Tecnico Commerciale. Sì, sei perché il primo anno mi era piaciuto così tanto che decisi di ripeterlo. Venni rimandata in tre materie e quell’estate diventai ancora più abbronzata degli anni precedenti ed è in quell’anno che mi consacrai alla lettura. Ma non allo studio. ![]() ![]() ![]()
L\'uomo delle stagioni. L'uomo delle stagioni.
Era un autunno freddo; voleva forse fare uno sgarbo all'estate che sembrava già così lontana, o più semplicemente, si era innamorato dell'inverno. ![]() ![]() ![]()
L’aprimitili Quando ero un adolescente, in prevalenza nei mesi estivi dacché libero dagli impegni scolastici, da lunedì a sabato mi prodigavo come commesso magazziniere in un negozio di articoli casalinghi. Il lavoro non mi dispiaceva, ma c'erano vari aspetti negativi, tra cui la scarsa paga, che si attestava sulle duecentoquaranta euro al mese, e i clienti seccanti, impertinenti o comunque difficili da trattare. In proposito, la storia dell'aprimitili merita di essere raccontata.
Ricordo che in una vigilia di Ferragosto, a ridosso dell'orario di chiusura, entrò un'occhialuta avventrice di mezza età dall'espressione immodesta. Indossava un tailleur grigio che si addiceva ai suoi cortissimi capelli dal medesimo colore, e un paio di scarpe aperte decorate di perle. La etichettai una borghesotta anche per via della postura, come se tenesse un palo piantato nel culo. Cominciò a gironzolare per il negozio, finché tre espositori di utensili per cucina catturarono la sua attenzione. «Salve, cercavo un ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ma lo farò solo da morta Ma lo farò solo da morta...
Lotto per non dovermi vergognare. Lo faccio perchè è giusto. Lotto per chi non ha forza, nè fede. Lotto per chi ha smesso di lottare, per chi non ha più lacrime da piangere, per chi non ha più strade da percorrere. Combatto per potermi specchiare negli occhi di chi mi osserva. Istintivamente o con gracile incedere, talvolta con forza; sfido chi mi abusa, chi si crede onnipotente, chi parla a vanvera, chi mi loda con falsi complimenti, chi mi carezza e mi pugnala, chi recita fuori dal palcoscenico e chi non merita. Lotto per chi non combatte e per chi si è ferito combattendo. Le mie cicatrici pruriginose e ruvide al tatto, sono i miei trofei. Esibisco e mostro con fierezza le mie ferite di guerra che mi rammentano le mie sconfitte e tutto ciò che ferendomi ho imparato. Non si esce mai indenni dalle battaglie, ma ciò che conta è varcare la soglia della dignità con allori su di un capo mai chino. Orgogliosamente, seppur ferita non smetto; affilo le mie lame... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ma ne vale la pena? La razionalità è quell'abito che si indossa nelle grandi occasioni: ci aiuta a ragionare, ci fa prendere decisioni importanti. Poi c'è la parte emotiva; quella che solitamente viene definita "la parte scomoda." Quella un po' "scostumata" e che a volte ci procura problemi. Ci mette nudi, mostra le nostre "debolezze." Ci fa piangere, ci fa sorridere. Razionalità ed emotività camminano insieme; però quando la parte emotiva prende il sopravvento...allora iniziano i problemi. Cominci a dire cose che non dovresti dire e fai cose che non dovresti fare. Mandi qualcuno a quel paese, dici parolacce, ti opponi, ti infuri, ti arrabbi. In quel momento trovi sempre qualcuno che dice: 'o 'i' llocco, è asciuta pazza." Sì perché, se dici ciò che pensi e tiri fuori la parte più vera di te, allora sei fuori. Se invece ti profondi in convenevoli ed ipocrite esternazioni, allora sei socialmente contestualizzata e sei dentro. Ma dentro a cosa? Essere dentro; vuol dire esse... (continua)
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MACCHINA DI CORTESIA Dopo essere tornata da un giretto, la macchina inizia a dare uno strano segnale e vedo del fumo all' improvviso!
Chiamo con i miei il meccanico e dopo aver guardato attentamente tutto, dice che sembra un danno grosso! Così triste mi faccio portare i primi giorni a lavoro da mio padre, la mia macchina non si può muovere! Mio padre che faceva il camionista è contento, io di meno, perché così controlla ogni mio movimento e sequenza di shopping! Lui rimane nel parcheggio come un militare che ricerca una caserma, mentre io ho solo dieci minuti per provarmi due cose al volo. Così esco dal camerino, sconvolta e spettinata come un gallo, accaldata come se fosse luglio, ma riesco lo stesso a comprarmi qualcosina. Vada per un vestito nero estivo, incrociato nella schiena che mi rende la vita snella, come vitasnella! La commessa che mi conosce, mi dice che veloce, ti piace tanto se lo compri al volo! Direi che non ho tempo per camminare e volo verso mio padre! Dopo tre giorni di auti... (continua) ![]() ![]() ![]()
Macerie Persa nel vuoto vedo solo macerie. Non è rimasto niente di noi solo degli occhi senza speranza.Ne è valsa la pena l'evoluzione, se poi non c'è soluzione..?
Nasciamo innocenti diventiamo peccatori., il sapere è un'arma a doppio taglio devi farne buon uso. In questo oceano ci perdiamo e non ci rendiamo conto dove siamo. Avremo bisogno di una bussola per orientarci e ritrovarci. L'istinto poi ci salva ! Non ho mai capito me stessa fino ad ora!... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Magutt Ho amato tanto in gioventù, a partire da mio padre. Lui si chiamava Domenico, capomastro nei cantieri edili di Monza e provincia. Da qui D. Mastro nello pseudonimo. Invece Mirko è davvero il mio nome.
Prima di entrare nella manovalanza brianzola ci fu il tempo del liceo. Bianca era gentile, e così bella. Bella come lo era nella cartellina sotto al suo banco l’acquerello che trovai sbirciando in cerca del suo nome. Era la figlia del bidello, faceva quarta ginnasio. Io prima liceo. La vedevo quando durante l’intervallo studiava seduta per terra, e mordendosi le labbra da dietro gli occhiali sembrava dire a chi passava sogghignando: voi ridete perché vi sembro diversa, io perché siete tutti uguali. Quella mattina che si fermò a parlarmi per evitare un bullo capii che oltretutto era anche simpatica. I miei occhi non potevano staccarsi dalle sue lentiggini. Ma ai salienti bivi della vita non c’è segnaletica… L’esperienza è il tipo di insegnante più ostico: prima ti fa l’inatteso esame, ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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