RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
IL GALLO E LA VOLPE C’era una volta una volpe, talmente convinta di essere furba e astuta,
che, per farsi notare e ammirare dalle tante gallinelle che frequentavano i social, prese ad inserire frasi, massime e proverbi senza mai citarne la fonte. Se il suo scopo era quello di essere affabile con le pollastre o se aveva un secondo fine, non lo sapremo mai! Le gallinelle non scrivevano sui social per timore di sbagliare, perché erano convinte di avere una bassa formazione culturale. Un giorno, un gallo, che di parole ci cibava, infastidito dal comportamento della volpe, prima, la rimproverò dicendole di riportare la provenienza delle frasi che inseriva, poi, avvisò le gallinelle documentando loro che tutto quello che pubblicava la volpe, non era farina del suo sacco. Alle gallinelle disse : “ state attente, la volpe è furba!- voi avete poco cervello, ma quella ha uno scopo ben preciso!”. Morale : I furbetti per attirare a sé il proprio interesse usano qualunque espediente.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il gelato Finalmente mi venne servito il gelato che avevo richiesto.
La forma già mi lasciava pregustare il contenuto, e mi sembrava quasi un atto sacrilego dover intaccare quella piccola montagnola di panna, che sovrastava chissà quali altri dolci ingredienti. Il cucchiaino si abbatte' su di essa con la stessa forza distruttiva di una carica di dinamite per una casa che deve essere demolita: prendere a martellate il Davide di Donatello forse non sarebbe stata peggiore azione. La panna perdette in un istante tutto il suo perfetto candore, lasciando però il suo gusto sul palato della mia bocca. Era destinato ad essere distrutto il gelato, senza nessuna consapevolezza, senza nessun ricordo di quella sua montagnola di panna che lo ricopriva. Dalla sua creazione alla sua scomparsa, passarono pochi istanti, una vita più grama di quella di una farfalla; la coppa di ferro che lo conteneva era però molto più squallida di un bruco e riusciva a fare scempio di tanta perfezione.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il gioco Si chiamano giochi e li giochiamo tutti.
"Cosa caratterizza un gioco?" Mi chiedeva una persona che sapeva il fatto suo. "Non so, il divertimento?" Risposi. Sorrise "No. Le regole! È un gioco tutto ciò che ha delle regole." Anche Eric Berne nella sua Analisi Transazionale me ne ha dato, in futuro, una conferma. E quindi la vita, che ha le sue regole, se viene vissuta in società si trasforma anch'essa in gioco. "Eh si ma la vita è una cosa seria!" potrebbero sottolinearmi. "Perché il gioco no?" Ogni anno i giochi di potere mietono milioni di vittime. Discriminazioni, guerre, femminicidio, mobbing. Mi addormento con questo pensiero e sogno. Ci sono dei bambini che giocano alla guerra! Io mi incanto ad osservarli. Uno corre da un albero all'altro. "Pam pam" spara a due mani. Ha gli occhi vivaci e viene smitragliato dalle dita puntate in lontananza di un altro che con la lingua che batte contro i denti pro... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il gioco del teatro Un caro mi disse: "Fate il bel cavolo che volete; prendetevi in giro da soli, perché tanto possiamo farlo; e vi scannerete per questo. Che bravi che siamo.
Ma ricordatevi una cosa, non possiamo ingannare Dio. Di fronte a lui siamo tutti uguali. Perfetto, ora tornate pure a recitare".... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il giorno della memoria Un viaggio, una sola meta, nessun ritorno! Nella densa e velata nebbia della memoria,
scorgo incredula le valige abbandonate sui binari, le scarpe dai lacci consunti, tutte le intime raccolte di una vita, ammassate, separate, rinunciate. Sento l’abbaiare concitato e rabbioso dei cani,l’ansimare del treno e l’acuto stridio dei vagoni. Odo nella polvere che avvolge l’indescrivibile, le strazianti urla dei bambini,strappati alle madri. Quanti non son potuti crescere… Quanti non son potuti nascere! Vedo ossa fuori dalle lacerate carni,vedo uomini e donne nudi, senza capelli, dai corpi rinsecchiti, dalle guance scavate, dalla spasimata sofferenza,ammucchiati senza pietà nel fango. Vedo, mani consunte aggrappate ai muri dai fili spinati , in cerca di una libertà privata, e di una dignità sepolta. Scorgo letti di legno impilati nelle lunghe camerate, i pigiami a righe, marchiati dalle stelle e dal sangue. Fiuto il miasma delle ciminiere dei forni, che si disperde. Un fungo di cenere dall’acre odore. Nulla rimane, d... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il giorno prima..... Continua, ormai da giorni, a pervadermi questo inutile senso di oppressione, che mi schiaccia il petto e mi stordisce la mente. Ho cercato di ingannarmi con pensieri piacevoli e momenti di
vita sociale, ma inutilmente, il mio corpo reagisce come un cane alle minacce del bastone, indietreggia spalanca le mascelle e ti guarda dritto negli occhi con rabbia. Forse il cane è più fortunato visto che ha qualcuno a cui lanciare le sue frecce infuocate di odio, invece a me rimane solo la mia immagine, riflessa nello specchio, che mi guarda muta e sempre più distante. Impersonale presenza, su cui rifletto una rabbia che che mi rifrange in maniera esponenziale. A momenti ricordo quando da bambino cercavo di sorprendere l’immagine riflessa facendo movimenti improvvisi dagli angoli dello specchio o accendendo e spingendo le luci. Anche questi ricordi non mi fanno più sorridere, come non mi allieta ogni altro momento della mia vita passata. L’unica possibilità di evoluzione è la ricerca di un... (continua) ![]() ![]() ![]()
IL LABIRINTO È un labirinto, un labirinto immenso. Non ci sono incantesimi. Non ci sono trappole. Non vi è nulla di quel magico o surreale che spesso la parola «labirinto» evoca in noi. Solo un'infinita distesa di vicoli incastrati tra loro e racchiusi da alte e fitte siepi. Ci sei dentro. Ricordi quando sei entrato, ricordi la meta che avevi. Eri convinto di poterla raggiungere con qualunque percorso, anche il più intricato. O meglio, eri sicuro che valesse la pena di tentare.
Ma ormai è notte fonda. Non una di quelle notti tenebrose, inquietanti e ricche di insidie. Una notte chiara, limpida. Un chiaro di luna intenso e rassicurante illumina il tuo cammino. Eppure esso è cieco. Non basterebbero tutte le stelle del mondo a renderlo luminoso. Inizi, così, a realizzare che l'uscita non è facile da trovare. Ti volti indietro, cercando il luogo da cui provieni. Cercando quella fessura che ha inaugurato l'inizio della tua perdita. In una parola: l'entrata. Ma hai percorso tanta, troppa strada, con i... (continua) ![]() ![]() ![]()
IL LIMITE DELLE RISORSE COGNITIVE Quanta energia sprecata per un sorriso
Per una convenzione sociale Per qualcuno che non si merita di vedere le nostre pupille E che pur senza conoscerle le succhia via Come l’ultimo spiro porta con sé la vita Rantolo mortale Lasciandoci come una puttana dopo l’atto Si chiude il sipario Anima senza corporeità... (continua) ![]() ![]() ![]()
IL LUNA PARK Quella mattina Robert stava passeggiando per le via della città.
Amava il frastuono mattutino : un grande via vai di auto , uomini in ritardo , donne ben truccate e urlanti mercanti. Un trattore volante passò proprio di lì e fece cadere un volantino. Questo raffigurava un vecchio Luna Park. Sullo sfondo si potevano notare la ruota panoramica , il carrello dei gelati e le montagne russe. Colpito su tutti i fianchi , il volantino stava cadendo , muovendosi a zig zag lungo le lunghe vie ventose. Si fermò proprio sul vetro della macchina di Robert. Non era molto pratico nei parcheggi. Infatti appena vide la sagoma di un foglio , fu preso subito dalla paura di una imminente e salata multa. Fortunatamente non era un foglio rosa , ma era tutto colorato. Pieno di vivaci colori. Robert lesse tutto attentamente , montò in macchina e partì. Attraversò il centro della città , spingendosi verso la periferia. Si trovò davanti un grande cancello. Scese e suonò il campanello. Già era st... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il mago di Froc Dorothy aveva perso la strada di casa e incontrò una psicologa che, aihmè, piangeva disperata. Aveva un terribile cruccio: non aveva il cervello, una strega malefica glielo aveva sottratto. La ragazza le promise che avrebbe parlato al mago di Froc e l'avrebbe aiutata, ma la psicologa, aloga, la scongiurò perché avrebbe rovinato,
con le sue diagnosi, molti dei suoi pazienti che le si sarebbero avventati addosso in un atto di disperazione. Nel tragitto verso casa incontrò un Generale dell'Esercito che piangeva a dirotto, le disse che una strega malefica gli aveva strappato il cuore e metteva nei guai tante sue reclute innocenti. Gli promise che l'avrebbe aiutato. Cammina, cammina arrivò ad un Vescovo che le disse che era troppo occupato della sua Diocesi che dimenticava le pecorelle smarrite gettandole nella più totale solitudine nelle mani di dottori senza scrupoli. Anche a lui disse che l'avrebbe aiutato. Arrivò alla casa del mago di Froc, un dirigente scolastico in pensione, che le ... (continua) ![]() ![]() ![]()
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