RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Opera non ancora approvata!
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Io sono Ed ora dimmi figlio!
Perché mi invochi sempre e dici" Dio dove sei?" Ed osi domandare ancora" Dio ma tu dov'eri?" Piccolo uomo hai occhi per vedere ma non vedi. Io sono quì e ovunque, io sono l'anima universale ed ora ascoltami. Io sono nel volo d'un gabbiano, io sono l'aria che respiri, io sono l'acqua che da vita,io sono fiori io son colori, io sono l'albero io son la terra. Io son le tenebre io son la luce, io sono il fuoco etereo. Ammira figlio la mia potenza, io sono tutto io sono Dio! E tu cerchi ancora di me? Io tutto t'ho dato non ti ho mai abbandonato, ma tu figlio ingrato tutto quel che ho creato or distruggi da te.... (continua) ![]() ![]() ![]()
IO SONO TE Le conosco quelle come te, persone che raccontano storie fantastiche e sembrano irreali, persone che rendono tangibili emozioni raccontando fiabe. Persone che piangono lacrime amare di dolori profondi spacciandole per commozione, che piangono per un film o per un bambino che stringe la mano dei genitori, persone che si commuovono "per la frase di quella canzone", ma della quale solo loro conoscono il bagaglio di emozioni e passione che vi é racchiuso.
Conosco quelle come te, persone nelle cui storie raccontate e che tra le righe fasullamente inventate di situazioni astratte apparentemnte inventate vivono le emozioni più vere e forti. Radicate e sincere. Conosco quelle come te, persone che In quelle pagine di inchiostro non racchiudono solo i personaggi che ci mettono, ma vi si giocano il tutto per tutto. Conosco quelle come te, esseri capaci di far sognare ma che hanno smesso di farlo per colpa di una vita che li ha messi in ginocchio. Conosco quelle come te, ani... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Io vedo Sono sceso nella pianura dove non è mai giorno e dove la nebbia è compatta come un cumulo di terra in un canale in secca.
Volete sapere che cosa si prova ad andare da coloro che non sono più vivi? Tutto accadde in un pomeriggio d'estate in cui la centrifuga dei miei pensieri si era acquietata per effetto dei farmaci. La ventola del condizionatore era a minimo e lentamente, cullato dalla brezza artificiale, sprofondai sul divano fissando i quadri dall'altro lato della parete. I miei occhi si posarono in particolare su due stampe: "Il ciclo della fertilità" della mitologia norrena e la rappresentazione del detto di Ermete Trismegisto "Come in alto, così in basso". Fissavo la figura della dea e l'albero della vita quando a un tratto sentii un gran freddo scorrermi dal collo alla schiena, giù fino alla punta dei piedi. Alzai gli occhi al condizionatore e mi accorsi che era spento. Guardai in direzione del mio cellulare sotto carica e vidi che la lucetta sopra il ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Isidra Isidra il solitario, ormai era questo dall’adolescenza. Il sui compagni il vecchio bastone di legno e una speranza mai rivelata.
La scogliera di Maipus lo attendeva come tutti i giorni, rifrangendo con rabbia i flutti per schiumare i lembi di terra prigionieri delle radici dei pini rimasti. Ogni passo sulle rocce scoscese era l’occasione per un saluto alla natura e una maledizione all’umanità. Le rondini evitavano di giocargli intorno, lo scortavano verso la sua meta come un corpo di guardia ad una parata. Finalmente il picco roccioso dinanzi, finalmente la nicchia dove riposare, finalmente solo il rumore del mare a coprirne ogni altro. Anche Isidra era vissuto nell’illusoria gioventù, dando sfogo ai sogni ed alle follie, ma il tarlo dell’età adulta lo aveva fatto preda di sé molto prima degli altri, rendendolo un uomo-bambino. I giochi con gli amici erano inappropriati alla sua mente, gli scherzi, le burle, offensive. Le compagnie inadatte e sempre più schive. Isidra era il dive... (continua) ![]() ![]() ![]()
Italia mia Non bastano fiumi di parole per descrivere le bellezze dell'Italia mia, tu grande sofferta e amata patria mia,
or che nell'aria echeggia la melodia dell'inno che un giorno han dedicato a te il cuore esulta e come per magia ogni tristezza scivola via! A volte ferita non sconfitta, la forza tua è il grido di dolore che l'uomo sempre anèla in fondo al cuore. Libertà! Tu libertà quanti figli hai visto piangere con la vita un tributo han pagato per te. Tra la neve dei monti ci mancava un colore il contrasto al candore, fosti tu liberatore che gli offristi il colore e del sangue vermiglio si mischiò a quel biancore. Pittoresca visione! Il candor della neve e quel rosso colore con le verdi colline tre colori formò,l'armonia dei colori piacque molto alla terra che inneggiando al creatore quali fiori al suo cielo donò. Nel rimembrar di voi sarà una festa decanteremo noi l'ardite gèsta,innalzeremo al cielo la bandiera che un giorno fu difesa con onore, se pur sofferto è dell'Italia ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Jambo Smilzo, magro, anzi magrissimi sia lui che la moglie, e allora come si spiega quello strano fenomeno?
I due cinesi gestiscono un ristorante sulla via della Madonna, accanto al Doner-kebab e tutto il giorno vivono lì tra gli involtini primavera, il riso, il bar e la pizzeria di fronte, che hanno rilevato e dato in gestione, con diversi dipendenti di ogni razza e colore in un naturale melting pot che anticipa il futuro. Il fenomeno che non si spiega sono i due figli della coppia. I loro occhi sono fessura e il viso tirato a brutto. Enormi. A dieci anni hanno già raggiunto il peso dei loro genitori, sempre con qualcosa in mano da mangiare. Non c'è genetica che tenga, l'atavica magrezza genitoriale è stata sconfitta a vantaggio della opulenza e del cibo consumato ad ogni ora davanti alla enorme TV del ristorante. Darwin risale ormai in disordine, incalzato da Lamark, le valli che aveva disceso con la tracotante superbia della sua teoria. “L'uomo è quel che mangia!” Ed anche Ka... (continua) ![]() ![]() ![]()
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