Era una notte di luna piena, i lupi ululavano sulle montagne di Ulthuan.
Le stelle scintillavano come diamanti nell'universo e nell'aria c'era un profumo di malva e gelsomino.
Nel villaggio dei Liòsàlfar si celebrava la notte di Lughnasad. I fuochi sacri erano accesi nelle piazze della luna. Gli altari fumigavano incensi alla rosa e le donne danzavano con le coroncine di fiori sulla testa.
I Liòsàlfar erano gli antichi elfi della luce, splendidi esseri luminosi di bellezza e beatitudine. Vivevano alle pendici della grande montagna di Ulthuan tra boschi di querce e betulle argento.
'' Vestiti luna
di luce eterna,
le tue ancelle danzano
intorno al cerchio.
Scendi dal tuo carro
come un corvo bianco
portatrice di felicità
e benedizioni
per tutti.''
Cantava Isha, la signora del fiume, spandendo petali di rose tra la folla in festa.
'' Ti vedemmo arrivare
dopo il rosso tramonto,
eri Grande e Divina
sul cocchio d'acqua e avorio.
Stendi ancora il tuo velo
dove l'amore n... (continua)
DEA
Le onde scuotevano il corpo senza vita della giovane, allontanandola dal luogo che era stato la sua prigione.
I lunghi capelli neri fluttuavano intorno al bianco corpo, le labbra vermiglie erano socchiuse in un sorriso.
Solo l’acqua osava toccare quel corpo freddo, nessun essere vivente si avvicinava.
Lentamente gli occhi si aprirono rivelando le iridi ramati che brillavano; il minuto corpo fu scosso da un brivido e si rizzò in piedi senza toccare le acque.
Le labbra erano atteggiate a un sorriso beffardo mentre l’alone rosso sulla candida veste andava svanendo.
Gli stolti umani avevano tentato di ucciderla, ma come si poteva uccidere una Dea?
La Dea, la Signora dei raccolti. La Dea della morte e della nascita.
La Cacciatrice. La Vergine. La Dea della guerra.
Lei, la madre di tutti loro.
Lei, avevano cercato di uccidere, quegli stolti uomini, ingrati torturatori di donne.
Ora, mentre Lei era lì viva e libera, loro erano inermi davanti alle catastrofi che Lei aveva sca... (continua)