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Mai stato tanto mattutino

Ero in un bagno pubblico e c'era una ragazza con un una lama in mano, voleva affettarmi, io correvo in tondo, non ci tenevo ad assaporare il freddo nella mia carne.
Mi rinchiusi in gabinetto e poggiai la schiena alla sottile porta. Bussarono. Aprii. C'era un'altra ragazza alla porta dietro però c'era lei, vedevo la lucida lama salire e puntarmi, quando scese le afferrai il polso che cadde sul ventre della ragazza tra me e lei che si scostò ed uscì dal bagno. La lama si alzò ancora, voleva le mie interiora pur non sapendo il perché. Non riuscii a fermarla e mi penetrò il fianco destro, lo estratti e feci lo stesso a lei. Uscii dal bagno e c'era una terza ragazza, alzai la maglia.
"É grave?"-le chiesi.
Mi guardò e mi resse portando il mio braccio attorno al suo collo, non so dove mi portò ma mi aiutò.
Mi svegliai. Sentii qualcosa sul fianco destro ma era solo una impressione. Ero nel mio letto. Che sogno di merda.
Mi alzai dal letto, mi misi qualcosa addosso e andai in cucina. Feci un sorso di caffè ed accesi una sigaretta. Erano le otto del mattino, da tanto non ero così mattutino. Mia madre era nella camera da lavoro dove faceva i piedi a l'uomo più vecchio che abbia mai visto. Quando finì mi chiese di accompagnarlo giù, al cancello del palazzo, uscii prima lui dalla porta ma, fuori, lo superai per essere d'avanti a lui sulle scale.
"Tranquillo io mi reggo qui"-disse poggiando la mano senza bastone sulla ringhiera.
Iniziammo a scendere molto a rilento.
"Quando sei giovane spesso pensi di non arrivarci a questa età"-disse, non m'aspettavo che mi rivolgesse la parola. "Già"-risposi. Finii la prima rampa di scale.
"Ricordo una frase che oggi scopro vera, sai?"-disse finendo anche lui la prima rampa.
"Quale?"-chiesi con sincera curiosità.
"Il futuro è già passato e non ce ne siamo neanche resi conto"-disse con un soffice sorriso. Finimmo la seconda rampa, finita poi la terza, più corta gli risposi:
"Quanto è vera questa frase"-ci scambiammo un sorriso, gli aprii il cancelletto e lui sempre lentamente uscì.
Ritornai in cucina ed accesi una sigaretta.



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Racconto scritto il 26/01/2016 - 17:03
Da Patrick Zanto
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