Une histoire perdue
E finalmente un’altra notte di malinconia era passata.
Le prime luci dell’alba, entrate senza troppa timidezza nella stanza, l’avevano trovata già sveglia a riflettere su come silenzi ed ombre si fossero impadroniti delle ore della notte e avessero finalmente ricoperto le immagini che parlavano di lui.
Adesso le vedeva per quelle che erano: soltanto illusioni. Le aveva custodite con particolare attenzione, ma ora non aveva più senso trattenerle, le avrebbe lasciate scivolare via, lontano dagli occhi e dalla mente, a liberarla da quella mancanza.
La mano aperta a liberare sogni e desideri da quel consapevole precario equilibrio.
Sapeva benissimo che la chiave dei pensieri di un uomo non si trova mai e ora non ambiva più ad addentrarsi in percorsi volutamente tortuosi, avvolti dalla nebbia dove ad ogni angolo avrebbe trovato ancora silenzi ed illusioni.
Miraggi di sguardi, di emozioni e brividi erano ormai scivolati in quell’orizzonte lontano e intoccabile.
Un naufragio lascia sempre dei segni, visibili e invisibili. Col tempo i primi migliorano e in alcuni casi svaniscono. I secondi sono quelli che procurano il maggior danno. Non visti aumentano i pesi dell’anima e favoriscono la costruzione di muri impenetrabili.
Vorrebbe che ora il tempo se ne andasse come il vento, facendole dimenticare ogni più doloroso istante e l’amarezza per quella storia perduta, che avrebbe voluto respirare fino in fondo, senza pesi, né catene.
Chiuse la porta alle sue spalle con tutti quei perché privi di risposte. Non ci avrebbe più pensato.
Con il ritrovato sorriso, trasferì mente e anima sulle altre ore della sua vita che avrebbe riempito, ne era certa, con sorrisi diversi, parole nuove, sfumature inesplorate e con emozioni prive di malinconia.
Le prime luci dell’alba, entrate senza troppa timidezza nella stanza, l’avevano trovata già sveglia a riflettere su come silenzi ed ombre si fossero impadroniti delle ore della notte e avessero finalmente ricoperto le immagini che parlavano di lui.
Adesso le vedeva per quelle che erano: soltanto illusioni. Le aveva custodite con particolare attenzione, ma ora non aveva più senso trattenerle, le avrebbe lasciate scivolare via, lontano dagli occhi e dalla mente, a liberarla da quella mancanza.
La mano aperta a liberare sogni e desideri da quel consapevole precario equilibrio.
Sapeva benissimo che la chiave dei pensieri di un uomo non si trova mai e ora non ambiva più ad addentrarsi in percorsi volutamente tortuosi, avvolti dalla nebbia dove ad ogni angolo avrebbe trovato ancora silenzi ed illusioni.
Miraggi di sguardi, di emozioni e brividi erano ormai scivolati in quell’orizzonte lontano e intoccabile.
Un naufragio lascia sempre dei segni, visibili e invisibili. Col tempo i primi migliorano e in alcuni casi svaniscono. I secondi sono quelli che procurano il maggior danno. Non visti aumentano i pesi dell’anima e favoriscono la costruzione di muri impenetrabili.
Vorrebbe che ora il tempo se ne andasse come il vento, facendole dimenticare ogni più doloroso istante e l’amarezza per quella storia perduta, che avrebbe voluto respirare fino in fondo, senza pesi, né catene.
Chiuse la porta alle sue spalle con tutti quei perché privi di risposte. Non ci avrebbe più pensato.
Con il ritrovato sorriso, trasferì mente e anima sulle altre ore della sua vita che avrebbe riempito, ne era certa, con sorrisi diversi, parole nuove, sfumature inesplorate e con emozioni prive di malinconia.
Cette histoire perdue n'est pas sa vie
Racconto scritto il 11/05/2016 - 18:46
Da Emma Tanzi
Letta n.1039 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Bella, anche per la leggera scia di positività finale. Mi hai fatto tornare indietro nel tempo ad un amore molto doloroso finito senza aver mai capito il perché. Forse certe persone non vogliono dire il perché non si pongono i perché della vita.
Un abbraccio
Nadia
5*
Un abbraccio
Nadia
5*
Nadia Sonzini 16/05/2016 - 08:12
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