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Girovagavo sbronzo per la piazza l\'altra notte

Erano le tre del mattino
che atmosfera
faceva freddo
i lampioni
dalla luce gialla
scura
appoggiata
sulla pietra
della strada
e del marciapiede
dove abbracciato dalla luce
c'era un senzatetto
che ora della strada
faceva parte
ma dei pochi
soldi che avevo
preferii prendermi l'ultima birra
quel piccolo bar all'angolo
era grande poco più
d'un cesso all'autogrill
ma a quell'ora per una birra
ci si stava bene
e ti faceva anche fumare
quindi bevvi
e fumai
pagai
e tornai fuori
percorsi la strada
e rientrai sotto
la cupa luce gialla
quanto poteva essere antica quella piazza
che la gente ignara
ci pisciava sopra
e ci vomitava
ed io ad ammirare
loro che socializzavano
alcuni sembravano insetti
come quelli
che si strofinavano le zampe
o gli altri che danzavano
per l'accoppiamento
poi c'erano loro
le donne
le più belle creature
che il mio sguardo abbia mai ammirato
quanta sopportazione
ostentano i loro occhi
durante questi momenti
di comunicazione dove
chi è fumato
chi ubriaco
o chi semplicemente non sa scegliere
e gioca con entrambi
mentre alcune di loro
restano impassibili
e cercando tra di loro
il mio sguardo si posò su di lei
sembrava quasi stordita
dalle stronzate che aleggiavano
nei suoi timpani
ma solo chi riuscisse
a vedere il vuoto nei suoi occhi
se ne poteva accorgere
ed io avevo quegli occhi
condividemmo uno sguardo
durò poco
ma bastò
accesi una sigaretta
e quella voce mi consigliò
"offrile una sigaretta cretino"
ed il cuore si fermò
solo un attimo
ma durò abbastanza
da dolermi il petto
e più la sigaretta si prosciugava
più perdevo vigore
e la vocina mi diceva
"bravo, cacati pure addosso
intanto quella tra poco
se ne va"
la mano quasi quasi
tremava
così gettai il mozzicone a terra
e lo spensi con la suola delle scarpe
stavo quasi per decidermi
con lo sguardo fisso su di lei
che quando mi prese alle spalle
sobbalzai
e dopo ever riconosciuto quella persona
in un volto familiare
"vaffanculo" esclamai
quell'amico mi prese sottobraccio
"ti cercavo da un'ora
sono tutti in macchina
e dobbiamo andare"
mi voltai
lei mi guardò
mi sorrise
mi voltai
ed andammo in macchina
"Cazzo alza il volume"
sfogai
accesi una sigaretta
e partimmo.



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Racconto scritto il 05/07/2016 - 02:57
Da Patrick Zanto
Letta n.959 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Sembra scritta da Bukowski...stesso stile, ed anche il contenuto. Peccato che lui è arrivato prima, altrimenti avrei applaudito...comunque piaciuta.

Quattro Stagioni 05/07/2016 - 13:26

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Ciao Patrick, un racconto percorso dalla vita, l'importante è sempre continuare, a vivere! Grazie per le tue parole (molto bella anche la poesia in dialetto, aspetta forse della musica). Buona giornata!

Ali Suasì 05/07/2016 - 09:54

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