Al risveglio non v'è musica migliore del canto degli uccelli. Hanno un parlottio talmente rasserenante, che mi viene voglia di verseggiar con loro. Spesso per spiccare il volo, metto le ali ai miei pensieri e tendo a salire verso l'alto. Lì ci trovo nuvole trasformiste e dai contorni chiaroscuri, che mi pare di plasmare l'argilla; tanto si presentano duttili e cedevoli allo sguardo. Assumono le forme che vuoi dar loro le nuvole... A volte in esse ci ritrovo volti cari che pare mi sorridano, altre mi sembra di vedere mani tese che mi invitano a salire. Poi scendo sulla terra, me ne vado per mare e ascolto i suoi racconti. Quanto misteri nasconde il mare, con le sue onde affascinanti, sagaci, versatili, logorroiche e prolisse, specie quando s'alzano. Spesso s'increspa e urla ed io immagino una folta schiera di schiavi, alzare pesanti massi, nel tentativo di costruire grossi palazzi, ma poi accade che tutto crolla e sotto le macerie rimangono sepolti i soliti corpi senza nome. Quegli stessi volti che vanno per mare alla ricerca di un'identità loro negata. E poi ci sono i suoni, che a differenza dei rumori allietano l'udito. C'è così tanto da ascoltare! Da bambina mi rimproveravano di volere la luna, ma io avevo già la luna. Di quante lune credevano avessi bisogno! Non avrei mai chiuso la luna in un cassetto. Anche i miei armadi sono sempre aperti e il loro contenuto si spande ovunque...A volte mi sento talmente piccola, ma non mi spiace, perchè i grandi, quando crescono perdono sempre qualcosa. È come se il corpo allungandosi, abbandonasse parti importanti di se. Col tempo, ho compreso, che quelle che per alcuni sono imperfezioni, per altri sono fonte di inesauribile energia. Io sono lieta di raccogliere gli scarti di chi si scrolla di dosso le foglie morte. Ne faccio tappeti e su di essi cammino, per raggiungere il mio paradiso. Una sana e allegra follia mi induce a raccogliere sorrisi, pianti, urla, disperazione e passioni, che i grandi buttano via, perchè non sanno quanto perdono in bellezza, nella loro spasmodica ricerca di oro. Ritorno a guardare il cielo e un fulmine illumina la stanza. Non ho paura perchè sono certa che tutta quella luce mi ha colorato gli occhi di azzurro. Non posso quantificare il reale costo della mia fantasia, non avendo essa nè peso nè prezzo. Continuo a tuffarmi nel mio mare e scambiando effusioni col sole, mi ritrovo tanto oro sulla pelle e nei capelli. Si. Posso tranquillamente affermare di essere abbastanza ricca...
Giovanna Balsamo
Giovanna Balsamo
Racconto scritto il 28/07/2016 - 16:11
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Commenti
Anch'io come te,mi sento ricca per tutto ciò che la vita mi dona dalle piccole meravigliose margheritine al maestoso firmamento, dalla lacrima di un bimbo a quella di un vecchietto, diversi i motivi del pianto ma sempre pieni di significato e sensibilità .. la vera ricchezza si trova nel nostro cuore, nella nostra anima dentro di noi. Bellissimo racconto scorrevole e con un dolcissimo alone di magico sogno... un abbraccio carissima e 5* tutte meritate per il tuo bel racconto.
Carla Davì 29/07/2016 - 11:56
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Bello,bello,bello.E' uno dei racconti più belli se non proprio il più bello che ho letto ultimamente, complimenti. 5*
Giuseppe fortunato 29/07/2016 - 11:47
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