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Come nascono i bambini?

Sapete qual è il quesito primario formulato dagli infanti? È presto detto: come nascono i bambini!
Eh già, senz'altro la domanda più antica e difficile del mondo.
Per ovvi motivi gli adulti rispondono sempre ricorrendo a delle storielle fantasiose, anche se paradossalmente e analizzando la questione per bene, per svariati motivi, prevalentemente i pargoli di oggi “nascono” già imparati.
Ai miei tempi non era di certo così, eravamo decisamente più ingenui ma allo stesso tempo più curiosi nello scoprire nonché invadenti con i continui 'Perché?' o 'Come mai?'
Ad ogni modo certi GENI, seppur rari, non mancavano di certo.
Un lontanissimo episodio degno di nota alberga nella mia memoria, per cui attraverso queste righe desidero raccontare utilizzando per i dialoghi l’innocente linguaggio tipico di allora.


Era il 1990, avevo 6 anni e frequentavo l’ultimo anno dell’asilo. Un giorno la maestra, manco a farlo apposta ci fece disegnare con degli acquarelli una cicogna su un foglio, ed improvvisamente il discolo Rocco decise di stuzzicarmi.
«Peppe, lo sai che i bambini nascono dalle cicogne?» mi annunciò con espressione maliziosa.
«Le stesse cicogne che stiamo disegnando?» gli chiesi sorpreso.
«Sì sì, sti uccelli bianchi quando sono assieme…»
Venne subito interrotto da altri due compagnetti seduti vicino a noi. Udendo i nostri discorsi si incuriosirono e cominciarono a vociare animatamente coinvolgendo di conseguenza l’intera classe. In men che non si dica fummo circondati manco fossimo due imbonitori.
La maestra dovette fare non poca fatica per ristabilire l’ordine e con la minaccia che sarebbero volati degli schiaffoni.
A quei tempi in via ufficiosa le punizioni corporali risultavano ancora tollerate e per di più adoperate ragion per cui fummo costretti a stare in silenzio al proprio posto.
«Facciamo una cosa…» propose la maestra «chi di voi sa come nascono i bambini, alzi la mano e lo dica davanti a tutti.»
Evidentemente per la maestra, visto che eravamo in ballo, sarebbe stata una buona occasione per far sì che apprendessimo qualcosa in materia, ovviamente con le dovute limitazioni.
Si alzarono quattro mani, compresa la mia. Fui il primo ad esporre la mia teoria.


«I bambini nascono quando un maschio e una femmina si danno tanti, tantissimissimi baci» dissi sicuro di me e convinto di aver indovinato.
«I baci non bastano, ma sono già un inizio.» disse sorridendo la maestra.
Fu il turno di Giorgio.
«I bambini nascono dal cavolfiore!» esclamò candidamente.
Intervenne subito Silvano.
«I bambini non nascono dal cavolfiore ma da una patata!» sentenziò per poi aggiungere «Me l’ha detto mio fratello, lui è grande e queste cose le sa!»
La maestra scosse la testa sospirando e si rivolse a Rocco «Forza campione, tocca a te!»
«Il mio papà mi ha spiegato come: allora… i bambini nascono da due cicogne che fanno l’amore!» ci disse a gran voce, alzandosi velocemente dal banco ed issando energicamente per un braccio la povera Rossana, la sua compagna di banco e posizionandosi dietro le sue spalle.
Lo guardammo stupiti.
«La cicogna maschio si mette dietro la cicogna femmina per fare così: za…za…za…za…za…za…!!!» ci spiegò con tono esaltato e tenendo la povera malcapitata stretta per i fianchi, per poi muovere il bacino avanti e indietro peraltro strofinandosi con nonchalance su di lei.
«La cicogna maschio ad un certo punto fa un canto e dopo nove mesi la cicogna femmina porta un neonato ai genitori.» concluse il mitico Rocco.
L'aula scoppiò in una fragorosa risata. Non capimmo di certo il significato o i doppi sensi di ciò che ci aveva raccontato, però eravamo troppo divertiti dalle sue movenze. Nel frattempo Rossana si liberò dalla morsa di quel birbante e piagnucolando gli diede un sonoro spintone mentre la maestra divenne letteralmente rossa in viso, tant'è che rimase inizialmente scossa per proferire parola. Quest’ultima, appena ripresosi fece capire a Rocco che verso l'una avrebbe parlato con suo padre, precisamente proprio quando sarebbe venuto a prenderlo.
Ritornammo via via ai nostri disegni.


Il dopo della vicenda, purtroppo non mi è possibile ricordarlo con precisione poiché sono passati moltissimi anni. Rammendo giusto qualcosa.
La maestra che ripeteva più volte la parola “cicogna”, e l’evidente imbarazzo nel riportare al padre di Rocco ciò che era avvenuto in mattinata ed infine una frase di quest’ultimo.
«Mi scusi signora maestra, ma qual è in sostanza il suo problema? Forse mi vuole far capire che i documentari di Piero Angela non sono educativi oppure non è che l’ingenua fantasia di mio figlio ha generato un equivoco?»




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Racconto scritto il 07/12/2016 - 15:08
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.1411 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


ahahah grazie Santa, effettivamente è uno dei miei testi umoristici più riusciti, mia sorella addirittura si cimentò a leggerlo più volte per quanto l'aveva divertita.
Ha qualcosina di autobiografico.. Quando andavo all'asilo nonostante si era ingenui, c'era sempre quello più "sveglio" o comunque che involontariamente lo sembrava. La fonte o le fonti? Sempre un padre o dei padri. ahahahaha!!!

Giuseppe Scilipoti 29/12/2018 - 16:41

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Grande...ho ancora le lacrime agli occhi, non mi sono mai divertita tanto!
Ti meriti un vero applauso. In privè ti dico come è stato insegnato a me.

santa scardino 29/12/2018 - 15:11

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Riguardo la questione ebook mi è stato proposto da altri, ma vorrei riservarmi questa cartuccia per un romanzo (anche breve) oppure partecipando in un qualche concorso interessante ed essere inserito in qualche antologia. Il mio sogno segreto effettivamente è distribuire un ebook o meglio ancora un cartaceo, ma non per una questione di arricchirmi ma per una soddisfazione mia di entrare a far parte nell'olimpo degli scrittore commerciali e veder apparso il mio nome. In futuro vedremo...

Giuseppe Scilipoti 07/12/2016 - 20:30

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Grazie Giancarlo e Ilario.
Si, ultimamente ho scritto abbastanza (dato che sono stato recentemente licenziato) e calcola che ho in testa una cinquantina di racconti da scrivere (il numero potrebbe crescere), e ho dovuto aprire un file word, inserendo già i titoli e piccole sinossi come promemoria per non cancellarli accidentalmente dalla mente. Per ora il tempo non manca e scrivo molto, ma nell'anno nuovo prevedo nuove opportunità lavorative e sarà già molto se potrò fare il lettore

Giuseppe Scilipoti 07/12/2016 - 20:27

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Davvero ben scritto bravo. Mi hai trascinato con gusto sino alla fine. Curiosita': vedo che scrivi molto e questo denota una buona vena...mi chiedo e ti chiedo: viste le opportunita' che offre il web com le autopubblicazioni di Ebook hai mai pensato di provarci? Nn costa nulla e hai cmq modo di ragfrontarti con altri lettori e magari lettori scrittori. Ciao e alla prox lettura

Ilario Lekin 07/12/2016 - 19:23

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un racconto interessante dove tutti ci siamo passati per la cicogna
5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 07/12/2016 - 16:50

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