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storia di un racconto breve

F: Ciao Laisa, domani andrò a prelevare un bel po’ d’uva “Montepulciano D'Abruzzo”, la deliziosa variante del Montepulciano originale. Poi ti faccio sapere; magari a Natale ti spedisco una bottiglia di novello.


L: Grazie del pensiero, ma sono astemia. So che mi perdo tanto piacere, ma questa è la vita!


F: Oh, mi fai pensare sai? Ho conosciuto tanti amici che si dichiaravano astemi; ma dopo aver assaggiato il mio vino... No! Non te lo dico, così non sai cosa ti perdi!


L: Il mio considerarmi astemia, è dato dal fatto che mi basta un goccio per perdermi. E, comunque, se non so cosa mi perdo… non mi perdo nulla, o no?


F: Sì, in effetti, con la tua considerazione furbesca, sembrerebbe che non ti perdi nulla; giusto? Eppure mi hai suggerito un'idea! Una sorta di incipt, che potremmo sfruttare per un raccontino. Già immagino il titolo: "Astemia delle donne. Tra finzione e realtà!". Potremmo costruire una sorta di dialogo!


L: Francesco, non amo scrivere in coppia. Tu sei molto bravo. Hai grande capacità di arrivare al lettore con semplicità, sei versatile e grammaticalmente impeccabile. Ok, proviamo; nella peggiore delle ipotesi non lo pubblicheremo. Resto in attesa. Ovviamente, onore allo scrittore, prego.


F: Beh, penso che questo sia davvero un buon modo per iniziare un racconto breve; mi sembra innovativo e divertente. Non credi?


L: Sì, tra due perfetti sconosciuti che scrivono uno di vino e l’altro di astemia. Speriamo che non appaia come un dialogo tra ubriaconi. Figurati, a me è sufficiente l’odore delle cantine per inebriarmi e lo dico a ragion veduta, è appena accaduto nella cantina De Ricci di Montepulciano, di Toscana però, da non confondere eh


F: Eppure, credimi, noi ci conosciamo da molto tempo ormai; noi che siamo cresciuti sulle colline del sole, di fronte al mare. Tu sei una donna mediterranea, che porta nel proprio DNA tutti i segni di un'evoluzione millenaria, cullata dai profumi delle vigne; nelle fragranze mature dei boschi e nei prati d’autunno. Per non parlare poi dell’eredità delle donne di una volta, che pigiavano i grappoli d’uva matura nelle vasche e ballavano divertite, nel mosto. Ora, per carità, ci sono pure le svedesi o le olandesi che bevono il vino, o preferiscono la birra, o magari si dichiarano astemie; ma per una donna mediterranea le cose stanno diversamente. E’ possibile che tu sia talmente radicata nell’essenza dei vini puri… di una volta, che erano esenti da solfiti o altre diavolerie dell’industria moderna, al punto che il tuo organismo rifiuti, com'è giusto che sia, quelli di oggi. In effetti, ora è rimasto il mio vino, e forse quello di pochi altri; ma non so, non li conosco! Lo dovresti sperimentare, sempre secondo me, per vedere se questa mia intuizione possa avere un futuro. Bisognerebbe fare delle prove; diciamo degli assaggi. Forse, chissà, potremmo indovinare la formula giusta. Cosa ne pensi?


L: Sì, donna mediterranea, ma più nei tratti somatici che nei trascorsi. Di mediterraneo ho il DNA, ma nelle mie vene non scorre il vino quanto il mare di Puglia, Ionio turchese, mille sorgenti e le valli marchigiane; quelle dei tartufi, della polenta, della legna, grotte e piadine, delle corse al fiume o in bicicletta. Se i miei pensieri sgorgassero come il sangue, potrebbero somigliare più al mosto, anche selvatico, come del resto sono io; quell’uva non fermentata, che profuma di allegria e irriverenza. Sì! Potrei, ma poi dovresti subirne le conseguenze. Potresti vedermi cadere in un sonno profondo e questo nella migliore delle ipotesi; così come provare disagio delle mie risa senza senso, senza senno o, peggio ancora, potrei salire sul tavolo nel tentativo vano di muovere i miei piedi, proprio come quelle donne di una volta che tu hai citato… e questo, fino a cadere per terra. Potresti dover sopportare le mie lacrime e singhiozzi per tutte quelle sensazioni sopite, dimenticate ed esalate dai fumi dell’alcol. Per chi si definisce o considera astemia per una semplice non conoscenza del “vino”, anche un bicchiere può fare la differenza, ma anche no… chissà?


F: Beh, non ti lascerei mai cadere dal tavolo! Ti prenderei in braccio, un poco prima, per
adagiarti su di una comoda poltroncina, dove potresti sognare, piangere o ridere in santa pace... tutto quello che vuoi!


L: Ci penserò!


F: Ci penserai? Uhm... ma ci penserai davvero?


L: Ehm... Forse!


F: Un forse non è male, mi piace! Studierò un vino speciale, per questa improbabile circostanza, che potrei chiamare “Nettare d’uve selezionate, appositamente per lei, la quale probabilmente continuerà a perdersi qualcosa... o a non perdersi nulla!” eh eh eh eh


L: Ok, avrei deciso, potrei accettare, ma ad una sola condizione: la poltroncina no! ehm, mi mette i brividi più dell’inconsapevole effetto del vino. Meglio all’aria aperta… “per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar” (Giosuè Carducci).


Sarà pure Gentile… ma la prudenza non è mai troppa! ahahahahah


“Il vino mi spinge, il vino folle, che fa cantare anche l'uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare, e tira fuori parola, che sta meglio non detta (Omero)”.


speriamo solo di non sussurrare parole sconvenienti (vino veritas),
....chi berrà, vedrà!


Grazie Laisa.
Grazie a te, Francesco.


Ciao!
Ciao!



Racconto breve di
Francesco Gentile e Laisa Azzurra




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Racconto scritto il 29/09/2017 - 15:59
Da laisa azzurra
Letta n.1478 volte.
Voto:
su 9 votanti


Commenti


Un dialogo divertente e molto bello...mi sono semplicemente divertita nel leggervi Francesco e Laisa...però che coppia straordinaria!
Bravissimi!
Laisa meno male che sei astemia...altrimenti? (scherzo tesoro)

margherita pisano 30/09/2017 - 18:13

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Un dialogo frizzante e divertente a bassa gradazione alcolica direi,allegro al punto giusto.Siete stati simpatici e briosi ed è una piacevole lettura...

Sabry L. 30/09/2017 - 11:32

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Avete dato il meglio di voi, Laisa e Francesco, in questo racconto dialogo tra un produttore di vino e la sua amica astemia. Giulio Soro

Giulio Soro 30/09/2017 - 10:44

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Complimenti agli autori
Molto bello.
L'importante Laisa
CHE il tuo cuore
Non sai "Astemio "
Di bontà e d'amore.
Un abbraccio ed un bacio
Dal mio cuore.

Bruno Abbondandolo 30/09/2017 - 09:08

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LAISA FRANCESCO...è un invito a far bisboccia?!...Non sono una bevitrice e di vino non ne capisco niente. So solo che fa bene e mette allegria. Mi permetto di brindare virtualmente con voi due e farvi i complimenti per questo bel racconto...Prosit Buona Notte

mirella narducci 29/09/2017 - 23:16

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Qualche tempo fa, passando per caso da queste parti, vedevo che in tanti scrivevano… sulla riva di un fiume. E c’erano poesie, racconti e pensieri, che potevano leggere tutti; prima che il fiume li portasse al mare. Si sta proprio bene qui, mi dicevo. Io poi, vedo la bellezza, quasi come una magia, che si manifesta proprio nel confronto e nel dialogo. E questo è un dialogo… e che confronto!
Ma voglio ringraziare di vero cuore Laisa, che mi ha dato pure del carino! Beh, tu sei carinissima... per aver accettato questa cosa. Grazie a tutti voi, per aver letto e commentato. E poi, ci beviamo un bicchiere di vino; cari Ken e Mimmi, ma forse anche Laisa.. chissà? ahahah

Francesco Gentile 29/09/2017 - 22:53

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Complimenti sinceri ad entrambi per questo dialogo che si dipana brillantemente tra galanteria ed eleganza innata. ***** sono sempre poche ma sono comunque il massimo del voto consentito.
Mi rivolgo a due della quattro mani che hanno realizzato questo dialogo, quelle di Francesco, al quale offro volentieri il mio palato per saggiare un ottimo calice del suo vino.

Ken Hutchinson 29/09/2017 - 22:29

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Divertente dialogo, molto simpatico, quasi fosse una commedia...
Quanto al vino, mi propongo per un bel calice...se Laisa permette...

Mimmi Due 29/09/2017 - 21:07

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Beh, mi sono seduta io in quella poltroncina e mi sono goduta la scena,originale e ben recitata... complimenti!

ANNA BAGLIONI 29/09/2017 - 20:34

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davvero simpatici felice di avervi letto
attenti al vino
superrrrr

Mary L 29/09/2017 - 19:57

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ringrazio Francesco. E' stato carino a propormelo malgrado le mie perplessità. Non leggo i racconti per mancanza di tempo e, effettivamente, pubblicare un racconto è un pò un controsenso. Però devo riconoscere che è stato un processo molto naturale, a parte le battute romanzate ed assolutamente "improbabili" finali e, tutto questo, proprio grazie a Francesco.
e Grazie a tutti voi per l'apprezzamento.
A GianMaria che mi esorterebbe a scrivere altro che nn siano poesie, vorrei dire che effettivamente "scrivo", ma per un gusto tutto personale....un pò come il vino

laisa azzurra 29/09/2017 - 19:33

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Curioso e divertente confronto...
Laisa non dovresti temere un
"Gentil uomo "!!!!!!!!!!!!!!

Grazia Giuliani 29/09/2017 - 18:37

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In vino veritas
in veritas revolutio

ergo

in vino revolutio!


andrea guidi 29/09/2017 - 18:24

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Un brano molto buono sia da un punto di vista dell'idea di fondo che per la qualità della sua realizzazione. I dialoghi sembrano scritti per una piece teatrale, hanno la giusta cadenza del palcoscenico e sono molto incisivi, ben scritti. A mio modesto parere entrambi gli autori dovrebbero dedicarsi alla prosa con maggior frequenza...ho visto nella pagina degli autori che Laisa scrive quasi solo poesie, ed è un peccato. Di Francesco invece ho già letto buone opere in prosa. Un saluto.

GianMaria Agosti 29/09/2017 - 17:53

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È un bel connubio Laisa/Francesco....ma attenti al vino....

Teresa Peluso 29/09/2017 - 17:18

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