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Prigioniera

Per chi ama leggere , un piccolo racconto.
Prigioniera


Ecco, non posso neanche uscire da sola, sono guardata a vista da una badante rumena, che mi hanno messo alle costole. Allora, per sfuggire alla sua sorveglianza, passo ore ed ore sul balcone a guardare la gente che passa e a sognare cieli liberi e mari placidi.
In realtà nei miei occhi ho solo mari tempestosi e duelli all’ultimo sangue. La mia è stata una vita molto difficile e sofferta, ma il destino continua a scagliare i suoi strali contro di me. L’autunno è alle porte ,presto non potrò più stare a guardare il mondo attorno a me, stando sul balcone.. In fondo la brezza marina è ancora piacevole e le stelle sono ben visibili. Guardando il cielo posso ancora immaginare di volare in libertà… ma tra non molto le imposte delle finestre si chiuderanno ed io dovrò rimanere prigioniera in casa.
Dicono che non capisco più nulla, che non sono più in grado di intendere e di volere. Dicono che ho l’Alzaimer e che non potrò più occuparmi di mia figlia.
Ormai faccio finta di non sentire e di non capire. Per stare vicino a mia figlia ho accettato che questa estranea abiti in casa mia, che mio figlio spadroneggi nella mia casa…
Una grande amarezza mi attanaglia l’animo. Per anni ho provveduto alla cura della mia bimba , disabile dopo un incidente stradale. Poi il mio corpo ha ceduto alla stanchezza ed ho dormito per tre giorni e tre notti, senza riuscire a svegliarmi, nonostante le sollecitazioni dei medici.. Al mio risveglio tutta la mia vita era cambiata : mia figlia era stata già messa in un istituto, la mia casa rovistata da cima a fondo ed i miei pochi risparmi erano spariti. Inutili sono state le mie proteste…hanno deciso che non sono in grado di badare a mia figlia. Se mi dovessero dichiarare incapace di intendere e di volere, mi toglieranno la sua tutela.
Allora me ne sto buona, mi faccio fare tutti gli accertamenti e le visite neurologiche che vogliono…ma vigilo, perché nessuno faccia del male alla mia bambina.
Una notte, mentre tutti dormivano, sono scesa in strada, ho camminato rasente ai muri, perché nessuno mi scorgesse , sono arrivata sino al mare ed ho ascoltato la sua voce melodiosa.
La luna era alta nel cielo e miriadi di stelle illuminavano quella parte di mondo, che tanto amo. Ho respirato a pieni polmoni la fresca brezza del mare ed ho lasciato che la schiuma della risacca mi bagnasse i piedi.
Poi, silenziosamente, sono rientrata in casa, mi sono infilata sotto le lenzuola ed ho dormito serenamente.
Non ho l’Alzaimer, ricordo tutto perfettamente…ma la vita è tutta una finzione…
Quando non avrò più la pazienza di fingere, andrò vicino al mare,respirerò l’aria colma di salsedine, racconterò alla luna i miei tormenti e ritornerò a casa, vicino alla mia bambina, che , senza di me non può vivere…. Oppure sono io che non posso vivere senza di lei?




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Racconto scritto il 05/11/2018 - 08:24
Da Teresa Peluso
Letta n.936 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Racconto struggente, molto intenso e profondo, i miei più sinceri complimenti.

Paolo Perrone 07/11/2018 - 09:34

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Racconto che giunge al cuore
complimenti Teresa

Salvatore Rastelli 06/11/2018 - 08:32

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Ti ringrazio di cuore, Grazia. Sei sempre gentile e presente.

Teresa Peluso 06/11/2018 - 01:45

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Teresa, i miei complimenti,è davvero bello!Commovente e tu sei bravissima

Grazia Giuliani 05/11/2018 - 23:10

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È una Delle tante verità del nostro tempo...,Donato.Grazie per il tuo commento.

Teresa Peluso 05/11/2018 - 19:50

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Un racconto molto intimo, tocca l'anima... spero sia solo un racconto!

donato mineccia 05/11/2018 - 18:36

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