Mia mamma, alcuni anni fa, per aiutare sua sorella che lavorava, si era offerta di badare alla nipote Paola, una ragazza quindicenne, durante l’assenza della madre.
Spesso capitava che al mattino andassero insieme al mercato a fare la spesa.
Tra le altre cose, era quasi obbligatorio passare davanti alla bancarella del venditore di olive, baccalà ed altri prodotti attinenti, e qualche volta si fermavano anche, per comprare.
Bisogna dire che il venditore era un ragazzo bello ed anche intraprendente, il quale vedendo passare, giorno dopo giorno, mia cugina, che in quanto a bellezza anche lei non era da meno, se ne innamorò.
Fu così che,una bella, o forse dovrei dire brutta mattina, si fece animo e coraggio,come si suol dire, e senza curarsi minimamente della presenza di mia madre si dichiarò:
-Signurì, si vè mettit’affaammor cu' me, ve faccio fa ‘a signora!
Sapete quale fu la risposta di Paola ?
- Essì ! je poje me mett’ affammor cu' na’ aulevaro!
Vi lascio immaginare la delusione e soprattutto la mortificazione, che subì quel ragazzo.
Non lo aveva rifiutato per uno dei soliti motivi, non so, la mancanza di simpatia, oppure perché magari non gli piaceva fisicamente e così via.
No, lo aveva rifiutato per disprezzo del suo lavoro, non di alto livello, ma onesto.
La morale di questa storia, in cui non c’è nulla di inventato, è che, in primis non bisognerebbe mai giudicare un uomo per il tipo di lavoro,purchè onesto, ma per quello che è come persona.
Nel libro ‘’Cuore’’, il padre del protagonista, dice al figlio:
‘Il lavoro non sporca mai’’.
A parte ciò, dopo alcuni anni, dall’episodio appena narrato, Paola s’innamorò di un muratore che in seguito sposò, e con il quale tutt’ora vive ed ha vissuto una vita felice.
Lei naturalmente ricorda benissimo quest’episodio, e quando casualmente ci capita di citarlo commenta così:
- Ero giovane ed incosciente…..con conseguente risata.
Spesso capitava che al mattino andassero insieme al mercato a fare la spesa.
Tra le altre cose, era quasi obbligatorio passare davanti alla bancarella del venditore di olive, baccalà ed altri prodotti attinenti, e qualche volta si fermavano anche, per comprare.
Bisogna dire che il venditore era un ragazzo bello ed anche intraprendente, il quale vedendo passare, giorno dopo giorno, mia cugina, che in quanto a bellezza anche lei non era da meno, se ne innamorò.
Fu così che,una bella, o forse dovrei dire brutta mattina, si fece animo e coraggio,come si suol dire, e senza curarsi minimamente della presenza di mia madre si dichiarò:
-Signurì, si vè mettit’affaammor cu' me, ve faccio fa ‘a signora!
Sapete quale fu la risposta di Paola ?
- Essì ! je poje me mett’ affammor cu' na’ aulevaro!
Vi lascio immaginare la delusione e soprattutto la mortificazione, che subì quel ragazzo.
Non lo aveva rifiutato per uno dei soliti motivi, non so, la mancanza di simpatia, oppure perché magari non gli piaceva fisicamente e così via.
No, lo aveva rifiutato per disprezzo del suo lavoro, non di alto livello, ma onesto.
La morale di questa storia, in cui non c’è nulla di inventato, è che, in primis non bisognerebbe mai giudicare un uomo per il tipo di lavoro,purchè onesto, ma per quello che è come persona.
Nel libro ‘’Cuore’’, il padre del protagonista, dice al figlio:
‘Il lavoro non sporca mai’’.
A parte ciò, dopo alcuni anni, dall’episodio appena narrato, Paola s’innamorò di un muratore che in seguito sposò, e con il quale tutt’ora vive ed ha vissuto una vita felice.
Lei naturalmente ricorda benissimo quest’episodio, e quando casualmente ci capita di citarlo commenta così:
- Ero giovane ed incosciente…..con conseguente risata.
Racconto scritto il 28/01/2020 - 17:51
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Ho letto il tuo racconto, molto bello, presenta discriminazioni, ma una dichiazione d'amore richiederebbe una forma meno diretta. Scusa il ritardo,
Buona domenica
Buona domenica
mare blu 02/02/2020 - 11:16
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Io credo che non fosse scoccata la scintilla,certo non conta il mestiere ma altro.Bel racconto
Graziella Silvestri 01/02/2020 - 07:35
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Concordo con tutti i commenti...racconto molto significativo di un certo modo di pensare, con l'unica scusante della giovane età.Pper questo mi sento di dire che si possa perdonarle quella frase sul lavoro del suo pretendente. Brava, bel racconto.
Giacomo C. Collins 31/01/2020 - 17:20
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Grazie Mirko e grazie Ida.
santa scardino 29/01/2020 - 21:03
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Forse fu perché lui vendeva anche il baccalà! A parte ciò, apprezzo interamente questo tuo interessante racconto.
Ida Falconeri 29/01/2020 - 19:47
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Da ragazzino mi piaceva stendermi sotto un ulivo e giocare col cielo. Spostavo i rami e cambiavo la forma alle nuvole, ed ero felice... penso sia un gran bel racconto
Mirko D. Mastro(Poeta) 29/01/2020 - 16:55
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Ringrazio affettuosamente Giuseppe, Gianny ed Anna Maria.
santa scardino 29/01/2020 - 15:16
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Com’è cambiato il mondo:oggi i muratori , gli olivari...e via discorrendo sono : “buoni partiti “,cioè mestieri con ottimi guadagni assicurati ....invece molti laureati non trovano lavoro oppure lavori precari e mal pagati.
Il tuo bel racconto contestualizzato in un vivace mercato, mi ha portato a queste considerazioni.Ciao Santa e buona giornata
Il tuo bel racconto contestualizzato in un vivace mercato, mi ha portato a queste considerazioni.Ciao Santa e buona giornata
Anna Maria Foglia 29/01/2020 - 10:29
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Bello il racconto e ottimo il concetto espresso magistralmente da quello che hai scritto. L'abito non fa il monaco di sicuro ma occhio anche a ciò che nasconde l'abito di cui non sempre è oro colato. Ti abbraccio , cara Santa. Buona serata
Gianny Mirra 28/01/2020 - 23:03
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... del fatto che lei risultava laureata, con la conoscenza di ben SEI lingue straniere e per di più con un buon impiego in un'azienda mentre io un semplice commesso/magazziniere in un negozio di moto ricambi per 600 euro al mese, e con la conoscenza di due sole lingue: italiano e siciliano.
Mi faceva sentire una merda, credimi.
La morale che dispone il testo da un senso completo alle righe dell'aneddotico racconto con un finale.. da ironia della sorte. Infatti ho sorriso e riflettuto.
BRAVA!
Mi faceva sentire una merda, credimi.
La morale che dispone il testo da un senso completo alle righe dell'aneddotico racconto con un finale.. da ironia della sorte. Infatti ho sorriso e riflettuto.
BRAVA!
Giuseppe Scilipoti 28/01/2020 - 21:37
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Inoltre le due uniche linee di dialogo de "Il venditore di olive" le ho capite senza difficoltà nonostante hai deciso di trascriverle in dialetto.
Mio padre, una volta mi disse:
--- Vergogna è rubare ---
Queste tre parole chiaramente indicano che qualsiasi mestiere è dignitoso.
Il testo lo faccio MIO perchè "sportivamente" capisco la delusione del venditore d'olio. Ti spiego perchè:
Mi ricordo la mia prima ex di quando mi rinfacciava (e capitava spesso) con fare spocchioso... (segue disamina)
Mio padre, una volta mi disse:
--- Vergogna è rubare ---
Queste tre parole chiaramente indicano che qualsiasi mestiere è dignitoso.
Il testo lo faccio MIO perchè "sportivamente" capisco la delusione del venditore d'olio. Ti spiego perchè:
Mi ricordo la mia prima ex di quando mi rinfacciava (e capitava spesso) con fare spocchioso... (segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 28/01/2020 - 21:34
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Ciao Santa, un racconto scritto... con umiltà d'animo. E visto che si parla di olive... sai come andare al "nocciolo" della questione e al contempo il tutto "condito" con adeguate descrizioni. La narrazione poi scorre liscia... come l'olio. Sì, il testo mi è davvero piaciuto, tra la varie cose si respira un'aria di altri tempi. Ad esempio, non di rado ci si dichiarava alla "O la va o la spacca." Ammirevole l'accostamento oltre che giusto col libro "Cuore" di Edmondo De Amicis (segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 28/01/2020 - 21:29
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