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Legenda
= Poesia
= Racconto
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Il suono dei miei ingranaggi

Che cosa pensi? Me lo hai chiesto col sole, di pomeriggio. Sento troppo, mi hai detto. Dentro, dove è stato facile a volte ferirmi. Lo hanno fatto l’invidia, e la vita. Ma continuo a credere alle persone, e a te… sono così.
Io credo che tu la tua parte di poesia l’abbia già scritta o pensata, e forse ci siamo conosciuti per questo… anche se i poeti sono umani con tutte le loro imperfezioni, anche se non posso garantire di non farti soffrire sarò qui per te. Sono un ottimo ascoltatore, sai? Solo… amo più pensare che parlare. Raramente mi annoio da solo. Mia moglie, mi piacerebbe un giorno vi conosceste, dice che interiorizzo molto. A dirla tutta, forse troppo. Spesso le parole sono un compromesso… così non ne userò molte. La scrittura credo mi abbia scelto per raccontare delle storie, quella della nostra amicizia per esempio. Vengo da quei giardini dove è più facile contare le foglie che cadono piuttosto che i fiori. Anch’io vorrei invecchiare con i tuoi pensieri, i miei li troverai a brillare sotto una lampada da tavolo. Forse si parla davvero di sé solo quando ci si sente capiti…
Anche se tu scordassi il mio volto mi riconosceresti… sono quello che vedi fissare il vuoto, in silenzio, lo sguardo perso, la mente chissà dove. Sono tra quei sorrisi che cercano una speranza, tra i tuoi che sono sorrisi belli.
I miei ragazzi, con quel filo di tristezza che non dovrebbe appartenere loro, qualche volta mi guardano e trovano il coraggio di pensare che sono sempre arrabbiato… bisogna pur saperla posare la collera. Come le chiavi di casa, sapendo che andrai a riprenderla perché senza non puoi ritornare a sentire la voce di tuo padre prima di morire, senza non sei tu. Ma bisogna pur saperla posare, ogni tanto.
Mi piacerebbe sapere di te e di tutto ciò che ami e che non ami, di te che sei come la musica che riesce a sapere sempre quello che sento… anche quando lei che mi ha messo al mondo mi manca come la musica, e non sa forse neppure che esisto.
Saprò esserci per te, senza prendermi troppo sul serio. E lo dico con gli occhi tristi.



Mirko D. Mastro




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Racconto scritto il 10/05/2020 - 08:24
Da Mirko D. Mastro
Letta n.849 volte.
Voto:
su 10 votanti


Commenti


Tempo fa in questo sito ci si congratulava con gli autori premiati nel mese per le opere. Ora tutto questo si è perso e un po dispiace. Ma voglio congratularmi con te per questo meritato premio e dirti umilmente che davvero meritano i tuoi scritti.

Margherita Pisano 06/06/2020 - 11:38

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Pensieri, riflessioni espressi con un andamento lento ma di forte intensità emotiva che mostrano le varie sfaccettature dell'anima di chi è portatore di valori come pilastri della nostra esistenza. Mi compiaccio, veramente di valore.

Francesco Scolaro 12/05/2020 - 09:54

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Racconto che emoziona, lo fai con le poesie e adesso con questo scritto.

Antonio Girardi 11/05/2020 - 11:38

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Molto belle queste riflessioni, ben scritte e condivise da me che amavo mia madre sopra ogni cosa...c'è sempre un filo rosso poetico che lega il tuo narrare ricamandolo di emozioni. Ciao.

Giacomo C. Collins 11/05/2020 - 07:47

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Non si smette mai di essere figlio, anche quando i nostri genitori non ci sono, forse il legame lo sentiamo ancora più forte. Parlare con loro in questo caso la mamma, è come parlare con noi stessi e non è per niente facile. Dolcissimo e riflessivo racconto,mi sono emozionata nel leggerlo. Ciao.

santa scardino 10/05/2020 - 23:47

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Un bel racconto/dedica per la festa di tutte le mamme e che hai condiviso qui con tutti!

Maria Luisa Bandiera 10/05/2020 - 18:53

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C'è un filo sottile che unisce il pensiero, è un filo conduttore che trasporta energia, emozioni e affetto oltre al senso dell'intuito che viaggia silenzioso.
Ecco, questo ho pensato leggendo il tuo emozionante racconto; un dialogo silezioso, ma intenso da ascoltare a chi deve arrivare.
Un caro saluto

Margherita Pisano 10/05/2020 - 15:21

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“Forse si parla davvero di sé quando ci si sente davvero capiti”sono perfettamente d’accordo e questa frase delinea le coordinate di un vero dialogo tra le persone. Bel testo con tanti spunti di riflessione!

Anna Maria Foglia 10/05/2020 - 14:46

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Grazie Mirko per aver condiviso con noi queste emozioni cosi' intime e forti!Buona domenica

barbara tascone 10/05/2020 - 14:14

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ciao Mirko
una dolcissima dedica, la tua
spesso, gli occhi e il cuore lontani, sanno asciugare lacrime mai scese, ferme lì, sul cuore...
chi doveva sapere sa e non può che esserne fiera...
splendido testo

rinnovo gli auguri alla madre dei tuoi giorni, dei tuoi tre splendidi respiri


laisa azzurra 10/05/2020 - 13:28

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MIRKO....Ingranaggi che sai oleare bene, il loro movimento è l'andare avanti nella vita perchè pur se triste va vissuta e non c'è poeta che non lo sappia bene. Mirko non so la tua storia ma la madre nel bene e nel male è universale e mai occuperà un posto diverso dal cuore. Buona domenica poeta.

mirella narducci 10/05/2020 - 12:42

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Di fronte a tanta intimità io non so commentare lo sai... Scelgo una rosa, quelle selvatiche a cespuglio, come gli ingranaggi rumorosi che sanno donare profonde emozioni! Grazie

Grazia Giuliani 10/05/2020 - 12:38

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Sai, mano mano che leggevo, pensavo di risponderti con una mia sintesi, io che non sono sintetico. Chissà cosa ne esce.
Ma in questa occasione avrei tolto l'abito più attraente per un poeta ed avrei scritto: Mamma, oggi che per convenzione si "festeggia" la Festa della Mamma , ti dico che mi manchi tanto ed è una bugia (che magari dicono in tanti), perché in realtà MI MANCHI TUTTI I GIORNI.

Ernesto D’Onise 10/05/2020 - 10:22

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