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Prologo e Primo capitolo

PROLOGO


Mi presento, credo sia d’obbligo prima di entrare nei Vostri pensieri e nidificare attraverso questa storia. La mia. La Vostra. È un percorso iniziato, beh, un po’ di tempo fa, non ha alcuna importanza perché nella dimensione dell’Eterno spazio e tempo si annullano. Esiste esclusivamente il presente, hic et nunc come dovrebbe essere sempre, anche …ops, chiedo venia non mi sono ancora presentata come deve essere fra persone cortesi.
Mi chiamo Rachel – nome vero o fittizio? Soprannome o pseudonimo poco importa se Vi assicuro che ciò che qui troverete è la Verità. La mia naturalmente. Vivo in Italia dove sono nata, ma mi considero cittadina del mondo se non fisicamente almeno del mio essere di mentalità aperta. Ho trent’anni e sono un’Anima incarnata, in viaggio, ospitata su questo pianeta. Ma non voglio parlarVi né di ambiente né di ecologia. Non qui almeno. Non ora.
Dunque…sono Rachel e sono lieta di fare la Vostra conoscenza, spero sarà un piacere reciproco.
Un viaggio, fisico questa volta. A Londra per il Capodanno di qualche anno fa. Ho visto i film di Harry Potter e so che la sua saga si trova anche per le vie di Londra, ma l’inizio della mia avventura sembra più Narnia ovvero una stazione della tube cioè della metropolitana: Edgware Road.
Vorrei catturare la Vostra attenzione e la Vostra curiosità per cui concedetemi di veicolarVi gli eventi al presente. Se non dovesse funzionare passerò...cioè...sì, insomma scorrerò fra le regole grammaticali alla ricerca di qualcosa di più confacente.
Rachel T.
 


LUNA NUOVA: “La Scoperta”


PRIMO CAPITOLO


Ho lasciato l’hotel e sento ancora il sapore dell’English Breakfast in bocca nonostante melissa e timo del dentifricio abbiano resettato le papille gustative. Passo da Cabbell Street per immortalare la facciata di un palazzo tinto di rosso che, al tramonto, si ravviva e prende fuoco dall’interno per accoglierti in un quadro di Van Gogh. D’accordo, in quel caso erano salici e non edifici, ma ogni pietra viene abbracciata da una luce vellutata che trasmette sensazioni incantevoli.
Ho già acquistato la Oyster Card e con essa la libertà di strisciare ed entrare nella metropolitana con più scioltezza senza avere un carnet di biglietti da gestire.
Il binario della Circle Line mi accoglie con una folata di vento freddo e mi obbliga a stringere la sciarpa ampia e morbida e a rincalzare il colbacco che con la sua finta pelliccia morbida di sfumature nere e grigie mi fa sentire nel lusso. Cappotto e maglione creano una cortina avvolgente che ripara dal freddo permettendomi di rilassarmi e guardare in giro. Una raffica di vento mi investe e mi fa indietreggiare verso il binario direzione Baker Street famosa per lo straordinario e stravagante – all’apparenza un po’ svitato – Sherlock Holmes. La corrente si fa a spirale e porta a passeggio granelli di polvere ad accompagnare un foglio che entra dal soffitto aperto su un cielo indeciso se essere sereno o bigio. Nel dubbio offre una danza con le nuvole. Il pezzetto di carta, avoriata, lo vedo anche da lontano – o sarà sporca? – placa il suo tormento ai piedi di una donna di colore che aveva già attirato la mia attenzione perché sotto il cappottino nero indossa una camicia dello stesso colore, aperta su un seno alquanto generoso a rivelare – senza bisogno di immaginare più di tanto – curve portate con orgoglio. Lei si china e lo raccoglie, lo legge, si guarda intorno poi fissa occhi neri e profondi su di me mentre si avvicina.
- Credo sia per te.
E me lo passa. Muta, sguardo confuso, lo prendo. Guardo lei o il foglietto? Che cosa scelgo? Di fare jumping fra i due: il suo viso e le parole che mi vengono incontro da una nube di confusione mentale: Watkins Books Cecil Court. Una via di mezzo fra un biglietto da visita e un appunto: scritto a mano, con una calligrafia molto elegante e curata, in uno stile che ricorda il French font e, a fianco di quello che presumo sia il nome di un negozio, un disegno, un fiore di loto. Credo.
La carrozza si arresta di fronte a me, le porte si aprono, la donna entra dopo avermi elargito un sorriso incantevole colmo di gioia di vivere, serenità, comprensione, compassione. Sì, io vedo tutto questo in quel sorriso. Faccio per raggiungerla, con la testa illuminata da luci intermittenti che alternano domande a riflessioni, ma lei è già in partenza verso una destinazione ignota. Torno a guardare il biglietto, lo giro fra le mani, lo scruto alla ricerca di altri dettagli finora sfuggiti alla mia vista. Niente. Un nome, una via e un disegno. E la mia scelta di recarmi subito lì. Con il prossimo treno, fra due minuti.




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Racconto scritto il 30/04/2021 - 09:22
Da Stella Teti
Letta n.740 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Dunque, non saresti cortese per tua ammissione (leggi dopo il tuo ops!)
Non è mai verità ciò che viene offerto da una che non ha nemmeno identità e sa perchè? Perché lei non accetta la responsabilità di ciò che scrive. Le ricordo appena che sul Potere della Luna già hanno scritto in molti. Sono curioso. La leggeró...

Ernesto D’Onise 30/04/2021 - 13:58

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