In principio credevo che il grande disagio provenisse dal sovrapporsi di due elementi: la voglia di vivere il presente,la speranza, ed il passato,i rimpianti.In quel brodo di emozioni potevo essere paragonato ad un’equilibrista, ma in effetti, non è così.La ricerca della felicità è un obiettivo non perseguibile,lei, fonda le basi su regole ben stabilite, su qualcosa di finito,noi, materia, ci nutriamo del caos, nient’altro che un insieme di atomi costretti a stare insieme.Ecco, se già la nostra parte più piccola non si sente libera, siamo costretti a portarci dietro questo disagio.Il cerchio si chiude facilmente, quando all'improvviso intravedo la parte peggiore di me tra le nuvole: danza e sorride, la sua musica è il tempo e il suo nutrimento i miei errori.Le chiedo se avesse sempre danzato e lei mi risponde: “anche da prima che sei nato”...Furioso le scaglio qualsiasi cosa contro, non serve, la rabbia fortifica il disagio.
Mi fermo
“perchè dai la testa al muro?”
sorrido e inizio a danzare con lei.
Mi perdo, mi sgretolo e finalmente mi trovo.
Mi fermo
“perchè dai la testa al muro?”
sorrido e inizio a danzare con lei.
Mi perdo, mi sgretolo e finalmente mi trovo.
Racconto scritto il 22/06/2014 - 22:22
Da Bruno Gais
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