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La nostra vera identità è spirituale

Al di là della razza, dell'etnia, del colore, del genere, della religione, del sesso e del suo orientamento con relative discriminazioni, fermo restante la libertà, l'uguaglianza, i diritti paritari e l'unione sentimentale (e non matrimoniale) dei gay senza eccedere, però, con il paritarismo (genitore 1 e 2), la nostra vera identità, altro che “di genere”, è spirituale.
L'umanità, infatti, ha un denominatore comune che si chiama anima, non certo campata in aria, dal momento che la sua acquisizione culturale (e un po' di filosofia non guasterebbe!) ci illuminerà una volta e per sempre, sul significato vero della vita e sul modo in cui essa va veramente vissuta.
A tal uopo nelle scuole, invece di istituire la giornata contro l'omotransfobia con relative disquisizioni di complessità mentale, andrebbe introdotta, sin dalle elementari, una nuova disciplina - l'”Educazione morale” – proprio per farci vivere dignitosamente come si conviene alla luce dell'amore, l'essenza dell'anima.


Non a caso l'umanità, nella sua vera identità, rappresenta il frutto di un duplice atto d'amore: creativo (cordone spirituale paterno dall'alito vitale) e generativo (cordone ombelicale materno) e, in virtù di tanto, le componenti della nostra fantastica miscela spirito/materia, dal lato materiale sono carbonio e azoto a formare il corpo alla mercé dello spazio e del tempo, mentre sul versante spirituale sono pensiero, amore e coscienza, luminose entità fuori dal tempo e dallo spazio.
Ritornando alle nostre origini se il cordone ombelicale viene reciso alla nascita per consegnare le nostre misere spoglie mortali alla madre Terra, il cordone spirituale da figli di Dio, invece, ci mantiene saldamente legati al mondo della luce, basta solo non reciderlo per problemi di coscienza (gnothi sautòn), depositaria di quella verità che Socrate voleva portare alla luce con l'arte della maieutica.


Non v'è dubbio che la nostra complessa miscela si avvale di processi chimici vitali e, a livello epatico, dal matrimonio (indissolubile!) del carbonio con l'azoto (e relativi corredi, carbossilico ed amminico) - rispettivamente elemento terreno (sulla strada del petrolio) ed elemento aereo (sulle vie del cielo) - nasce lo spirito naturale e gli aminoacidi la cui magica sequenza ci dona la giusta informazione (Dna) per la trascrizione (Rna) della vita nella sua vera essenza.
Sempre in virtù di processi di biochimica vitale il carbonio, grazie ai glicidi, alla glicolisi e al ciclo di Krebs, ci permette la respirazione, mentre l'azoto ci regala l'ideazione (Aristotele) grazie alla transaminazione (acido glutammico, energia mentale) e alla deaminazione (ammoniaca, letargia mentale), fermo restante che con la decarbossilazione si perviene ai neurotrasmettitori, sinergia mentale con la cellula nervosa a secernere il pensiero (spirito vitale).
Allora, rispolverando le nostre vere radici, se dal carbonio (glicolisi, acido piruvico) all'azoto (transaminasi, acido glutammico) nascono gli aminoacidi per strutturare, redigere il nostro codice genetico, su basi chimiche azotate (a-denina, c-itosina, g-uanina, u-racile), debolmente legate (per sostenere la celeste ascesa con la materia scrollata!), si edificano i gradini della scala elicoidale per ascendere lassù nell'iperuranio, il mondo delle idee (Platone) alla conquista del genoma eccelso e delle sue componenti spirituali: a-more, c-oscienza, g-enoma, u-niversale.
Proprio alla luce di tanto si disappannerà la macula oculare del peccato originale per una visione completa, a 360° del mondo che ci gira intorno e, al di là della caduca, greve, obsoleta armatura corporale, sopravviverà la nostra luminosa matrice spirituale, proiettandoci, così, dalla polvere alla luce.
Naturalmente questa conquista scientifico (chimico)-filosofica ci farà acquisire l'anima nella sua triplice veste di coscienza vigile (chi sono, polvere), consapevole (da dove vengo, da un duplice atto d'amore) e morale (dove vado, verso la luce della verità).
E sempre alla luce di tanto l'emancipazione umana (transumanesimo), in virtù del potenziamento morale (la legge morale dentro di me, Kant), comportamentale (illuminazione corticale, Paul MacLean) e culturale (genoma eccelso, fede), farà selezione spirituale (postumanesimo), passando dal lume della ragione egoistica (mente, materia raffinata) alla luce dell'intelletto altruistico (anima, mente illuminata), grazie alla cellula spirituale (spirito immortale), illuminazione culturale della cellula nervosa (spirito vitale) dalla cellula epatica (spirito naturale) interconnesse, che distilla l'amore.


Queste sono le nozioni basilari da far acquisire ai nostri figli e nipoti e non certo la complessità mentale dell'identità di genere, perché la libertà di vivere alla luce dell'anima è il rispetto degli altri e, col rispetto di tutti, rispetti pure te stesso, al di là della razza, dell'etnia, del colore, della religione, del sesso e così via, dal momento che l'umanità ha un comune denominatore (anima) e lo stesso motore (amore)! Pertanto... meglio un nero bianco (anima mite) che un bianco nero (anima malvagia), colori calcistici a parte!




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Racconto scritto il 20/10/2021 - 06:33
Da Francesco Andrea Maiello
Letta n.644 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Grazie per la lettura e il commento

Francesco Andrea Maiello 22/10/2021 - 09:00

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Anche se il racconto non è tanto di facile comprensione comunque la morale si è capita,e cioè che non importa la diversità delle persone. Comunque racconto interessante

Alberto Berrone 21/10/2021 - 22:33

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