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Reprobi Angelus 10.12

Caput decem
L’ottava stanza- La fame è lo schizzo di una signora perbene



Ma torniamo al corpo straziato di Zelo nel parcheggio della locanda…


Quando il corteo d’accompagnamento del defunto e le sue esequie alla sepoltura arrivò davanti alla locanda Della Cannella si fermò il tempo di un applauso, come per zittire la paura della morte. Benedetta piangeva lacrime dense come caligine. Un passo dietro a lei Lobella, per non incomodare. Gli occhi preoccupati per l’amica, e gonfi. Più lontano Adamantina.
Quel battito di mani su di lei ebbe l’effetto dell’artiglio del diavolo su di un vetro.
Il sole che scalfiva la lapide di Zelo pareva un fiore dai grandi capolini giallo aranciati con i petali spettinati.
<Non eri costretta a venire, Adamantina> la voce rotta di Benedetta la riportò indietro, forse da un lungo viaggio.
<<Siete stati gentili con me, tuo suocero e poi tu. Volevo solo esserci>>.
<Allontaniamoci… perché quell’immagine dell’applauso durante il funerale!? Perché non l’impressione di unghie su una lavagna?>.
<<Benedetta…>>.
<Devo saperlo, ti prego…>.
<<Benedetta, tu senti i pensieri delle altre persone?>>.
<Da un po’. Ho bisogno di sapere…>.
<<Samaèl. Era così anche per me prima di…>> in un singhiozzo <<Accade quando condividi con
lui un’esperienza significante>>.
<…le stanze del Palazzo sull’Acqua. Soffriva…> Benedetta in una nota calante <Il suo cuore rileggeva sempre lo stesso capoverso>.
Il timbro sottile di Lobella le investì come un torrente tumido -Non vorrei disturbare… Benedetta, stasera Arnica rientra da Edimburgo-.
<…cara, non doveva. Tua figlia ha la tesi…>.
-Anche lei vuole starti vicina-.


Quella sera alla locanda l’odore di pioggia e foglie gialle delle caldarroste impregnava le narici, e gli occhi saturi di parole di Benedetta cercavano quelli stanchi di Adamantina.
L’occasione si presentò quando il fidanzato di Arnica iniziò a dividersi tra vodka e canzoni folkloristiche nell’ilarità dei presenti. La locandiera prese per la mano Adamantina e raggiunsero celatamente il capanno retrostante.
<<Attraversai un cilindro, passai nel mondo a rovescio dove il su è giù, e la fame è ingordigia. Dove le pareti sono lastre compatte e trasparenti. Andarci è facilissimo. Più difficile è trovare la via del ritorno. Rividi la mia vita come si guarda un brutto film, seduti sull’orlo della sedia gridando: no, no, non aprire…c’è il cattivo. Ti prenderà, ti tapperà la bocca con una mano e ti legherà, così tutto andrà in pezzi!>> Adamantina era così afflitta che Benedetta poteva sentirne la disperazione. <<Solo che in questa storia il cattivo resta a guardare. La persona che è saltata fuori dal mio grido stonato d’aiuto, che mi ha afferrata e legata… ero io. Il mio doppio, la ragazzina cattiva che sibila: non soddisferai la tua ingordigia. Non ti permetterò di avere fame di avvenenza. Appena sarai appagata ti lascerò andare, giuro che lo farò. Appena ti piacerai andrà tutto bene.
Bugiarda! Non mi ha mai lasciata andare. E io non sono mai stata capace di liberarmi.
Ma… se gli angeli procreassero, Benedetta!? Ho paura…>>.
<Sei incinta!? …tesoro>.
<<Credo di 13 settimane…>>.
Adamantina sentì che l’abbraccio di Benedetta era un posto perfetto in cui abitare.
<Torniamo dentro. Con gli altri>.


L’indomani mattina <<Buongiorno Benedetta, aspetti qualcuno?>> Adamantina, stretta tra il paltò e il cappuccino.
<Attendo che asciughi il bianco> cercando di pulirsi dalla guancia una macchia privata <Intanto, scusa per ieri sera… sono poi dovuta andare>.
Lo sguardo perso tra la facciata della locanda e il cielo <Con Zelo attendevamo che la pittura asciugasse con una delle nostre passeggiate in bicicletta. Non siamo che gente semplice che per arrivare a fine mese lavora e prega>.
(in tomo cupiditas)




- le parole di Adamantina nel capanno sono liberamente tratte da una citazione di Marya Hornbacher, scrittrice e saggista e giornalista statunitense




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Racconto scritto il 11/05/2022 - 21:34
Da Mirko D. Mastro
Letta n.546 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Se mai accadrà, sarei onorato Maria Luisa di averti come lettrice

Mirko D. Mastro 12/05/2022 - 16:04

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Mi piacerebbe (una volta pubblicato) leggerlo tutto per intero questo "Tomo"

Maria Luisa Bandiera 12/05/2022 - 15:24

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Non ci deluderà nessuno dei due ne sono certissimaaaa

Marina Assanti 12/05/2022 - 09:36

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Si potesse vivere tra coriandoli!!e
vederli dappertutto su muri palazzi alberi!! Cmq dalle premesse del tuo racconto mi sa che sarà il tuo io ad essere meritevole di coriandoli!!

Anna Cenni 12/05/2022 - 08:06

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Ripensavo a Freud: questo primo romanzo, che in fondo abbiamo scritto io e Samael, se alla fine vi sarà piaciuto sarò io meritorio... in caso contrario, sarà demerito del mio Id

Mirko D. Mastro 12/05/2022 - 07:24

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Le tue parole Marina sono cibo per l'anima, per me che nella testa scrivo di mestiere e faccio l'operaio per hobby.
Grazie

Mirko D. Mastro 12/05/2022 - 04:44

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Grazie Anna, in questo capitolo spero siano tornati i coriandoli.

Mirko D. Mastro 12/05/2022 - 04:41

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Superbo!!!
Atmosfera sempre più densa di mistero.
Toni cupi, magnetici, ottima la narrazione!
Complimenti, Mirko, hai un grande talento e tutta la mia stima.
Alla prossima

Marina Assanti 11/05/2022 - 22:48

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L'ES di Freud.

Anna Cenni 11/05/2022 - 22:34

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Il mondo a rovescio ..l'io e il suo doppio..hai scritto qualcosa che avrebbe potuto dire Ligabue il pittore!! Speciale questo racconto che va nel profondo dell' Es!!

Anna Cenni 11/05/2022 - 22:28

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