Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

Quella volta che sbagliai strada...

Le istruzioni sono:

...con i miei compagni di viaggio


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Per partecipare basta registrarsi gratuitamente ed accedere alla propria area privata dove si trova la pagina per la pubblicazione della scrittura creativa.
Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



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LISTA DELLE SCRITTURE CREATIVE PER GRADIMENTO



50° Anniversario di Matrimonio

Fine Giugno 2018 un pomeriggio arioso e tiepido che annunciava l’arrivo del caldo estivo. L’indomani prometteva bene sarebbe stato un giorno molto importante per me, in questo mese si erano svolti preparativi con inviti e acquisti impegnativi. Tutto doveva essere perfetto mi recai come da appuntamento dal parrucchiere doveva farmi una acconciatura nuova che avrebbe richiesto molto tempo. Puntuale feci l’ingresso nel salone dove c’era Carla la maga del pettine cosi la chiamavo e la chiamo! C’erano anche giovani donne a farsi belle. Felice e gioiosa esclamai:- Ragazze mi sposo. Si levò un ola grande di stupore e sorrisi...Che bella cosa gridarono attorniandomi curiose. Un momento specificai, le mie sono nozze d’oro...L’umore si abbasso di tono e udii complimenti tra i sospiri. Già i nuovi amori sono quelli che vanno incoraggiati mentre i 50 anni di matrimonio sono d’esempio perché rari. Un matrimonio felice non è un dono è una conquista che non tutti raggiungono. L’essere arrivati a ques... (continua)

mirella narducci 05/03/2019 - 23:30
commenti 15 - Numero letture:1402

Argomento: OSSERVARE, PENSARE, PARLARE, INTERVENIRE

Voto:
su 6 votanti


PIU\' FORTE DEL MOSTRO

“Ci mancava solo la pioggia, come se non ne avessimo avuta abbastanza!” disse Claudia mentre apriva la porta alla cliente, salutandola e guardando il cielo che appariva ancora di un insolito grigio in quella giornata dei primi di maggio.
“Speriamo finisca e che arrivi il bel tempo, proprio ora che iniziano le cerimonie.”
Aveva ragione. Era stato un inverno piovoso ed anche abbastanza freddo e tutti avevamo gioito appena il sole aveva fatto la sua comparsa, regalandoci giornate tiepide che invogliavano a lunghe passeggiate in spiaggia in una primavera che, grazie alla pioggia, era stata più variopinta delle precedenti.
Erano anni che ormai mi recavo da Claudia, la mia parrucchiera di fiducia, perché oltre ad essere brava era anche una bella persona, dolce e gentile. Mandava avanti il piccolo salone insieme alla sorella Miriam, dopo che la loro madre aveva deciso di lasciare alle figlie le redini dell’attività.
“Allora, oggi come li facciamo?” mi chiese Claudia.
“Li voglio tingere ... (continua)

Millina Spina 08/03/2019 - 18:32
commenti 7 - Numero letture:1238

Argomento: OSSERVARE, PENSARE, PARLARE, INTERVENIRE

Voto:
su 3 votanti


L'uomo dalle forbici d'oro

L’uomo dalle forbici d’oro

Il mio cruccio sono sempre stati i capelli, caduchi come le foglie dei tigli del viale in autunno.
La calvizie precocissima che aveva lasciato scoperto gran parte del cranio già prima dei vent’anni, mi assillava e faceva sclerare il barbiere quando passavo da lui per farmi rimettere a posto i radi e lunghi capelli il sabato sera poco prima che chiudesse, dopo esserci già stato di buon mattino, perché il solito colpo di vento malandrino scompigliandoli li aveva fatti garrire come uno stendardo al vento; allora lui, sbuffando e sacramentando tra sé, rimetteva mano al lavoro concluso poche ore prima e con geniali giravolte di spazzola, oltre a un consumo industriale di lacca, s’incaricava di ridistribuire i resti di quella che era stata una folta chioma fulva, dentro l’intera area della calotta cranica.
La bottega di Fortunato, ovvero: “L’uomo dalle forbici d’oro”, così sopranominato per le forbici dorate vinte in un gara per parrucchieri in ambito regional... (continua)


vecchio scarpone 10/03/2019 - 09:05
commenti 2 - Numero letture:1093

Argomento: OSSERVARE, PENSARE, PARLARE, INTERVENIRE

Voto:
su 1 votanti


Non mi basti mai

Alice giunse a destinazione in un’afosa mattina di giugno. L’attendeva una città di Milano assolata, in contrasto col suo animo cupo di chi è ancora al centro di una tempesta.
Era partita un’ora prima da Bologna ripromettendosi di non cedere, ma quando il treno stava per giungere in stazione, non riuscì a resistere ed indossò gli auricolari del suo lettore mp3. La melodia di una delle canzoni di Lucio Dalla rese Alice ancora più inquieta e depressa; quelle note erano state la colonna sonora degli ultimi mesi.
Nel dicembre dell’anno precedente, appena assunta come ragioniera in un prestigioso studio di Bologna, non stava nella pelle per quell’agognato impiego ottenuto dopo aver tanto studiato.
Il colloquio l’aveva sostenuto con Riccardo, uno dei soci dell’ufficio, dallo sguardo comprensivo e i modi cordiali, che subito l’aveva fatta sentire a suo agio. Alice era stata assunta e tra loro si instaurò subito un rapporto di collaborazione fondato sulla fiducia e sulla stima reciproca. I... (continua)

PAOLA SALZANO 27/10/2024 - 09:42
commenti 2 - Numero letture:242

Argomento: Scrivete un testo all’interno del quale ci sia la frase di una canzone che è motivo di ispirazione p

Voto:
su 1 votanti


la goccia di pioggia

In un giorno di pioggia,
una piccola goccia d’acqua,
venne liberata da una nuvola
gonfia e desiderosa di svuotarsi
per tornare a fare dispetti al sole.
Appena liberata la gocciolina,
decise di rallentare la sua caduta,
troppo veloce per poter riflettere.
A questo scopo raccolse un po’
di nebbiolina e ne fece un paracadute.
Intanto pensava: ‘’ Non voglio cadere
sul parabrezza di un’auto, sarei
immediatamente spazzata via.
Non vorrei neppure cadere in mare,
nessuno mi noterebbe, di cadere in
una pozzanghera… non se ne parla
nemmeno. Nel calice di un fiore,
sarebbe romantico, ma il primo
uccelletto assetato mi berrebbe.
Se potessi scegliere, vorrei cadere
su una zolla di terra di un paese
povero, sopra un semino di grano.
Che soddisfazione!!! Darei la vita
ad una spiga, che darebbe tanti chicchi,
i chicchi… farina ed infine PANE!’’.
Mentre faceva tutte queste
considerazioni non si era accorta
che la temperatura era cambiata,
e che era diventata un belliss... (continua)

santa scardino 03/09/2021 - 22:28
commenti 7 - Numero letture:547

Argomento: UN'ESTATE AL MARE

Voto:
su 8 votanti



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