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Vita ferita

È come destarsi dal buio
e accorgersi di volare
leggeri tra nuvole bianche
rasenti sopra il mare
e manca l'aria


ora non c'è eufonia
ma una calma tonante
che si fa strada tra le urla
e non si afferrano più le parole
ma solo odor di polvere da sparo


si sentono viaggiare solo pianti
e respiri amari e convulsi
una mano che saluta
e piano si allontana si dissolve
mentre il nero treno s'avvia


le carrozze sfrecciano
ma non si vedono binari
sotto ai piedi il vuoto
e la sensazione di sentirsi soli
lontanissimi dalla vita




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Opera scritta il 15/11/2015 - 21:22
Da Calogero Pettineo
Letta n.925 volte.
Voto:
su 13 votanti


Commenti


Bravo Calogero.
Ti ho dato 5*****

Maddalena Clori 16/11/2015 - 12:34

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Bella la metafora del treno che si allontana in un paesaggio senza binari, facendo intravedere il vuoto. E' la senzazione che proviamo tutti noi in questi tragici momenti! Bravo Calogero

Tiziana Pedol Barone 16/11/2015 - 07:14

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Bella e toccante,bravo Calogero.Ciao

Anna Rossi 16/11/2015 - 04:06

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piaciuta molto;specie i riferimenti al treno e al binario

stefano medel 16/11/2015 - 03:10

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Molto bella Calogero. Complimenti notte

Sabrina Marino 16/11/2015 - 00:52

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