Inqualificabile
In un soffio, inaspettato, tutto inizia e tutto finisce.
Il tempo e la vita l’hanno raggiunta facilmente, lasciando tracce indelebili, invisibili, ma che continuano a scavare e a rodere ciò che era rimasto ancora di intaccato.
Reinventarsi di giorno in giorno, nell’attesa di agguantare uno spiraglio di finta allegria, da sfoggiare come un abito nuovo, diventa sempre più arduo.
Non aveva nessuna pretesa all’orizzonte, se non l’ardire di rappresentare per lui qualcosa di più di quella riserva parcheggiata, tenuta a debita distanza, nell’attesa di essere raggiunta per colmare i momenti di lui pieni di amara, sorda e corrosiva solitudine di cui soffriva, così incapace di riconoscerlo apertamente.
Per lui era più facile fingere di non comprendere quale fosse il disagio procurato, preferiva appartenere a sé stesso, immerso in quell’ambiguità che piano piano lasciava trasparire senza rendersene conto.
Quando lui preferiva non comprendere, lei afferrava benissimo il senso del suo non dire e lo spazio che si insinuava tra loro diventava sempre più sbiadito, favorendo quel tramonto annunciato.
Le anime si fanno tacere, come in un duello che non avverrà mai, ma allontanandosi, senza voltarsi, raggiungendo facilmente rive opposte, dove poter dimenticare distrattamente ciò che fino a poco prima le faceva ritrovare in un respiro unico e sussurrato.
Nulla rimase di ciò che fragilmente li aveva avvicinati. Lui ora sfoggia, non senza compiacimento, quell’inqualificabile decisa fermezza di percorrere strade lontane anni luce da lei.
Lei prese il volo oltre confini che solo il tempo sa disegnare con forza e determinazione, dove terra e cielo si incrociano, lasciandosi alle spalle giorni pieni di malinconie, nella certezza che nei soffi inaspettati sono racchiusi inesorabilmente presente, passato e futuro.
Il tempo e la vita l’hanno raggiunta facilmente, lasciando tracce indelebili, invisibili, ma che continuano a scavare e a rodere ciò che era rimasto ancora di intaccato.
Reinventarsi di giorno in giorno, nell’attesa di agguantare uno spiraglio di finta allegria, da sfoggiare come un abito nuovo, diventa sempre più arduo.
Non aveva nessuna pretesa all’orizzonte, se non l’ardire di rappresentare per lui qualcosa di più di quella riserva parcheggiata, tenuta a debita distanza, nell’attesa di essere raggiunta per colmare i momenti di lui pieni di amara, sorda e corrosiva solitudine di cui soffriva, così incapace di riconoscerlo apertamente.
Per lui era più facile fingere di non comprendere quale fosse il disagio procurato, preferiva appartenere a sé stesso, immerso in quell’ambiguità che piano piano lasciava trasparire senza rendersene conto.
Quando lui preferiva non comprendere, lei afferrava benissimo il senso del suo non dire e lo spazio che si insinuava tra loro diventava sempre più sbiadito, favorendo quel tramonto annunciato.
Le anime si fanno tacere, come in un duello che non avverrà mai, ma allontanandosi, senza voltarsi, raggiungendo facilmente rive opposte, dove poter dimenticare distrattamente ciò che fino a poco prima le faceva ritrovare in un respiro unico e sussurrato.
Nulla rimase di ciò che fragilmente li aveva avvicinati. Lui ora sfoggia, non senza compiacimento, quell’inqualificabile decisa fermezza di percorrere strade lontane anni luce da lei.
Lei prese il volo oltre confini che solo il tempo sa disegnare con forza e determinazione, dove terra e cielo si incrociano, lasciandosi alle spalle giorni pieni di malinconie, nella certezza che nei soffi inaspettati sono racchiusi inesorabilmente presente, passato e futuro.
le laisser sur la pointe des pieds
Opera scritta il 15/05/2016 - 17:32
Da Emma Tanzi
Letta n.1143 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Molto bello complimenti, lita giornata 5*
donato mineccia 16/05/2016 - 09:52
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Ciao Emma, molto brava! Hai trovato parole per descrivere ciò che spesso nella realtà di un abbandono non viene detto.
Ho apprezzato e lasciato un piccolo pensiero anche in altre tue opere
A rileggerti
Nadia
5*
Ho apprezzato e lasciato un piccolo pensiero anche in altre tue opere
A rileggerti
Nadia
5*
Nadia Sonzini 16/05/2016 - 08:19
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Ciao Emma il tuo racconto mi ha emozionato tantissimo perchè mi ci rivedo in tutta la sua disperazione...bello e purtroppo vero.Una buona giornata
Anna Rossi 16/05/2016 - 05:15
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