Avevo compiuto appena diciotto anni, millenovecentocinquanta. Scorrevo le mie giornate sempre in attesa di qualche evento, sognando e sospirando al vento, svolazzando nello stesso momento come un uccello in cerca della propria compagna. Malgrado eravamo ancora teneri di età, per gli anziani di quell’epoca eravamo i vitelloni e le ragazze le zitelle. Ma ecco che inaspettatamente qualcosa in me stava per cambiare: mi trovai nella piazza del mercato quando in un angolo del marciapiede scorsi una ragazza che ballava a piedi nudi, capelli molto lunghi, un po lacera vestita e alcune persone mettevano qualche monetina in un piattino là per terra. Mi fermai e assistetti a qualcosa di scherno. Un uomo interruppe la danza che la ragazza seguiva e poi la abusò con la mano strofinandola nel sedere della ragazza. In quell’istante io come avvolto da un ira incontrollabile diedi un calcio a quel uomo e poi con prepotenza presi il braccio della ragazza e a voce alta esclamai, come se fosse mia sorella: Adesso basta, vieni a casa! Sentirai la Mamma! La ragazza senza esitare mi segui e dopo circa una trentina di metri lei chiese: E adesso dove mi porti? Ed io risposi: A casa dove abiti, in periferia. Strada facendo non aprimmo bocca, notai solo che lei aveva saldato gli occhi suoi su di me, tanto che io camminai come un manichino. Comunque arrivammo nella sua abitazione, lei apri il portone d’ingresso e mi invitò ad entrare in un appartamento bene adagiato, dove cera sua nonna che la aspettava. Questa con voce non garbata esclamò: Finalmente sei arrivata e vergognati con quelli stracci che porti addosso! E poi rivolgendosi a me chiese scusa. Io stavo per salutarla quanto lei mi chiese: Vieni ancora a trovarmi? Io risposi: Se questo è il tuo desiderio sì! Lei stirò i suoi lunghi capelli buttandoli sulle mie spalle e mi baciò fino a togliermi il respiro. Salutai la nonna e mi incomiai. Io ancora oggi non mi rendo conto il perché da quel giorno non ci andai più, ma destino beffardo oggi dopo quasi più di sessanta anni guardando la televisione un po prima del telegiornale una anziana donna raccontò un po su di lei da giovane. Era una controfigura e a riguardo degli amori lei disse: Non sono stata mai innamorata, ma il mio più bel ricordo ancora da tenera età è un ragazzo che con un bacio non usci più fuori dal mio cuore. Chissà se ancora si ricorda di Salomè ed io a questo punto non trovai più parole ...
Opera scritta il 19/02/2017 - 00:27
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Commenti
Se quel bacio non l'ha mai scordato...era di certo un bacio magico!
Beffardo destino? No, incantevole destino...almeno hai saputo quanto le è piaciuto!
Beffardo destino? No, incantevole destino...almeno hai saputo quanto le è piaciuto!
margherita pisano 19/02/2017 - 22:11
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chissà se è autobiografico...
in ogni caso, la bellezza di questo racconto sta nell'immortalità di alcuni attimi, seppur remoti
in ogni caso, la bellezza di questo racconto sta nell'immortalità di alcuni attimi, seppur remoti
laisa azzurra 19/02/2017 - 14:31
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