Er sommo poveta
A me’, me par cosa inconsueta
lègge de gente, che se crede granne
che posta lagne, come ninnenanne
ponennose sur trono der poveta.
Scrivi pure, tanto chi te lo vieta
ma nun te arzà sopra le capanne
che co’ lo spago, legheno le canne
sol’er tempo, la verità decreta.
Perciò scègni mo’, da ‘sto piedistallo
l’arte “vera”, te da’ un’emozzione
te pija drentro, senza fa’intervallo.
Spegni dall’occhi, st’allucinazzione
cèrti scritti, te fanno pappagallo
no, sommo poveta de la nazzione.
Gep© 2017
Opera scritta il 18/09/2017 - 13:54
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Voto: | su 6 votanti |
Commenti
un grazie di vero cuore a tutti, chi ha letto, chi ha commentato e chi mi offre la possibilità di migliorare evidenziando eventuali errori, ancora GRAZIE...
Daniele Buratti 19/09/2017 - 14:44
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Vera e molto ma molto carina. Bravo, bravissimo e lodi! Felice giornata.
Paolo Ciraolo 19/09/2017 - 10:29
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Invettiva contro chi si reputa sommo poeta senza esserlo e fatto in sonetto di endecasillabi e in romanesco che adoro, pur non essendo romana. Significativo! A buon intenditore poche parole! Come dice Alfonso, però potresti fare una piccola modifica su sesto e primo verso che purtroppo non sono endecasillabi!
Giulia Bellucci 19/09/2017 - 10:08
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1° verso e 6° verso, rivedi la metrica ma tutto sommato è 'n CAPOLAVORO!!! sei come er vino, cor tempo mijori. Bura' 5+
enio2 orsuni 19/09/2017 - 09:25
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Verissimo!!!!
Angela Randisi 18/09/2017 - 18:19
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Assolutamente d'accordo! Giulio Soro
Giulio Soro 18/09/2017 - 18:18
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Grande verità....
ANNA BAGLIONI 18/09/2017 - 17:21
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Vero!
Mimmi Due 18/09/2017 - 14:23
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