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Un avvocato , un sovrappeso e uno sciatto.

Uno parla al telefono , l’altro fuma la pipa col caldo che fa, l’altro gioca con qualcosa fra le mani e bivacca sul patío.
Ed io cammino sul tavolino.
Con un amico ritrovato ed una dose di felicità.
Lui canta. Suona. Io no.
Nel mezzo del cammin della sua via mi incontró, che la sua retta via, era perduta.
O così credeva quel fenomeno immenso.
E se per caso andavo oltre non me lo faceva notare, mentre io continuavo a parlare di progetti, di melodrammi accennati, di paure non più presenti.
Io vivevo, scrivevo a tempo debito e avevo appena ordinato il sushi. Lui no.
Dalla struttura decadente della sua voce e dal suo timido tenermi vicino, mi accorsi della strenua modalità che stava utilizzando nel dirmi di lui.
Approfittatori seriali, mordente inesistente, obesità mentale, gradassi prestati alla sopportazione da cui scaturisce la rabbia.
Lo so, tanta rabbia.
Ma era delicato, quasi neutro.
Se è vero che la normalità accade dopo un tragico evento, io , che la conobbi, la normalità post trauma, mi accorsi della resa che passava dai suoi occhi.
Provai ad incitarlo, a tratti credetti davvero nel suo nuovo spirito, ma la traccia era segnata e dal suo dolore potevo solo apprenderne la fine.
Che poi, di quale fine parlo, della mia o della sua?
E se la fine fosse la novità?
A volte mi sorprendo di come vanno le cose, di quando ero morto non ne parlo e se lo faccio alzo la testa, racconto di cose nuove, di forza esplicita, di come riesco a toccarmi i piedi con le mani e a scopare di gran lusso.
Le nostre vite come le nostre vie, si accompagnano alla gioia.
Saprò ancora dartene?
Saprò ancora riconoscere il percorso?
Ho dato lustro a momenti immeritevoli e negato il primo posto del podio a nuovi amori.
Ah, gli amori.
Perduto e convulso l’ultimo o quelli di sempre.
Nessuna dose di felicità sarà più preziosa di una frase in riva al mare, da solo, con la dicotomia del non voler tuffarsi e bere una birra con una possibilità.
E i rimpianti?
Ma quali rimpianti!
E sembro sdoppiarmi, forse lo faccio, ma con cautela, con rinomata PACE.
Adesso però, basta.


Vincenzo




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Opera scritta il 13/06/2021 - 20:05
Da Vincenzo Furfaro
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