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INTROSPETTIVA

Indugia l'anima
sull'andamento delle stagioni
parafrasando quelle alle sue,
che, con fasi identiche,
ripete.
Sfaccettature sì difformi
ma, sostanzialmente ognuna
ha incognite e leitmotiv.
Nell'acerba stagione
germoglia, come gemma,
il pargolo nel grembo
e di vita, nutre la sua,
ancora in fasce.
Bianco candore come
linfa scorre da seno
a boccuccia senza denti.
E, primavera piena di vigore,
mostra l'ansia di crescita
dell' imberbe a maturo frutto.
Estate, di delizie ha ricolmo il grembo.
Avvezza a sorridere nell'andirivieni,
motivo perenne dell'onda,
non s'accorge che di già, qualcuno,
le ha rubato prestanza e sudore.
Rivestita dell'autunnale abito
fra nebbie del suo tempo,
spaesata, stanca posa,
come foglia morta, al suolo,
la venere malinconica.
Pietosa,
la stagione morta,
con immacolato manto,
la ricopre,
cancellando la sua orma.
Così, di ogni passare,
rimane, sospesa traccia,
su trama impalpabile
di passeggera tramontana.



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Opera scritta il 23/06/2014 - 14:59
Da EMMA DI GIROLAMO
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