Dall’attico
di un mondo dèmodè
senili smanie sfoggiano
luccichio di strass.
di un mondo dèmodè
senili smanie sfoggiano
luccichio di strass.
L’ala del garbo sanguina
graffiata dagli aculei
di costumanze laide
pasciute dall’accidia.
L’afonia del vento
sugli alti monti querula
il sole si è imbronciato
tra poco pioverà.
Gli addendi non si elidono
la somma è stratosferica
chi soprintende enuclea
tutto il suo dolor.

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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Una splendida riflessione matematicamente poetica. Ho adorato la prima strofa. Complimenti per l' eccellenza.






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Chiedo venia ma c'ho capito il giusto
Mi sembra molto acculturata e non so se mi piace o no. Ciao e grazie
Mi sembra molto acculturata e non so se mi piace o no. Ciao e grazie



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Poesia di grande profondità, complimenti! 



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Quando anche gli elementi naturali querulano il danno si avvicina! Belle metafore impreziosiscono gli addendi. Complimenti! 



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Sembra che parli di qualcosa che fa soffrire, che nel tempo vive. Molto intensa 



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