Tempo,
entità come io ti conosco
e non ti apprezzo,
che fai sentir con gli anni
il tuo gravame,
entità come io ti conosco
e non ti apprezzo,
che fai sentir con gli anni
il tuo gravame,
perché
lasci languir, caparbiamente,
colei che ha largito linfa 
dalle bacche or secche e pendule
ma ch’eran grosse e dure
atte a saziar le creature?
Non vedi	
che infiacchita supplica,
che a fatica ghermisce un pensiero,
stufo, anch’esso, 
di regger compagnia?
Tempo, ti prego,
lascia immota la clessidra,
non invertire il flusso,
se non vuoi che sia peggiore,
nel delirio dell’attesa, il suo dolore.
Opera scritta il 02/11/2025 - 15:18Letta n.57 volte.
                        			
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Commenti
Il tempo inesorabile cadenzato dalla clessidra, piaciuta molto! 
 
  
  
Maria Luisa Bandiera  
 03/11/2025 - 17:27 --------------------------------------
BELLISSIMA...Ciao buona settimana.
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
mirella narducci  
 03/11/2025 - 09:04 --------------------------------------
Piaciuta questa poesia sul tempo e la figura della clessidra complimenti  

Mary L  
 02/11/2025 - 17:46 --------------------------------------
  
            
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