Nell 'ora dell ultimo
giorno degli ultimi amori
del comiato ,
s' offende la memoria al rimembrar ,
perché più la tormenta e strazia il core .
Allor si affanna a riveder l' amato volto
il suon della voce i perduti verbi .
Più more il giorno più tormenta la notte ,
trancia il petto un dolore battente,
Il disperato disio di sentir l 'amato sono .
Sovvengon le idee i giorni persi
ammutolisce il pianto di non aver vissuto
Infino all' ultimo raggio .
Nel pensier si fugge a furor d 'animo.
per non patir il silente dardo.
Ove sei perduta parte che il corpo e' tanto lasso?
E' forse più duro della morte
non sentir l 'amato chiasso ?
Quando un onda si stacca dal
pelago non va per suo passo ,
subito la sorregge la sorella ,
non soffre del primo parto.
Eppur il vento ad un fischio
l' altro l' attende per crear burrasca .
Noi incerto destin se uno segue
troverà stesso viaggio ?
S' incupisce per lo svanire
d' uno sguardo ,
Si sente come seme che cade di vaso in vaso
ma non trova mai la terra
A Mnemosine i sinceri vati
l'accurate preghiere
Oh grande dea non far
Immergere questa nostra
carne nell oblio di Lete
Ove il tuo dono annega !
Dolce rifugio della memoria
certi di ritrovar l 'amato lume .
Quanta dovizia d 'amor in quei
fiori, lacrime e dolore ,
se a lacrimar ci pone il freddo marmo.
Lode a questo ramo d' oro che entro
sì nutre di immortal sentir ,s 'alimenta
di tempo in tempo come fucina ,un foco
qual non teme d 'esser cenere !
Sogno , ricordo eterno ricovero ove fuggir.
Corrado cioci
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