non è che un mio io
di pazza gioia
nel verso scatenante l’orizzonte
e l’allunaggio al recto di quel corpo
bianco sporco
di regole e indigenze,
il demone silente
del mio orbo pulsare
raffiche di ore e giorni,
la falla nei contorni
per cui vali un bel niente
di ricettori guasti
e cigliobosco incanutiti
sull’orlo della condizione cieca
di affittuario inadempiente
di pazza gioia
nel verso scatenante l’orizzonte
e l’allunaggio al recto di quel corpo
bianco sporco
di regole e indigenze,
il demone silente
del mio orbo pulsare
raffiche di ore e giorni,
la falla nei contorni
per cui vali un bel niente
di ricettori guasti
e cigliobosco incanutiti
sull’orlo della condizione cieca
di affittuario inadempiente
perché qui di nostro non c’è un bel niente
Poesia scritta il 18/12/2018 - 07:12
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Commenti
Una forma espressiva intimisticamente crittografica dotata di poetico fascino.
Mi suggerisce lo stop improvviso, passeggiando dentro se stessi, causato dall'intuizione improvvisa di un'evidenza della quale fingiamo la non esistenza per timore.
Mi suggerisce lo stop improvviso, passeggiando dentro se stessi, causato dall'intuizione improvvisa di un'evidenza della quale fingiamo la non esistenza per timore.
Leo Pardiss 16/04/2020 - 08:21
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