Non fu acqua a placare sete
né inverno a sfreddare fuoco
torbido il fango
e pallido è il viso.
Non fu fiume di parole non dette
né momenti a cercarsi troppo
amaro il pianto
e freddo il sorriso.
Non fu preda messa alle strette
né dolce abbraccio a stringere il corpo
flebile canto
ma non c’è paradiso.
Non fu un urlo del vento tra le vette
né l'eco di un sogno vuoto
dolce l’incanto
ma il cuore è diviso.
Eppure, tra silenzi e tempeste
un filo di luce mi sfiora il viso
lenta risale e scioglie le creste
placa il tormento e disegna un sorriso.
né inverno a sfreddare fuoco
torbido il fango
e pallido è il viso.
Non fu fiume di parole non dette
né momenti a cercarsi troppo
amaro il pianto
e freddo il sorriso.
Non fu preda messa alle strette
né dolce abbraccio a stringere il corpo
flebile canto
ma non c’è paradiso.
Non fu un urlo del vento tra le vette
né l'eco di un sogno vuoto
dolce l’incanto
ma il cuore è diviso.
Eppure, tra silenzi e tempeste
un filo di luce mi sfiora il viso
lenta risale e scioglie le creste
placa il tormento e disegna un sorriso.
Poesia scritta il 16/11/2024 - 10:39
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