RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Il bullo Erano trascorsi circa sei mesi da quando avevo finito le superiori lasciandomi alle spalle le materie, i professori, i compagni di scuola nonché l'imperante bullismo perpetrato ai miei danni. A tal proposito, beneficiavo di una meritatissima tranquillità, godendomi i miei diciannove anni senza più percosse fisiche e soprattutto vessazioni psicologiche che avevano reso quel tedioso quinquennio all'I.P.S.I.A. un autentico girone dantesco.
Sia prima che dopo la scuola lavoravo in un negozio di articoli casalinghi, dove parallelamente venivo sfruttato e pagato una miseria, motivi validi per attendere con trepidazione la chiamata alle armi in quanto desideroso di una carriera nell'esercito, mestiere che sognavo fin da bambino. Non ho alcuna nostalgia delle superiori, se non gli indimenticabili brutti ricordi. I cinque anni mi apparvero lunghissimi, difatti i miei compagni di classe e non, me ne fecero di tutti i colori. L’origine di tutto ciò? Un epiteto, un maledetto epiteto che mi logor... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il Cambiamento Questo è il primo capitolo della mia autobiografia
Sono un uomo, che si avvia ai sessant'anni e si appresta a tagliare questo traguardo. A questo punto provo ad immaginarmi di tornare indietro di dieci anni e di avere un ipotetico dialogo con me stesso di allora. Lui conscio di avere di fronte se stesso con dieci anni in più di esperienza; la prima cosa che chiede è: "se è riuscito a risolvere tutte le questioni che lo tormentavano o quantomeno chiedeva consiglio per evitare gli errori che avrebbe commesso durante quei dieci anni, e gli avrebbe impedito la crescita personale, senza troppa sofferenza e messo ordine nella sua vita". Esordì: “Era una crisi mistica l’episodio accadutomi a trentatré anni e mi ha condotto verso la pazzia”? “No! Caro amico, il fatto che tu avessi gli stessi anni di quando Cristo è morto, questo è stato l’indizio che ti ha portato fuori strada, ma durante la malattia, sei arrivato a comprendere che tra i bisogni primari c’è la continuazione de... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il cantico di poccy Sono nato nel mese della merla , dove il freddo ti entra dentro e ti congela. Sono nato alle 10.10 di mattina, nemmeno a farlo apposta. Non ho ricordi di quei giorni , purtroppo la mia infanzia è trascorsa così veloce che quasi non la ricordo più. Eppure ero diverso dagli altri bambini, mi sentivo diverso e lo ero davvero. Gli altri bambini avevano dei genitori , i loro genitori io no. Per te , mio caro lettore, sarà indifferente e certamente penserai "che importa se erano dei genitori adottivi? Erano sempre dei genitori.".Sì, concordo, ma dentro di me avevo sempre un peso. Come se vi fosse nel cuore un macinio enorme. Più passavano gli anni e più questo peso diveniva enorme e così nell' inverno del 2015, iniziai la ricerca dei miei genitori biologici. Non dico chi fossero e i problemi che portarono alla mia adozione ma fu' una grande gioia e liberazione scoprire la verità. Dopo mesi di dura ricerca tra carte , fascicoli da compilare, pagamenti di bolli da consegnare al... (continua)
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Il cappio al collo Di errori, di peccati ne commettiamo tanti nella nostra vita ! L’importante è non perseverare, correggersi. Personalmente cominciai a sbagliare da molto giovane, scientemente, pensando di essere sulla strada giusta. Conobbi quella che sarebbe stata mia moglie che era ancora bambina e me ne innamorai come può fare solo un ragazzino. Era la terza di tre sorelle di buona famiglia. Per buona famiglia intendo di famiglia seria, affidabile. Il padre era, purtroppo, malato di una malattia invalidante viveva una vita tranquilla, delegando alla moglie quasi tutte le incombenze. Delega che la donna acquisì volentieri e da quel giorno, in quella casa, cominciò a vigere il matriarcato. Austera in volto, dall’aspetto severo, crebbe le figlie con somma oculatezza. Le bastava uno sguardo per ottenere ciò che pensava fosse giusto fare, con una semplice occhiata. La mia famiglia, decapitata dalla scomparsa di mio padre, al contrario, contava tre figli maschi, il maggiore, secchione e ormai medico, il... (continua)
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Il carretto passava.. Da bambina abitavo in una vecchia villa del 'Miglio d'oro' dal
cui terrazzo enorme,sarebbe bastato per costruirci due appartamenti, si vedeva tutto il golfo di Napoli da un lato e il Vesuvio dall'altro con il monte Somma, che a guardarli insieme formano il cosiddetto:' Profilo di Dante'. Poi un (brutto) giorno a questo panorama si sostituì una stradina anonima per la quale passavano carretti colmi di fasci di tabacco da seccare e a una mamma felice e allegra una triste con gli occhi pieni di pianto. Per restituirle il sorriso ci sono voluti un bel po' di anni e tanto amore per la famiglia.... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il castagnaro Un po’ di anni fa, da ottobre a dicembre
tra le foglie dei tigli di corso Garibaldi, aleggiava il profumo delle caldarroste di zi’ Giuvann. Erano speciali, non mancava un sabato pomeriggio che la nostra passeggiata non terminasse sgranocchiando quelle fantastiche castagne. Aveva un furgoncino attrezzato con un bidone pieno di brace, sul quale era adagiato un padellone bucato nel quale cuoceva le castagne. Le girava una per una e quando erano cotte al punto giusto le raccoglieva di lato coprendole con un panno per tenerle al caldo. Non usava la bilancia né le contava, ma barattoli di varie misure e su ognuno di essi c’era un prezzo. Dopo che il cliente ne aveva scelto uno lo riempiva versando poi il contenuto in un cono di carta realizzato al momento, ma prima di chiuderlo aggiungeva sempre altre tre o quattro castagne scelte tra quelle che erano ancora sulla brace. Mentre faceva quest’operazione intavolava sempre qualche piacevole conversazione sull’attualità con ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il cinico, l'infame, il violento Erano passati tre mesi da quando io e Riccardo, il mio collega avevamo ricevuto lo stipendio da Mario, il titolare del negozio di accessori e ricambi moto per il quale lavoravamo. Il boss, adduceva come giustificazione i costi di gestione, le tasse e la merce da pagare ai fornitori, pregandoci dunque di pazientare per gli accrediti.
Riccardo continuava comunque a dare il massimo, sebbene, in più occasioni, manifestava segni di preoccupazione e di nervosismo. D'altro canto i suoi risparmi stavano terminando e, avendo a carico la madre e la sorella, la sua situazione non era delle migliori. Io, al contrario, dal momento che vivevo con i miei genitori ambedue pensionati, le incombenze e i grattacapi risultavano pari a zero. Tuttavia, per una questione di principio, attuai il quiet quitting che consisteva nel fare il minimo indispensabile, assumendo inoltre un atteggiamento indisponente. Della serie: no money, no party. Le settimane volavano e dei soldi nemmeno l'ombra, l'istinto mi sugg... (continua) ![]() ![]() ![]()
Il cinque maggio L’esame di Diritto Privato, per noi studenti di scienze politiche, era lo scoglio più arduo del primo anno. Si narrava di persone che lo avevano dato per sei volte, e la volpe argentata, così soprannominata la titolare della cattedra, negarli il voto per le prime cinque, facendoli rimandare anche la discussione della tesi.
Quando la mattina mi presentai in facoltà, eravamo in due in lista. Bene, pensai, il dente sarebbe stato tolto subito, senza agonizzare. In fondo era il primo tentativo, assaggiavo la pedana, diciamo. ![]() ![]() ![]()
Il compleanno di Celestino «Oggi Celestino compie un anno!» mi disse Elisa piena di gioia, tenendo il gatto in braccio e sbaciucchiandogli la testa. Dal PC, misi in pausa un film con il mouse, ed accarezzai quel batuffolo di pelo bianco dagli occhi azzurri che, per tutta risposta, mi fece le fusa, strusciando il musino tra le mie dita. Era un amore, sebbene fosse abbastanza vivace e spericolato.
«Peppe, cosa possiamo regalare al Nordico?» mi chiese la mia sorellina, chiamando il festeggiato con un nomignolo. «Magari una ciotola, altrimenti un gomitolo di lana» le suggerii con banalità. «No, li ha già!» «Che ne dici di un paio di stivali?» proposi scherzoso. «Seh, vabbè!» «Allora un giocattolino.» «Mi è venuta un'idea: a 'sto monellaccio gli regaleremo un piccolo paracadute.» «Un piccolo paracadute?» «Sì, sai perché? Così le prossime volte che salirà sul tetto oppure su un albero, metti che come al suo solito non riuscirà a scendere, gli basterà saltare e tirare la cordicella con la zampetta.»... (continua) ![]() ![]() ![]()
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