RACCONTI |
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Autore |
GIOCO D'AUTORE - Quarta Parte Nell'altra stanza lo aspettavano una musica soffusa e uno sguardo truce disegnato sul bel volto di Mallhoy.
«D420, Finalmente!» «Mi voleva?» Abbaiò Nick. «Mi duole strapparla alle sue galanterie, ma questa missione non è come le altre.» «Cosa vuol dire?» «Sanno chi siamo e che siamo sulle loro tracce.» «Sapevo già di essere bruciato, ma non capisco perché è venuto lei!» «Non solo lei, sanno dell'agenzia. Dopo l'ultima missione siamo divenuti un facile bersaglio.» «Quindi conoscono l'esistenza dell'agenzia.» «In un certo senso.» «Cosa vuol dire?» «Fortunatamente, stando ai rapporti di Sharley e Le Cartier alcune sedi sono salve.» «Inizio a capire, per salvare la missione ha deciso di usarmi come esca.» «Non esattamente, sto cercando di agitare le acque di distrarli. Sono qui per affiancarla nella missione.» «Mi perdoni, ma lei è più un peso che un aiuto.» «Ora basta D420! Un peso sono le sue bravate! Un peso è la sua dannata arroganza! Un peso è la donna che si è portato ... (continua) ![]() ![]() ![]()
AMORE NEGATO Dopo aver vergato il proprio nome, rilesse la missiva. Si alzò dalla poltrona, girò intorno allo scrittoio e si mise a misurare lo studio a grandi passi. Era nervoso, come non lo era da tempo.
Tornare a Londra, dopo la sua fuga di tre anni prima, gli era costato uno sforzo enorme e ancora faticava a credere che tutto quello stava accadendo proprio ad egli. Inarcò un sopracciglio, fermandosi con fare pensieroso. Cosa sarebbe mai accaduto se quella missiva non avesse sortito l'effetto desiderato? Se fosse stata ignorata o peggio respinta? Suonò per chiamare un valletto. Appena questi venne gli consegnò la missiva, congedandolo con urgenza. La porta si richiuse e lui rimase solo. Ora non gli restava che logorarsi, nell'attesa di una risposta. Riprese a camminare, perdendosi dietro il corso dei suoi pensieri ai quali non gli riusciva di dare un senso, né tanto meno di ricostruirne il filo. Gli tornavano alla mente alla stregua d'immagini alla rinfusa, di un mosaico confuso. Sentiva la ... (continua) ![]() ![]() ![]()
IL MARE DI SERA Era una calda sera di settembre e l'estate stava per finire. Tra pochi giorni sarebbe tornato in città e il suo lavoro l'avrebbe nuovamente inghiottito. Era in piedi accanto alla veranda e guardava il mare. Era bello il mare di sera, ogni ora la superficie dell'acqua acquistava una sfumatura diversa fino ad incupirsi. Respirò a pieni polmoni l'aria salmastra. Tirava un vento leggero che increspava appena le onde a pelo d'acqua. La spiaggia di sera lo incantava, soprattutto quando era deserta. Una figura di donna passò in riva al mare.
Sentì l'impulso di scendere e seguirla. Era un impulso strano, venuto da dentro, come una scintilla. Quando finalmente raggiunse la donna, rimasero a fronteggiarsi per qualche minuto persi uno negli occhi dell'altra, il vento ancora increspava l'acqua, tutt'intorno era silenzio: si respirava pace. Continuarono a guardarsi, i loro occhi incatenati da una forza invisibile che li spingeva l'uno nelle braccia dell'altra. <<Ciao>>. Un semplice ci... (continua) ![]() ![]() ![]()
UNA DOMENICA (Racconto Lampo) UNA DOMENICA
(73 PAROLE) Il mare andava accendendosi dei riflessi del tramonto. Mano nella mano, lasciavano che le onde seguissero i loro passi. Il vento scompigliava i loro capelli, e i loro cuori battevano forte, mentre i loro baci divenivano sempre più intensi, come le onde di un mare in tempesta. Si conoscevano solo da poche ore, eppure erano in perfetta sintonia, due metà che si erano trovate per caso, una domenica mattina, in riva al mare. IL racconto è frutto della fantasia dell'autrice per cui ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale.... (continua) ![]() ![]() ![]()
INCROCIO DI SGUARDI Incrocio Di Sguardi
La calura di maggio tardava ad arrivare, i rumori erano quelli tipici di una festa di paese. Era fuori luogo eppure un tempo lontano quei luoghi conservavano ancora un legame con lui. La finestra si affacciava sulla piazza. La gente si muoveva concitata e le risate dei ragazzi che si rincorrevano risalivano l'aria. Buttò un sguardo all'orologio, la processione sarebbe passata di lì a poco. Per un istante si affacciò alla finestra, quello che vide fu una folla colorata e chiassosa che si riversava per le strade: bambini, a piedi o nei carrozzini che stringevano tra le manine paffute o mingherline, i giocattoli più disparati, coppiette che si tenevano per mano, ambulanti che vendevano palloni e bibite, che si muovevano a stento come inghiottiti dalla folla. Una musica in lontananza risuonava serpeggiando nell'aria. Era una giornata strana, il sole andava e veniva e all'orizzonte erano assediate nuvole grigie, ma a dispetto del vento, faceva piuttosto caldo. Era ... (continua) ![]() ![]() ![]()
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