Giustezza palesata- Alinea II
Dal frontone spezzato A Betseda il disgraziato ciecomuto che subdolamente graziasti aveva un nome: io e Samuel prima delle tue frodi giocavamo sempre alle tabulae lusoriae. E dalle tavole orizzontali con le dodici linee, alle tavole incrociate con tre chiodi il passo è breve Rabbi, non trovi? Il sudario adulterato poi è stata una trovata da maestro, Maestro… e quel tre aprile dell’anno trentatre infilare via Della Fuga al crocicchio con via Crucis per eclissarti a guisa del natante imbozzato sull’arenile non era niente altro che una lapalissiana conseguenza al tuo disegno preternaturale. Per quello sciagurato scusso, ma scrio feci erigere sul crocevia un’edicola a egida di un’epigrafe citante “La veridicità di una testimonianza ”, ove potergli dire addio. Io ci sono ancora…
-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro. Non chiede altro l’autore che... (continua)
Mirko D. Mastro 02/02/2023 - 22:01
commenti 6 - Numero letture:673

Giustezza palesata- Alinea III
Panzana Mi sovvengono le notti di Cafarnao intessute di sbicchierate con i tuoi casigliani Pietro e suo fratello Andrea, Giovanni e Giacomo figli di Zebedeo e Matteo pregno di bacco con i suoi pensieri amorali per quella piacente almea. Hai mai mentovato ai tuoi cugini Giacomo e Taddeo delle nostre grasse libagioni plenarie, con Bartolomeo rigurgitante di nettare in occasione delle nozze di Cana? Di Giuda assuefatto ai dadi, e Simone troppo emendato per ravvisare una serpe strisciante nel Profeta… e l’artifizio della moltiplicazione? Sulle rive del Giordano un subisso di vitto da cinque pani d’orzo e due pesci, pania realizzatasi con la correità di Filippo e Tommaso che dal lago Tiberiade condussero e orpellarono nottetempo le pietanze, per tua vesania. … e ci sono sempre stato…
-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro. Chiede anche questa volta ... (continua)
Mirko D. Mastro 04/02/2023 - 22:03
commenti 4 - Numero letture:576

L’autore del Tomo
Praefatio Le fronde dei salici piangenti come impenetrabili pareti, fitte al pari della notte, sembravano sussurrare
Due ali custodiscono l’inchiostro, nere. Chino sul manoscritto l’autore scrive le sue sere
…con quella penna che appartiene all’anima, il corvo continua a volare fuori dai righi sugli strumenti che lo scrittore ha; come un passo che avanza tra luce e tenebre
«non ebbi motivo di ripensare a Samaèl e agli altri personaggi di Reprobi Angelus… fino a quella sera» Sul filo della realtà l’autore del Tomo prova a lasciare un’emozione delicata, quasi commovente
secundo libro... (continua)
Mirko D. Mastro 19/02/2023 - 06:30
commenti 5 - Numero letture:552

L’autore del Tomo 1:10
non habebis alium Deum praeter me cap I- Conversazioni
Adesso so. Quest’unica, singola volta proverò a dissuadervi dall’origliare il mormorio sommesso del mio conversare solo, a fiume su Poe. E non negherò la nera ombra del mio interlocutore. Non udirete uno straziato gracchiare, non un graduale miagolio. Né un soffio. Ma lo sguardo di quella presenza. Un suono roco e stridente mi condusse dalla camera da letto fino al terrazzo tra il granturco. Le brattee che ondeggiavano al vento sul fianco della collina parevano terrificanti braccia di orangotango furiosi. Si percepiva l’odore della polvere della trebbiatura. Restai lì, inspiegabilmente succube ai capricci della scrittura. Il pensiero si fermò sulla grammatura del caffè nella tazza, e a quella che volessi dare al nuovo romanzo… e lo sguardo solo qualche attimo sul verme che voleva guadagnare terreno sul foglio a discapito della matita. L’unico a rimanere impassibile era il tavolino in vetro con base a... (continua)
Mirko D. Mastro 21/02/2023 - 06:44
commenti 3 - Numero letture:489

L’autore del Tomo 2:10
noli nomen Dei in vanum accipere cap II- Siamo pieni di chissà
Rincasando il ragazzo si sentì oltremodo soffocare, e più allentava il nodo alla cravatta nera più il groppo in gola si faceva stretto. Comprese realmente quando dal cortile non avvertì l’odore di tabacco, e mentre stava per lasciarsi cadere sulle ginocchia, il suo sguardo madido fu avvinto dal cigolio dell’imposta della soffitta schiaffeggiata dal vento. Era lì che era solito rimbucarsi da bambino quando le cose non andavano per il verso giusto. Tutto appariva diverso, più piccolo e impolverato, ma la sua cassa dei segreti era sempre lì. Accanto a quell’orrido tavolino coi cavalli in ottone. L’aveva quasi scordata. Aprendola, qualcosa gli sembrò non appartenergli. C’era una lettera scritta a macchina che era come se volesse uscire da un librone, che quasi gli sfuggì per un’improvvisa folata. «Figlio, in questo modo non potrai interrompermi. E se sei qui vuol dire che per il tuo diciassettesimo complea... (continua)
Mirko D. Mastro 23/02/2023 - 06:49
commenti 3 - Numero letture:524

|