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Le macerie

La vasca fredda accoglie e raccoglie le macerie,
scarti di lavorazione indesiderati.
L'acqua salvifica, bastarda,
si attacca al corroso e diventa stagnante.
Le bolle sempre meno bambinesche
svelano
le ferite nascoste sotto gli strati di tessuto.
Il gonfiore degli occhi
apre la visione mistica,
la giovinezza si genuflette
verso la precoce senilità.
Canta il male,
Scruta ogni parte di ciò che sono diventata.
Io,
discarica di me stessa,
noto che in questo ballo
si presenta truce anche la speranza.
Con gli arti affusolati cerco di toccare il cielo,
mi innalzo,
sempre più in alto ma
sprofondo,
e insieme a me
spira anche l'ultima inanimata maceria.


Prevedibile fine.
Ho toccato ancora il fondo del mondo,
ho creduto,
abbassato le difese
e coltivato
un giardino di girasoli.
Amavo i girasoli.
Li ho amati più che ho potuto.
Ho cercato in loro
la luce che mai esisterà in me.
Ho bramato la trasformazione
in quella splendida visione
migliaia di volte,
migliaia di notti,
ma ora
sono
solo
il piccolo fiore selvaggio
generato dall'aria satura di nero odio.




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Poesia scritta il 10/01/2016 - 13:55
Da Melancholia May
Letta n.980 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Ritengo un capolavoro questa poesia, molto espressiva, nel decanto dell'animo tormentato. Molto sentita e apprezzata in tutto.. Ciao

Francesco Gentile 11/01/2016 - 13:29

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Canto dolente in cui prevale il senso della sconfitta e della resa. Ma tra tante note amare si colgono momenti di rasserenante contemplazione seppure confinati nella smarrita realtà dei ricordi.È un impasto di sensazioni che mi piace.Brava!

Rosa Chiarini 11/01/2016 - 12:49

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Bella. Molto apprezzata!

Maddalena Clori 10/01/2016 - 23:09

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CORAGGIO MELANCHOLIA... NASCERA' IL FIORE CHE DARA' ALTRO CHARME AL TUO VIVERE... SERENA SETTIMANA
*****

Rocco Michele LETTINI 10/01/2016 - 19:02

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